La ripartizione del Silurus glanis è, come andremo a vedere qui di seguito, un esempio molto interessante di biogeografia, e inizieremo lo studio della sua ripartizione a livello mondiale. La carta ci mostra che l’area di ripartizione del siluro ha una tendenza d’espansione verso l’Ovest, in più si può notare come sono preferibilmente colonizzati i grossi bacini fluviali: in Italia il bacino del Po, in Francia il bacino del Rodano, della Loira, della Senna e della Garonna; in Spagna quello del Rio Ebro.
Prima di trattare la distribuzione geografica attuale e la recente colonizzazione dell’Italia, della Francia e della Spagna, dobbiamo interessarci all’evoluzione subita dalle popolazioni di siluri attraverso le epoche geologiche. I ritrovamenti paleontologici finora ufficialmente riconosciuti di Serat, Vaquer e Perpignan, ci mostrano che il siluro era presente in Francia già nel Pliocene (da 2 a 5 milioni d’anni) Déperet 1985.
La regressione della ripartizione è probabilmente dovuta alle grandi glaciazioni del Pleistocene (da 10 mila a 2 milioni d’anni), che provocò l’avanzamento dei ghiacci dal nord dell’Europa fino alle Alpi, in un asse Nord-Est/Sud-Ovest, sconvolgendo la geografia e il clima. La presenza fisica dei ghiacci associata ad un abbassamento generale della temperatura, ha spinto l’insieme delle specie ittiche verso il sud. Per quello che concerne le popolazioni di siluri dell’Europa centrale, esse hanno certamente trovato rifugio a valle del bacino del Danubio.
Le popolazioni orientali e occidentali hanno invece incontrato una barriera fisica insormontabile, che causò la loro sparizione: i Pirenei, il mar Mediterraneo e le Alpi a Ovest; il Mar Nero, il Caucaso e il Mar Caspio a Est.
La bassa temperatura ha sicuramente poi giocato un ruolo importante nella distribuzione successiva (Brana e Rigaud 1997). Il genere Silurus comprende 17 specie ed ha probabilmente un’origine monofiletica. Si ritiene cioè che tutte le specie di questo genere abbiano avuto origine da un unico antenato.
Secondo Kobayakawa (1989) quando si è innalzata la catena montuosa dell’Himalaya e dell’Altopiano Mongolico il genere Silurus è stato diviso tra l’Europa e l’Asia. Nell’Asia orientale si trova la maggior parte delle specie di questo genere. Gli unici due rappresentanti del genere Silurus presenti in Europa sono il Silurus glanis e il Silurus aristotelis.
Il Silurus aristotelis è endemico del fiume Aspropotamo e delle regioni balcaniche che si affacciano sul mar Ionio. Si distingue dal Silurus glanis per le minori dimensioni che può raggiungere e per la presenza di quattro barbigli, anziché sei. E’ probabile che Aristotele quando descrisse le abitudini del siluro si riferiva a questa specie.
Il Silurus aristotelis è divenuto molto raro ed è minacciato d’estinzione. L’Europa Orientale è dunque il bacino d’origine del Silurus glanis, da moltissimi secoli. La sua area d’espansione naturale a Ovest non valica il limite della vecchia Jugoslavia, dell’Austria, della Svizzera, della Germania e dei Paesi Bassi. E’ presente negli immissari del mar Nero (Fiumi Danubio e Dnepr), del mar d’Azov (fiume Don) e del lago Mal.
In una trentina d’anni, i siluri si sono poi imposti in Francia, in Italia e in Spagna. Seminato in Spagna da pescatori tedeschi nel “74”, che immisero 42 siluri nelle acque del lago Embalse de Riba-Roja, un enorme bacino d’acqua del fiume Ebro. Immessi in Francia (inizialmente nella Seilla) nel bacino della Saona e del Rodano intorno al “77”, esemplari provenienti dalla Romania. Successivamente seminato anche nella Loira e affluenti.
Ben impiantati, le popolazioni continuano la loro crescita, sia in lunghezza sia in peso. Nel 1880, grazie alla famiglia del duca di Bedford, qualche siluro è stato introdotto in alcune zone delle isole britanniche.Qualcuno è sopravissuto grazie a qualche estate inglese eccezionalmente calda, ed è riuscito a riprodursi.
Nel 1984, il Catfish Conservation Group, fondato da Kevin Maddocks, ha ottenuto che il siluro fosse considerato come un pesce autoctono, raggiungendo l’obbiettivo di studiare questa specie ed immetterla in modo controllato nei fiumi e nei laghi inglesi.
A causa delle estati corti e fresche, la crescita del siluro inglese è molto modesta, da 1 a 1,5 kg per anno, il più grosso pesa tra i 20 e i 30 chili, per la stessa ragione la popolazione non è molto numerosa, e in alcuni bacini, la sua presenza è addirittura scarsa.
Nell’Europa del Nord, si registra qualche presenza isolata: in Belgio nella Mosa; nei Paesi Bassi, nel Westeinderplas in prossimità di Schipol, esiste una vecchissima popolazione di siluri, ed in questo paese la specie è protetta.
Quel poco che si conosce sul siluro olandese, è che esso è poco numeroso, che sembra riprodursi e che certamente supera i 30 chilogrammi di peso, una discreta popolazione è, infatti, presente già dalla metà dell’ottocento nelle acque del lago Harlemer Meer, ma non si sa come sia stato introdotto.
In Germania, la situazione è sempre stata migliore, grazie alle meravigliose acque del Danubio, ma senza comparazione con l’Italia, ed è considerato autoctono. La sua crescita è migliore che nei Paesi bassi o in Inghilterra, ma la sua cattura non è sempre costante, in un anno, una ventina di catture che passano i 20 kg si contano solo sommandole in tutto il paese.
Di fatto, però, l’enterofizzazione delle acque e il riscaldamento climatico, sta portando le acque tedesche a cambiare aspetto. Oggi i siluri crescono e si stanno riproducendo in una maniera inaspettata. Essi sono particolarmente numerosi in molti affluenti del Danubio e non: nel Neckar, nel Meno, nel Reno e in maniera minore, nell’Elba, nel Warnow, nella Sprea o nell’Oder. Il loro peso medio resta comunque molto basso, un pesce di 20 kg e già una preda eccezionale.
Nel 1997, è il Reno che ha ottenuto il miglior risultato, con numerose catture di più di 50 kg. Il siluro è passato anche in Svizzera dal bacino del Danubio in seguito ai cambiamenti climatici e idrogeologici causati dalle ultime glaciazioni, ed è considerata specie potenzialmente a rischio d’estinzione, per cui è oggetto di particolari forme di salvaguardia. Esso è presente limitatamente nei laghi di Neuchatei, Bienne e Morat; qualche sporadica presenza è individuabile anche nel lago di Costanza e Thun.
Si ha solo qualche notizia della presenza di alcuni siluri in Danimarca e ancora più a Nord, in Svezia e in Finlandia. Il Mar Baltico é stato in epoche lontane un enorme lago d’acqua dolce tramite il quale il siluro ha potuto spargersi nelle regioni del Nord Europa fino a giungere nel mare del Nord. L’ultima popolazione degna di questo nome vive nel fiume svedese Eman e nel bacino del Helgean, ma comunque sotto del 60° parallelo, e si è adattata geneticamente al freddo.
Alcuni pescatori di trote con la tecnica della mosca, giurano di aver allamato senza volerlo, un siluro intorno ai 60 chilogrammi, mentre dei pescatori professionisti dicono che spesso catturano, con le reti, addirittura alcuni esemplari a ben dieci chilometri dal delta dell’Eman in pieno mar Baltico. Lo si può trovare anche nei laghi Ladoga e Onega, nel bacino della Neva e nel golfo di Finlandia. Anche in queste nazioni sono in atto interventi per la salvaguardia di questa specie, considerato un “relitto” post-glaciale, arrivato grazie alle ultime glaciazioni.
Il limite più a sud della sua distribuzione è, invece, la regione dei Balcani, nei fiumi Vardar e Maritza. In Asia è presente anche nel fiume Chu in Kirghizistan, e nel tratto centrale del fiume Sarysu in Kazakistan.