Mercoledì 23 Luglio 2003
Il dipartimento caccia e pesca della Provincia ha posto sul fondo del lago di Fimon fascine per favorire il deposito delle uova |
Il persico avrà una nuova casa |
L’operazione è stata suggerita dai vecchi pescatori della zona |
Nell'ambito del progetto ideato dal
Dipartimento Caccia e Pesca dell'Amministrazione Provinciale di Vicenza e
dal Corpo di Polizia Provinciale, con l'assistenza tecnica scientifica dei
biologi dello studio Aquaprogram, volto ad aumentare le popolazioni
ittiche autoctone e le condizioni naturali di un tempo, oltre alla
bonifica delle specie ittiche considerate dannose al delicato ecosistema
del Lago di Fimon (siluro d'Europa, carassio e abramide) si è realizzata
in questi giorni un'altra importante iniziativa. La Polizia Provinciale,
coadiuvata da alcuni attivissimi soci del "Bacino di pesca Zona
B", ha, infatti, posto sul fondo del lago la prima di una serie di
"legnaie", metodo d'antichissime origini da sempre utilizzato
nei grandi laghi del nord Italia, che hanno la funzione di costituire un
ambiente idoneo allo stazionamento e alla riproduzione del persico reale e
di creare un sicuro rifugio dai vari predatori agli avannotti di questa
specie. Le legnaie, seguendo le tradizionali metodologie, sono realizzate
fissando delle fascine di rami di piante resistenti alla prolungata
immersione in acqua (salice, ontano, ecc), ad una struttura di pali di
castagno, vengono poi opportunamente zavorrate e quindi affondate sul
fondo del lago. Tutto l'insieme risulta molto voluminoso e ogni legnaia viene a pesare alcuni quintali. L'individuazione dei punti precisi dove predisporre le legnaie è stata fatta eseguendo una ricerca storica sulla storia del Lago di Fimon e seguendo le indicazioni d'alcuni anziani ex pescatori di professione che vivevano con le risorse che questo forniva loro, prima che il lago si impoverisse notevolmente. Il persico reale, specie molto pregiata, costituiva un tempo assieme al luccio, una delle specie più numerose al Lago di Fimon, l'obiettivo attuale perciò è quello di ricostruire una popolazione che sia in grado d'auto sostenersi e che non dipenda solamente dalle ripetute immissioni per opera della Provincia e dal " Bacino di pesca zona B", gestore di queste acque. |