AGGIORNAMENTO ATTIVITA' UNGHERESI
Video: Manifestazione Papozze
SCARICA LA LOCANDINA E DIFFONDILA SU TUTTI I FORUM DI PESCA,
STAMPALA E PORTALA NEI NEGOZI DI PESCA DELLA TUA ZONA, E' ORA DI DIRE BASTA !!!
In un evoluzione sempre più sensibile verso
l’ambiente del pescatore moderno, non poteva non essere affrontato il tema
“del futuro”: lo stato dei fatti nel panorama di tutela e conservazione dei
nostri ecosistemi acquatici e della risorsa ittica.
Le nostre ricchezze ambientali, il patrimonio ittico non sono risorse infinite,
non oggi che il potere distruttivo della forte antropizzazione,
dell’inquinamento e del bracconaggio assorbono più pesce di quanto si può
rigenerare spontaneamente.
La morale del catch and relase, della compatibilità ambientale del moderno
pescatore sportivo di fatto può sembrare un ipocrisia se poi non ci rendiamo
conto che tonnellate di pesce quotidianamente vengono trafugate con scopi
commerciali dai nostri fiumi o uccisi colpendo l’acqua: chi tutela, venera e
rilascia la sua cattura, non può non reagire ai crimini che minacciano il
futuro della nostra risorsa…
Quante volte vi siete imbattuti in bande di cittadini extra comunitari che
operavano indisturbati prelievi illeciti di pesce, quante volte avete scorto
scarichi abusivi lungo i fiumi e ritrovarli identici dopo mesi, anni…
Quante volte avete assistito a incaricati delle province che anziché proteggere
i siti e la fauna recuperavano e mettevano all’asta legalmente i pesci
recuperati dagli svasi, o battere decine di chilometri di fiume o lago con
elettrostorditori con il pretesto di contenere gli alloctoni: quante volte avete
assistito ad amministrazioni che vi vietano l’uso della terza canna, di un
chilo in più di pastura, del pavimento della tenda e poi rilasciano decine di
licenze professionali autorizzando scempi fatti con reti e nasse.
Quante volte avete chiamato per segnalare un crimine che minaccia la fauna
ittica e quante volte vi hanno risposto: non abbiamo personale, non è di nostra
competenza, non abbiamo mezzi…
Ma la licenza però noi la paghiamo ogni anno e quei siti sono casa nostra.
Se avete voglia di fare sentire che esiste una nuova coscienza, che meritiamo di
avere un futuro diverso, che siamo NOI “il popolo dei pescatori sportivi” al
momento l’unica volontà positiva che si frappone tra loro e i pesci, abbiamo
tutti una possibilità di farci sentire.
Il 27 Febbraio a Papozze in provincia di Rovigo, in Piazza Libertà alle ore
09:00 si terrà la più grande adunata di pescatori sportivi, persone
provenienti da tutto il territorio nazionale che hanno voglia di gridare sulle
sponde del fiume Po che l’attuale gestione del patrimonio ittico è
disastrosa, che nel 2010 non si può amministrare un bene inestimabile con leggi
che risalgono a più di 80 anni addietro, che meritiamo di vedere ripristinare
la legalità nei nostri corsi d’acqua e che chi è chiamato a vigilare cominci
a farlo davvero.
Ogni pescatore, indipendentemente dalla tecnica che ama o dal luogo ove pesca ha
in comune due elementi con tutti gli altri: l’acqua e il futuro, e il 27
febbraio noi saremo li a difenderli, senza “bandiere o simboli” ma solo con
il cuore pieno di speranza per un futuro diverso.
La manifestazione è legalmente autorizzata, pacifica ma ferma nella sua volontà:
se vi siete mai chiesti come affrontare in modo concreto questi mali oggi
possiamo farlo insieme, dimostrando che 2 milioni di pescatori sportivi non si
fanno mettere alla porta da un migliaio di bracconieri, “professionisti
deviati” e inquinatori.
Un pacifico popolo che fino a ieri è stato in silenzio sarà quello che si
metterà tra loro e i pesci, tra loro e uno sfruttamento tollerato, tra loro e
la legittimazione di trasformare i nostri ecosistemi in liquide bare vuote.
Il 27 febbraio potrete cambiare da protagonisti il futuro e fermare insieme ciò
che da soli sembrava inarrestabile.
Siete pronti?
Gianluca “il Basco” Milillo
Presidente del Gruppo Siluro Italia
Codigoro. Una pattuglia della Polizia Provinciale, a bordo della propria
imbarcazione, durante un controllo sul Po di Volano, tra Codigoro e Lagosanto,
ha sequestrato a due pescatori ungheresi di 37 e 31 anni, ben
L’intervento è avvenuto nel tardo pomeriggio quando era ormai buio ed i
due pescatori di frodo si muovevano sul fiume in modo estremamente silenzioso,
fruendo del motore elettrico. Al sopraggiungere dell’imbarcazione della
Polizia provinciale gli stessi hanno accostato verso riva cercando di
mimetizzarsi fra la vegetazione per sfuggire al controllo degli agenti che, pur
nell’oscurità, grazie anche all’ausilio di un visore notturno, sono
riusciti a scorgere le due figure raggiungendole immediatamente e scortandole
fino all’attracco di Marozzo, da dov’erano partiti per la loro attività
illecita.
I trasgressori sono stati sanzionati per complessivi 620 euro, mentre il valore
del materiale sequestrato, in via cautelare, supera i 6.000 euro.
Il lungo tramaglio aveva lo scopo primario di catturare siluri, ma i due
ungheresi avevano anche grossi ami ed uncini, anche di 15 o
“Invito tutti coloro che vedono pescatori, di qualunque nazionalità – afferma il comandante della Polizia provinciale – che utilizzano metodi di pesca non consentiti, a chiamare il numero di pronto intervento 348-0448042, per contribuire a contrastare tutte quelle forme illecite di pesca finalizzate esclusivamente ad una cattura indiscriminata dei pesci depredando il patrimonio ittico dei canali ferraresi, ed a tutelare, al contempo, la stragrande maggioranza di lenze estensi che, viceversa, sono corrette e rispettose delle regole”.
Con una denuncia alla Procura ed il sequestro di barca ed attrezzature si è conclusa nella notte di mercoledì un’operazione della Polizia provinciale contro la pesca abusiva al siluro.
Due ungheresi
sono stati trovati in un tratto di Po fra Guarda e Crespino a pescare con un
elettrostorditore, strumento che collegato ad una batteria riversa in acqua
delle scariche elettriche che per qualche minuto intontiscono il pesce. “E’
un’apparecchiatura che non è commercializzata in Italia – hanno precisato
il dirigente dell’area Vanni Bellonzi e la responsabile della Vigilanza Monica
Attolini – reperibile solo in internet, ma l’uso della corrente elettrica è
anche l’unico caso di reato penale, previsto ancora da un regio decreto, in
materia di pesca”. Già la scorsa settimana
Pubblicato il 09/10/09
PESCA
DI FRODO La lettera
Il Gruppo siluro applaude al blitz:
“Brillante operazione provinciale”
ROVIGO - “Con vivo entusiasmo, abbiamo appreso dalla stampa la riuscita della
brillante operazione di tutela del territorio condotta dalle forze della polizia
provinciale”. Con queste parole si apre la lettera di ringraziamento del
direttivo del Gruppo siluro Italia all’amministrazione provinciale per il
blitz contro i pescatori di frodo. “Il senso di disagio e preoccupazione per
il futuro dei nostri ecosistemi acquatici - si legge nella lettera - manifestato
in piazza lo scorso 3 ottobre, si è mutato in speranza e fiducia. Pur
consapevoli e certi che l'autorità non considera contenuto il fenomeno con
questa prima operazione, per quanto incisiva, determinante e ben condotta,
l'aver appreso che la volontà delle istituzioni scese in campo a difesa di un
patrimonio ecologico unico e inestimabile, è quello di dimostrare che il
‘grande fiume’ non deve essere mai più terra di conquista per crimini
ambientali”.
Il mondo della pesca sportiva “porge il suo ringraziamento al presidente della
Provincia Tiziana Virgili, dimostratasi un faro di coerenza e dedizione nel
voler contrastare i fenomeni di bracconaggio che piagano quella bellissima
porzione di territorio nazionale. Un ringraziamento particolare inoltre va
all'insostituibile impegno della forza di polizia scesa in campo, senza la cui
perizia e professionalità non sarebbe possibile vigilare sul nostro futuro
ambientale. Le associazioni di pesca sportiva si rendono disponibili fin da ora
per coadiuvare in ogni modo che sia richiesto, le attività di tutela del
territorio”.
Video: Manifestazione Rovigo
Inviato da redazione il Mer, 02/09/2009 - 18:41
Massimo Becchi
IL CASO L’assenza di controlli da parte delle forze
dell’ordine genera anarchia. Negli anni scorsi i prelievi illegali di sabbia
hanno fatto abbassare i fondali anche di otto metri. Ora sono i pescatori
stranieri, attratti dal pesce siluro, la minaccia.
Un Po di sorprese
è quello che ogni anno ritrovo con Operazione Po, l’iniziativa che mi
“costringe” per due settimane sulle sponde del più grande fiume d’Italia.
Fra una tappa e l’altra c’è tempo di fermarsi a parlare con i rivieraschi,
gente abituata a vivere sul fiume, con le sue attività o per diletto, ma
comunque i suoi veri frequentatori. Da queste persone nascono gli aneddoti e le
storie più varie, in quello che io considero un vero e proprio viaggio
antropologico: l’altro Po, quello non raccontato dalle nostre analisi chimiche
delle acque o dai report sulla bacinizzazione, ma altrettanto importante perché
non codificato e meno noto.
È il siluro, questo pesce alloctono che noi non sappiamo cucinare, il vero
volano di molte delle presenze sul fiume. A Borgoforte salendo sulla banchina si
trova un campeggio gestito da tedeschi, con tanto di sito internet: vialetti in
ghiaia, tende a due posti (e zanzariere), frigo per ogni cliente e prati ben
rasati. Il tutto al costo di 20 euro a notte per persona. L’idea è venuta a
un pescatore tedesco, amante dei nostri siluri molto ricercati nel suo Paese,
che ha trasformato una passione in un’attività.
Le auto parcheggiate nel piccolo campeggio sono tante ma tutte rigorosamente con
targa tedesca. Molti di loro, a metà pomeriggio, sono fuori in barca per la
pesca. E questa attività non è l’unica sul Po, tant’è che si è arrivati
a una vera e propria lottizzazione del fiume: fra di loro (i tedeschi) si sono
divisi le zone di pesca, circa 20-
Alcuni frequentatori mantovani del fiume, ci confermano che questo è possibile,
come lo sono state le escavazioni abusive di sabbia, per la mancanza totale di
controlli. Le forze dell’ordine non si vedono mai transitare sul fiume, in
alcuni tratti da anni, tanto da permettere una lucrosa attività di pesca al
siluro attuata lottizzando il Po. Ovviamente buona parte del pescato è
commercializzato, sia congelato che vivo, utilizzando furgoni frigo, che
raccolgono il siluro filettato per la vendita. Il tutto in barba alla normativa
sanitaria italiana: figura come autoconsumo. Una barca su cui stanno due
pescatori viene affittata ai tedeschi per 100 euro al giorno e c’è chi ne
gestisce anche un centinaio. Con una stagione di pesca da aprile a ottobre, si
fanno un bel Po di soldi.
E se qualche tedesco si azzarda a pescare da riva, scatta subito il loro
fulmineo controllo, con imposizione della “tassa” di pesca. Si naviga sempre
attorno allo stesso problema: niente controlli. E così il fiume diventa terra
di frontiera dove tutto è possibile. Ce ne accorgiamo anche noi, che in tre
giorni di navigazione dalla foce del Mincio a Casalmaggiore abbiamo sofferto di
solitudine, incontrando solo alcuni pescatori in barca, con molti chilometri
senza presenza umana, ben sapendo di essere nel bel mezzo della pianura Padana.
L’assenza di vigilanza, amplificata dal “timore” che hanno le forze
dell’ordine nei confronti dei pescatori stranieri, genera una miscela tale da
favorire un ampio uso anarchico e indiscriminato del fiume. Nessuno chiede la
licenza di pesca a ungheresi, rumeni o tedeschi, meglio soprassedere e
domandarla solo ai più miti pescatori italiani. Le escavazioni abusive di
sabbia dal letto del fiume, che si sono protratte per anni, sono state favorite
da questa mancanza totale di controlli: tutti nei bar sapevano cosa succedeva di
notte sul fiume, ma nessuno, prima del nostro intervento nel 2002 aveva
affrontato questo problema.
Se il Po si è abbassato anche di
Conferenza
di Legambiente :'Il Po è il piu' importante e sfruttato fiume d'Italia - ha
detto Massimo Serafini- ma su di esso non mai stata realizzata una politica
unitaria e convincente".L'analisi dei dati dei rilevamenti fatti in
collaborazione con i tecnici della Struttura Oceanografica Daphne dell'Arpa
Emilia-Romagna
Operazione
Po, la campagna di Legambiente per la tutela e la valorizzazione del fiume e dei
territori rivieraschi, ha presentato i dati dei rilevamenti fatti dalla sorgente
fino a Revere (Mantova), che mostrano un graduale miglioramento della qualita'
delle acque. Ma il Po si presenta ancora come terra di confine, assediata dall'illegalita'
e dalle ecomafie. Lo annuncia la stessa asssociazione ambientalista in una
conferenza stampa a Boretto.
''Il Po e' il piu' importante e sfruttato fiume d'Italia - ha detto Massimo
Serafini, portavoce di Operazione Po - ma su di esso non mai stata realizzata
una politica unitaria e convincente: si e' cosi' assistito alla proliferazione
di enti ed istituzioni che con scarsi risultati cercano di far fronte alle piene
e ai momenti di scarsa portata. Operazione Po ha come obiettivo l'avvio di
misure concrete che affrontino decisamente i problemi del grande fiume a partire
dall'avvio delle azioni necessarie a tutelare la sicurezza idraulica delle
citta' e dei paesi situati sulle sue sponde e a perseguire il risanamento e la
qualita' delle sue acque, nonche' la valorizzazione delle grandi risorse
naturali, paesaggistiche, culturali che possono sostenere la rinascita economica
e garantire un futuro migliore per le popolazioni rivierasche. Gli inquinanti di
origine antropica, gli scarichi derivanti da insediamenti produttivi,
dall'agricoltura e dalla zootecnica rendono ancora lontana la realizzazione del
nostro sogno: quello di vedere il Po nuovamente balneabile. Non si tratta di un
sogno impossibile, ma e' necessario un maggiore sforzo per migliorare i sistemi
di depurazione degli scarichi, industriali e civili, ed un particolare impegno
per affrontare il problema dei reflui zootecnici''. L'analisi dei dati dei
rilevamenti fatti in collaborazione con i tecnici della Struttura Oceanografica
Daphne dell'Arpa Emilia-Romagna e il confronto con i dati rilevati lo scorso
anno in condizioni di portata sostanzialmente equivalenti mostrano un lento ma
graduale miglioramento della qualita' delle acque, ma il vero problema sono
ancora gli affluenti, che continuano a riversare nel corso principale i loro
carichi inquinanti (fosforo e azoto).
I dati rilevati dal Piemonte fino alle province di Reggio Emilia e Mantova - ha
detto Giulio Kerschbaumer, biologo di bordo di Operazione Po - mostrano come i
principali imputati siano gli affluenti del grande fiume, che riversano nel
corso d'acqua i loro carichi inquinanti.
Le distribuzioni dei valori del fosforo evidenziano tre picchi principali
individuati infatti nel fiume Lambro, nel torrente Parma e nel Crostolo, mentre i restanti valori
si attestano su concentrazioni molto inferiori.
La conferenza stampa e' stata l'occasione per denunciare varie forme di
illegalita: ''Emerge sempre piu' come il fiume sia terra di frontiera - ha detto
Massimo Becchi, dell'ufficio di Presidenza di Legambiente Emilia-Romagna - lo
avevamo gia' visto con le escavazioni abusive di sabbia in cui la mancanza
completa di controlli ha permesso per anni di asportare dall'alveo del fiume
milioni di tonnellate di inerti. Per lo stesso motivo attualmente sul fiume e'
avvenuta una vera e propria lottizzazione attuata soprattutto dai tedeschi che
affittando barche e posti letto nei loro campeggi si sono spartiti il lucroso
mercato della pesca del siluro. Viene imposta una tassa ai loro connazionali che
vengono anche autonomamente sulle sponde del Po. A questo si affianca una
cattura indiscriminata e illegale di numerose specie ittiche tra cui appunto il
siluro che vengono commercializzate soprattutto all'estero''.
''L'Emilia-Romagna anche nel rapporto Ecomafia 2009 si conferma come una regione
sotto attacco della criminalita' ambientale - ha concluso Antonio Pergolizzi -
Si segnalano infatti fenomeni di racket e controllo sempre piu' pesante in
particolare del mercato edilizio, con moltissime aziende titolari di appalti e
subappalti sottoposte a infiltrazioni e pressioni criminali''
(05
settembre 2009)
MAXI SEQUESTRO A ROVIGO, QUINTALI DI CARPE E SILURI PESCATI IRREGOLARMENTE, PRONTI PER I MERCATI ITTICI D'ITALIA
Buon 2009..sperando che si l’anno della svolta..
Voglio
aprire l’anno nuovo con le ultime foto che mi sono state consegnate, sperando
che siano le ultime che i miei occhi
vedranno perché dopo le tante segnalazioni e denuncie alle autorità competenti
, si dia il via ad una vera indagine sulla pesca di frodo che si tramuta in
frode commerciale con attentato alla salute pubblica.
Oramai
nessuno può dire di non sapere nulla sulla pesca di tipo commerciale che
avviene sul fiume Po e nel bacino della pianura padana, e queste foto parlano già
da sole.
Dal
Solo
nel 2005 si riuscì a fare intervenire
Questo
pesce (parliamo di 30 tonnellate di media al mese) viene poi immesso sui mercati
ittici sia italiani che stranieri, con un fatturato annuo stimato fra i 4-5
milioni di euro per i bracconieri.
Mi
fermo qui, perché per raccontare tutta la storia di come sono arrivati gli
alloctoni in Italia
e di come vengono gestiti ci vorrebbero forse tutte le pagine della rivista, e
prima di lasciare spazio alle foto voglio ringraziare Roberto Ripamonti che ha
voluto fortemente questa rubrica su Pescare.
Foto
1-2-3-4: a fine settembre una signora che passeggia con il suo cane sul pontile
sul fiume
Po a Villanova Marchesina (Ro) vede una persona tirare su dall’acqua dei pesci
attaccati a delle catene.La signora chiama la polizia Provinciale di Rovigo che
arrivata sul posto trova 11 siluri tenuti in vivo con questo metodo da un
“pescatore” ungherese. Oltre al sequestro dei siluri viene anche rinvenuta
una rete piena di carpe pronte per essere vendute ai laghi di pesca sportiva;
Foto
5-6: a Pila (Ro) nel delta del Po per circa 2 settimane viene notato un
accampamento
di pescatori ungheresi che pescano con le reti. Quando finalmente abbandonano la
spiaggia, sul posto vengono ritrovate centinaia di carcasse e teste di carpe,amur
e siluri
Foto
7: I siluri spesso vengono tenuti vivi legati ai pontili, oppure ai piloni dei
ponti e da questa estate anche le boe e i pali di navigazione sono stati
individuati come ottimi appigli, perché il prezzo sul mercato di un siluro
consegnato vivo è nettamente più alto di uno consegnato morto (8-9 euro al
chilo).
Michele
Valeriani
Presidente Gruppo Siluro Italia
Il pranzo è servito!
Durante l’anno 2007 su questa rivista sono stati pubblicati diversi articoli per mostrare a tutti gli appassionati di pesca, il fatto che il Po e diverse acqua del bacino padano fossero tenute in “ostaggio” da parte di organizzazioni che sfruttavano la risorsa ittica per produrre denaro illecito.
La campagna di sensibilizzazione è in atto da diversi anni e nel 2005 per la prima volta trovò l’interesse da parte delle tv nazionali e dei maggiori quotidiani.
Il tutto lasciava ben sperare che ben presto questo fenomeno di bracconaggio su scala industriale nelle nostre acque finisse e invece il “bracconiere” che conosce bene la legge ha imparato ad aggirarla e dopo un primo momento di smarrimento visto che dal 1997 al 2005 nessuno gli aveva rotto le scatole, si è messo a studiare ed ha imparato la sua parte da dire.
In che modo?
Accade che nel mese di aprile di quest’anno un controllo della Polizia Provinciale di Rovigo in un campo di pesca a Ficarolo (Ro) porta al ritrovamento di ben 5 quintali di pesce in possesso a due “pescatori” ungheresi.
Le loro roulotte da anni parcheggiate nella golena del fiume con tanto di allacciamento di luce, sono straimbottite di frigoriferi che a loro volta sono strapieni di filetti di pesce siluro.
Ovunque ci si giri spunta un bel pacchettino di pesce, ce ne sono talmente tanti da sfamare tutta Rovigo.(foto 1 e 2)
I due agenti sequestrano il pescato e portano i due “pescatori” (uso le virgolette non a caso), forniti di regolare licenza di tipo B rilasciata dalla provincia di Rovigo agli stranieri per la pesca del siluro,alla caserma dei Carabinieri dove ad attenderli c’è pure il veterinario dell’Asl.
Bene il gioco è fatto!
C’è un controllo, viene trovato del pesce di dubbia provenienza e di altrettanta dubbia strada di partenza, ora servono solo un paio di firme e il gioco è fatto.
Il “pescatore” viene interrogato e racconta la sua bella favola in cui lui è in Italia perché nel suo paese non saprebbe cosa fare e allora insieme a suo figlio sono qui per pescare, e riescono a prendere con la canna fino a 100 siluri al giorno, poi quelli che non mangiano li portano in patria e li regalano ai loro amici che fanno delle bellissime feste.
Nonostante la favola faccia acqua da tutte le parti, anche essa ha un lieto fine: i due “pescatori” ungheresi vengono rilasciati subito e possono tornare nelle loro roulotte insieme alla restituzione dei loro 5 quintali di filetti.(foto 3)
La legge sull’alloctonia (1574/93) non prevede un quantitativo massimo di pescato e quindi visto che in Italia non si può fare il “processo alle intenzioni” e che per le forze dell’ordine era impossibile dimostrare che quei 5 quintali sarebbero stati venduti al mercato, non resta altro da fare che ascoltare la tavoletta del “povero pescatore” che ha tanta fame.
E quei filetti dove sono finiti?
Semplice: il mattino seguente dalla vicina Papozze è arrivato un camion con tanto di scritta “trasporto animali vivi” (in Italia è vietato il trasporto in vivo di pesce siluro) ed ha caricato i filetti, poi ha fatto il giro di altri due campi di pesca di frodo (Sermide e Villanova Marchesana) ed è partito per la frontiera, perché come disse un “anonimo” veterinario: “tanto è tutto pesce che finisce all’estero”.(foto 4)
Speriamo che lo stesso ragionamento non lo facciano anche
quelli che dall’estero spediscono generi alimentati in Italia…”tanto è
tutta roba che si mangiano gli italiani…”
Michele Valeriani
Io
pesco,tu peschi,essi..braccano!
Il 22 settembre 2006 il
Gruppo Siluro Emilia (sede distaccata del Gruppo Siluro Italia che raduna gli
associati delle province di Modena,Parma,Reggio Emilia) aveva prenotato e pagato
da tempo un tratto del campo gara del canale di Ostellato in gestione alla
F.i.p.s.a.s, per un enduro di 24 ore di pesca al siluro.
I ragazzi appena giunti sul
luogo trovano accampati all’interno del settore prenotato, un attrezzatissimo
accampamento di austriaci,
con tanto di: gazebo,ampi surgelatori e frigo,spillatrice di birra,lavandino con
pompa di ricircolo e scarico libero nel canale,viveri per un esercito e
generatore di corrente.(foto 1 e 2)
Questa appena descritta è
la facciata “A” della questione, poi c’è la facciata “B”, infatti
appena inizia una discussione in cui gli viene chiesto di spostarsi al di fuori
del settore prenotato, vengono prirma notati diversi siluri legati tramite dei
cordini a dei paletti conficcati nel
terreno, poi una rete con all’interno diverse carpe,amur e breme,e infine due
bei carrelli-vasca con tanto di ossigenatori per il trasporto in vivo del
pescato.
Era da tempo che si
vociferava che anche il canale Valle Lepri era stato “intercettato” da
pescatori di frodo, ma non i “soliti” dell’est che da anni razziano il
Po,e che essi erano particolarmente attratti dalle generose dimensioni della
carpe ospitate in queste acque da vendere poi ai laghi di pesca sportiva, mentre
per i siluri la fine sono i banchi dei mercati ittici.
I suddetti “pescatori”
non hanno la minima intenzione di sbaraccare, quindi Mirko il responsabile del
Gruppo Siluro Emilia inizia a fare
un giro di telefonate per chiedere aiuto alle autorità.
La prima telefonata è ai
guardia pesca, ma si sente rispondere che sono tutti impegnati a
“sorvegliare” il corretto svolgimento della vicina manifestazione di
mongolfiere (metti caso che qualcuno usi il pallone aerostatico per pescare in
zona di divieto),la seconda ai carabinieri che però affermano di non avere i
mezzi adatti per percorrere una strada sterrata (infatti i ragazzi presenti si
erano fatti paracadutare sul posto dalle mongolfiere),la terza alla F.i.p.s.a.s.
di Ferrara che promette l’invio di personale.
Passano 3 ore ma nessuno si
vede, e il ritardo sull’inizio dell’enduro comincia ad innervosire i
partecipanti, ma gli accampati non si
muovono di
Mirko richiama
A questo punto viene
sollecitato l’intervento della Guardie Provinciali che arrivano in breve sul
luogo e provvedono a far sgombrare i pescatori austriaci,i quali però appena
avevano capito che qualcuno sarebbe arrivato si erano prodigati velocemente a
liberare carpe e amur, trattenendo solo gli alloctoni siluri e breme che non
hanno limite di pescato, ma se vogliamo essere “aggiornati” con le
lungimiranti visioni della pesca
della Provincia di Ferrara essi avrebbero potuto trattenere anche le amur visto
che sono state inserite nella lista nera dei “pesci da eliminare”.
Torniamo alla gara che
finalmente è potuta iniziare con quasi mezza giornata di ritardo, riservando
poi tante sorprese ai partecipanti,come il ritrovamento di diversi “inganni”
per i pesci, che non erano potuti essere recuperati dagli “ospiti”
dell’oltre Alpi. (foto 3)
Troppo spesso ci troviamo a
convivere a contatto con gente che con la pesca con la canna in mano e con la
sana passione della pesca non ha nulla a che fare, e purtroppo anche a causa
degli scarsi controlli da parte delle autorità competenti, la distanza fra chi
pratica il “catch&release” a chi invece fa il “catch&freezer” è
vicinissima..alcune volte quasi spalla a spalla.
Michele Valeriani
Presidente Gruppo Siluro Italia
I siluri vittime della pesca di frodo sulle rive del Po |
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ROBERTA MARESCI |
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ROMA |
SLOW FOOD 2007
Terra
di conquista
La situazione ha raggiunto i limiti massimi di sopportazione, i nostri fiumi
sono diventati campo base per operazioni illegali da parte di bande di
bracconieri. Sono passati molti mesi dalla notizia dell’arresto di tal Lazlo,
di origine ungherese che con una banda posta nella zona del delta ha
regolarmente depredato il Grande Fiume per scopi assolutamente illeciti creando
autentici mattatoi in cui ogni norma igienica veniva trascurata eppure, al
situazione non è cambiata anzi.
Sfruttando l’assoluta assenza di controlli da parte di chi è preposto a
questo e che magari indirizza le proprie attenzioni verso qualche cittadino
italiano che munito di licenza e permessi, trascorre qualche ora libera, bande
di bracconieri sono risaliti fino alle porte di Cremona facendo piazza pulita di
tutto ciò che è catturabile con le reti. In questi giorni, il canal Bianco,
sta subendo lo stesso trattamento e le denunce fatte dal Gruppo Siluro Italia
sono oramai all’ordine del giorno.
Si tratta di operazioni sistematiche in cui i magiari arrivano con caravan
dotati di tutti i comfort, molte barche con motori potenti e indisturbati
mettono insieme una sorta di macelleria che ha l’intento di catturare e
rivendere ciò che finisce nelle loro reti. Poi, in barba ad ogni livello di
inquinamento, biologico o chimico che sia, questi banditi vendono a conniventi
che pensano a distribuire queste bombe batterologiche sul mercato nazionale ed
europeo. Ignari consumatori si ritrovano quindi davanti a pesci di provenienza
dichiarata assai differente da quella reale e magari, li consumano a casa oppure
nei vari ristoranti “etnici” che hanno invaso il nostro Paese. Dico
“etnici” per generalizzare ma, credo tutti sappiano in quale cucina avviene
il maggiore consumo di pesce magari camuffato da salse… in agro dolce.
Ovviamente, la totalità dei siluri che provengono dal bacino del PO e dai sui
affluenti non rispondono ad alcuna norma ne permetta il consumo sebbene, salterà
fuori qualcuno a bacchettarmi ed affermare il contrario. Ma come ho sempre
fatto, non ne sarei comunque interessato.
Ma questa è la punta di un iceberg che sta portando sotto attacco tanti corsi
d’acque e non soltanto il siluro. In questi giorni ad esempio è di moda l’amur
o carpa erbivora che, in Provincia di Ferrera è stata considerata dannosa
all’integrità di sponde e letti di frega e come tale deve essere distrutta al
punto che magari verranno anche spesi soldi per assoldare persone che si mettano
a ripulire con le reti i bei canali di quella provincia. Nessuno pensa che il
danno creato con una simile operazione di pulizia etnica è certamente superiore
a quello causato dal pesciolone innocuo venuto dall’Est e dimesso in grandi
quantitativi in passato… dalla stessa provincia.
Nessuno pensa che l’amur è oramai un pesce accettato da migliaia di
appassionati e la sua presenza crea indotto e fa spostare angler anche per
centinaia di chilometri, per poterlo pescare. Magari, si tolgono gli amur
lasciando migliaia di appassionati di pesca senza una delle poche vere
attrattive della zona (in senso alieutico) e si ripopolano i corsi d’acqua con
pesci gatto, tanto autoctoni quanto infestanti e inutili. Ma la mia è solo
ironia, sia chiaro poiché nessuna mente potrebbe concepire una simile
operazione e sono certo che le Associazioni legate alla pesca , (che so, FIPSAS,
ARCI) mai approverebbero una simile stortura che ci rimanda dritti all’età
della pietra o meglio, a quella della pesca del pesce gatto che si può anche
mangiare.
Di fronte a queste situazioni disastrose che stanno creando danni anche
all’indotto locale (la situazione paradossale di Ostellato è esempio
eclatante di scelte sbagliate che impattano sulla realtà locale), che ci stanno
privando materialmente dei luoghi in cui praticare la pesca sportiva (il divieto
di sosta lungo
I nostri fiumi non devono essere salvati dal siluro o dall’alloctono di turno
perché, quello, riescono a farlo da soli. Devono essere salvati da chi sta
gestendo le acque in modo medioevale a danno della maggioranza.
Roberto
Ripamonti
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