Siluri in Inverno
Testo di Andrea Pomati, Foto di Yuri Grisendi
L’inverno è senza dubbio la stagione più difficile per
insidiare il gigante del fiume, la pazienza dovrà essere nostra compagna in
tante ore di pesca, ma nonostante le condizioni sfavorevoli ed il freddo
pungente esistono comunque le possibilità di cattura ... e di solito sono
grossi.
Qualche anno fa,
un po’ come tutti i pescatori coscienziosi, in inverno decidevo di
smettere di pescare e appendevo le canne al chiodo,
almeno fino alla metà del mese di marzo, quando il timido sole della
primavera riusciva ad allietare una giornata di pesca e a risvegliare
l’attività predatoria del gigante
del fiume. Nei mesi più freddi però i
ricordi affioravano e l’astinenza di tenere una canna in mano si faceva
sentire, continuavo a chiedermi se ci fossero delle possibilità concrete di
catturare siluri in inverno… La risposta è arrivata soltanto provando!
Rischiando il raffreddore cronico, ho capito che i siluri,
nonostante una condizione di semi-letargo,
mantenevano comunque un’attività alimentare. Soprattutto i grossi
esemplari sentono il bisogno di
nutrirsi anche a basse temperature, forse perché hanno un consumo di calorie più
elevato, o semplicemente la mole gli impone un’assunzione di cibo più
regolare.
Preventiviamo di passare molte
ore sul fiume, al freddo, per cercare di avere un attacco sulle nostre insidie,
ma credo ne valga pena perché come avrete capito sono proprio i grossi a
mangiare!
Comportamento del siluro
Il pesce siluro è un animale a sangue freddo,
quindi è molto sensibile alla temperatura dell’acqua specialmente quando essa
scende sotto i 10 gradi. In queste situazioni il siluro tende a azzerare la
ricerca alimentare per entrare in una specie di letargo, una situazione che lo
rende praticamente inattivo, fermo sul fondale, di solito nelle buche più
profonde, bruciando le risorse caloriche accumulate solo per la respirazione.
In questi momenti, nelle zone di maggiore
depressione del fiume è possibile individuare con l’aiuto
dell’ecoscandaglio gruppi numerosi
di siluri in spazi ridotti, quasi a contatto l’uno con l’altro!
Dove
pescare in inverno
Una volta capito il comportamento del pesce, non
ci rimane altro da fare che ricercare le zone più profonde del fiume, che
solitamente sono all’inizio di lunghe primate in corrente,
alle confluenze di fiumi e canali, dopo
le cascate, o appena dopo i pennelli.
Non ci deve spaventare della corrente che vediamo
in superficie, infatti è possibile che in profondità sia molto minore,
consentendo al siluro la massima ossigenazione con minimo sforzo.
La barca ci consentirà di individuare meglio gli
spot di pesca, e di presentare le esche più facilmente, a scapito di passare
molte ore in un ambiente ristretto.
Tecniche
La
presentazione dell’esca sarà necessariamente vicino al fondo,
per cui sarà ottima la pesca a fondo tradizionale, oppure con la
montatura “piombo a perdere”, da usare se il fondo è sporco e ricco di
incagli, ci consentirà di salvare la lenza madre e l’esca. Il piombo dovrà
essere adatto e rapportato alla corrente del fiume, per non ritrovarci dopo
pochi minuti l’esca fuori dal punto più profondo; nella maggiore parte dei
casi posso consigliare un 200 gr. Per correnti medie, fino a 300 gr. per forti
correnti.
La
forma più adatta del piombo sono le classiche saponette, mentre sono ottimi le
forme a riccio per un sicuro appiglio. Il terminale in
kevlar da 100 kg sarà lungo circa 150 cm per consentire all’esca maggiore
libertà.
Pescando
con il galleggiante dovremo cercare una zona del fiume con poca corrente,
sfruttando i rigiri, potremo avere le nostre esche in continuo movimento, in
modo da “sondare” un settore più ampio della buca.
Tareremo
il galleggiante in modo che l’esca sfiori il fondale, ma non la appoggeremo,
è meglio staccarla circa 50/100 cm dal fondo, per renderla più “visibile”,
infatti il siluro capta meglio le vibrazioni quando esse provengono dall’alto,
aumentando le provabilità di attacchi.
Le
esche
L’esca migliore in assoluto per il periodo invernale è senza dubbio la trota di una taglia intorno ai 25 cm, la sua vivacità ed movimenti elettrici che si traducono in acqua in potenti vibrazioni riescono a “svegliare” il siluro assopito sul fondo, ma la trota risulta essere un’esca molto delicata, infatti non possiamo permetterci la lanciarla più volte in acqua pena la morte della stessa. Meno impegnativo da questo punto di vista è il carassio che si dimostra molto tenace e resistente.
Anche le esche inanimate come i vermi ed i
calamari possono fare la differenza, stimolando il siluro a livello olfattivo.
La reperibilità delle trote vive è buona,
il costo negli allevamenti è intorno ai 5 euro al kg , ma la cosa
importante è il mantenimento! Sono molto delicate per cui hanno bisogno di un
contenitore molto grosso e con una buona ossigenazione, dobbiamo scordarci i
piccoli contenitori per il vivo che troviamo in commercio, se non vogliamo
gettare al vento il nostro piccolo investimento.
Quando
pescarlo
In questa stagione dovremo necessariamente
pianificare la nostra uscita tenendo conto delle condizioni meteo,
sono assolutamente da evitare le giornate con bassa pressione o pioggia,
preferendo le belle giornate di sole, e
non solo per rendere più vivibile la nostra giornata di pesca!
Lasciamo perdere le ore notturne, e cerchiamo di sfruttare le poche ore di sole a disposizione che coincidono con il momento più caldo della giornata ed al momento di maggiore attività dei siluri. Questa attività è molto limitata nel tempo, è possibile avere attacchi quasi in contemporanea, poi per ore più nulla!