La barca di legno
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Il legno è il materiale più antico per muoversi nell’acqua, il primo usato dall’uomo per solcare i mari; è ancora oggi un perfetto materiale tecnico ingegneristico dalle qualità sorprendenti e nascoste, che se ben interpretate e sfruttate con i prodotti della chimica moderna offerti oggi dal mercato, dà risultati ineguagliabili per risolvere i problemi di leggerezza, resistenza e manutenzione richieste dai tempi attuali. Per poter eseguire gli interventi necessari sulle imbarcazioni in legno è opportuno che sia messa in secco, possibilmente al coperto al fine di proteggerla dalla pioggia e da altre condizioni climatiche. E‘ importante che la barca sia svuotata di tutto l'armamento mobile; tutti i ripostigli devono essere perfettamente puliti, lavati e perfettamente asciugati. Le viti e i chiodi, essendo inseriti nella profondità del legno, presentano una piccola cavità nella maggior parte dei casi ricoperta con stucco. Quando sono tirate a secco si notano piccoli aloni di umidità in corrispondenza delle viti e dei chiodi e crepe lungo la giunzione delle tavole. Il tempo, l'acqua e gli stress derivanti dalla navigazione e tutti i fattori contingenti, hanno ammorbidito lo stucco, e l'umidità è arrivata sino alle viti e ai chiodi. Per rimuovere lo smalto sull'opera morta e l'antivegetativo sull'opera viva, i mezzi più indicati sono: bruciatura con fiamma, discatura, sabbiatura. E' consigliabile la bruciatura con fiamma in quanto il fuoco è già dì per sé un antiparassita per il legno, lo asciuga leggermente e mette in evidenza alcuni difetti nascosti.
Imbarcazioni a fasciame
Questo tipo d’imbarcazione, che rappresenta la lavorazione più tradizionale, la stuccatura e il calafataggio sono operazioni che si devono fare periodicamente. La resina epossidica se usata adeguatamente riduce la ripetizione della manutenzione e prolunga la vita di navigazione della nostra barca. Vogliamo risolvere i problemi delle aperture del fasciame in massello, comprese le giunture sulla ruota di prua, di poppa e della relativa vitagine e chiodagine, che fissano il fasciame sull'ossatura e vediamo anche perché il legno si è ritirato e i corsi del fasciame, messi in opera dai maestri d’ascia che combaciavano così perfettamente, ora si presentano aperti. L’azione dell’umidità penetra attraverso il film della vernice protettiva, che per quanto compatta, presenta dei micro-pori, attraverso i quali avviene, per variazione della temperatura, un continuo assorbimento e rilascio d’umidità. L'umidità che prima era entrata aveva imbevuto la grana del legno, uscendo porta con sé microscopiche quantità di zuccheri, amidi e lignina, che formano la struttura del legno. Questo continuo andirivieni asporta dal legno insieme a sostanze importanti, anche una parte del suo volume, per cui la restante parte della tavola, tende a ridursi e di conseguenza a mostrare il comento. Pari discorso vale anche per le barche cafalatate all’origine, perché dopo alcuni anni, il calafataggio va rifatto e deve essere di maggiore consistenza, per riprendere quei maggiori "laschi" che si sono creati.