Il calendario del pescatore non è vincolato da date precise; è la temperatura dell’acqua che, agisce sul metabolismo dei pesci, determinando il loro periodi di attività alimentare. Questo fenomeno è più evidente nella pesca al siluro, in quanto specie particolarmente amante delle acque calde. Per il siluro l’ottimo termico, ossia la temperatura d’acqua ideale, è elevato. Altri fattori complementari, prossimità della frega, riserve caloriche prima dell’arrivo dell’inverno, possono permettere grandi pescate.
Il siluro esce dal “letargo” invernale quando l’acqua è intorno agli 8° C. Il suo stomaco è vuoto, le sue riserve di grasso sono finite, ed ha fretta di preparare la prossima frega. Tutti si attivano, e in particolare le femmine, le quali vogliono aumentare la quantità di uova che gia portano con loro. Malgrado un acqua ancora fredda (8-11° C), le prime grosse prede finiscono in bocca al nostro predatore, soprattutto durante le piene del fiume, che sporcano l’acqua.
Quando il fiume è normale il siluro preferisce attendere la preda sul fondo, in acque medio profonde, dove gli sbalzi termici di questo periodo sono meno rilevanti, piuttosto di effettuare una cruenta caccia in superficie. Quando l’acqua finalmente raggiunge i 17° C, il ventre delle femmine si arrotonda, riempitosi di numerose uova. I siluri in questo periodo, evitano con decisione le nostre esche, concentrandosi più sulla frega: è quasi inutile disturbarli!
Quando la temperatura dell’acqua ridiscende notevolmente sotto i 22° C, l’organismo del siluro si prepara poco a poco all’inverno che si avvicina, in quanto gli conviene ricoprirsi di uno stato supplementare di grasso. Purtroppo, però, le basse temperature, rendono i pesci spesso lunatici, soprattutto in caso di brusca caduta intorno ai 2° C, rimanendo inattivi per parecchi giorni. Pertanto l’organismo risente il bisogno di arricchire ancora di più un ventre già bello pieno, è in questi casi che si può parlare di siluri grassoni. Durante questi giorni, per circa una settimana, si possono fare delle catture fantastiche.
Più la temperatura dell’acqua si abbassa e più rare diventano le cacce collettive, quando essa è intorno ai 10° C, solo qualche individuo gigantesco è ancora in attività e lo si può catturare pescando sulle fosse profonde. È in ragione di questa specie di bulimia, che autunno è per due o tre settimane uno dei periodi migliori dell’anno per fare il colpaccio. Solo a causa dei capricci del tempo, questa fase rimane spesso imprevedibile.
Se la temperatura dell’acqua cade sotto gli 8° C, il siluro osserva una attività ridotta al minimo, riposa sul fondo senza muoversi. Le sue principali riserve caloriche sono sacrificate solo all’apertura e alla chiusura delle branchie per respirare. Non si sposta praticamente più da dove si trova, solamente un brusco cambiamento d’acqua causato da una piena lo costringe a farlo. In questo periodo le possibilità di una cattura sono evidentemente ridotte. E’ possibile in tal periodo attaccare spesso e volentieri dei siluri dall’esterno, in quanto nei mesi più freddi dell’anno, si assiste ad un vero e proprio assembramento di massa di siluri. Questo fenomeno è frequente ed è stato osservato, sia in Po, che nel canal Bianco e in Francia nella Saona.
L’inverno è dunque il periodo dell’anno peggiore per catturare siluri? Dove l’inverno è rigido sicuramente! Ma dove determinate condizioni ambientali, naturali o artificiali, permettono all’acqua di non raggiungere determinate basse temperature, allora qui le possibilità di una cattura non sono nulle. Ad esempio nei pressi di Ostiglia nel mantovano, una centrale termoelettrica presente sulla riva del Po, fa si che la temperatura dell’acqua non scenda per un lungo tratto al di sotto dei fatidici 10° C, infatti in questa zona le catture invernali sono più numerose che in qualsiasi altro posto nel Grande Fiume.