UN ANNO FA USCI’ LA NUOVA LEGGE REGIONALE IN MATERIA DI PESCA PER LA REGIONE EMILIA ROMAGNA. ALLA MAGGIOR PARTE DEI PESCATORI COLì SOLAMENTE IL FATTO DEL DIVIETO DELL’UTILIZZO DEL PESCE VIVO E MORTO, IN VERITA’ DENTRO ESSA C’E’ UNA LETTERA “D” NELL’ARTICOLO 7, DEDICATO ALL’ASSOCIAZIONISMO, CHE MERITEREBBE PIU’ ATTENZIONE.

d) operare in almeno quattro aree provinciali del territorio regionale con almeno due specifiche sedi, attraverso articolazioni
locali strutturate su base associativa, oppure avere una sede operativa sul territorio regionale e annoverare almeno
duemila associati regionali muniti di licenza di pesca.

NELLA PRECEDENTE LEGGE L’ULTIMA RIGA “MUNITI DI LICENZA DI PESCA” NON ERA PRESENTE.

COINCIDENZE OPPURE LA NASCITA DI ALTRE SITUAZIONI TIPO ASI PESCA CHE POTEVA CONTARE 600 MILA ISCRITTI A LIVELLO NAZIONALE SPAVENTAVA SE I SUOI RAPPRESENTANTI SI FOSSERO SEDUTI NELLE VARIE CONSULTE ITTICHE?

FATTO STA CHE NELLA LEGGE SI PARLA TANTO DI ASSOCIAZIONISMO, MA PER UN’ASSOCIAZIONE è IMPOSSIBILE ENTRARE PERCHè LO SBARRAMENTO E’ PRATICAMENTE INSORMONTABILE, ECCO CHE IN UNA CONSULTA ITTICA PERO’ TI TROVI LA FIPSAS CHE SI PREOCCUPA DEI RIPOPOLAMENTI NEI SUOI CAMPI GARA MENTRE TUTTO IL RESTO VIENE DEPREDATO.

LA CARA E VECCHIA DEMOCRAZIA ITTICA…