LA VERITA'
LA MENZOGNA
IL FATTO
L'INUTILITÀ
LA VERITA'
Da una lettera inviata per tre volte al "Il Resto del Carlino" con tanto di foto allegate di storioni morti contro la centrale....mai pubblicata o ricevuto risposta, e questo la dice lunga sulla libertà di stampa e soprattutto sul diritto di replica in Italia !!!
Spettabile Redazione del Carlino,
leggiamo con sorpresa sul vostro giornale l'articolo sull'immissione dello storione nel Po, dove all'interno ancora una volta sembra additare come unico male delle acque italiane IL SILURO.
Nessuno ha mai detto che il siluro è un angioletto venuto dal paradiso, ma troppo spesso è usato come capro espiatorio permettendo che vengano messi in secondo piano i veri problemi delle nostre
acque.
QUESTO TIPO DI DISINFORMAZIONE NON E' ASSOLUTAMENTE ACCETTABILE NEL 2006 !!!!!
L'acqua del Po è chiaramente inquinata in quanto Milano non è in regola con gli impianti di depurazione, esiste sul fiume una ex centrale nucleare che raffredda le barre stoccate con l'acqua del Chiavenna (affluente del Po), abbiamo un muro alto
10 metri che impedisce ogni passaggio di pesce tra monte e valle a Piacenza, abbiamo canalizzato il fiume aumentando la sua velocità, abbiamo chiuso le lanche dove il pesce si riproduceva e poi ci preoccupiamo dell'ennesimo predatore alloctono arrivato nelle nostre acque....benvenga il pesce che può sopravvivere a quest'inferno!!!!
Progetto Cobice Life?...forse vi siete sbagliati è Cobice Dead:
1) Lo storione è un pesce anadromo (migra tra il mare ed il fiume) e lo si ripopola in un fiume sbarrato dalla centrale di isola Serafini (senza scala di monta) per cui nel tentativo di flusso verso monte MUORE;
2) Gli stessi tecnici ARPA sostengono che temperatura e caratteristiche dell'acqua non sono idonee al suo acclimatamento, quindi MUORE;
3) La taglia media dei pesci rilasciati è troppo piccola (predatori come il cormorano, l'Aspio e il Perca ringraziano) quindi, MUORE;
4) Le marcature per il monitoraggio su pesci così piccoli (targhette e chip) sono degli invalidanti fisici, per cui.... MUORE;
5) Se nel caso ne fosse sopravvissuto qualcuno, gli elettrostorditori legalmente utilizzati da alcune Provincie per contenere il Silurus Glanis, completano il lavoro, MUORE;
6) Se nel caso se ne fosse salvato ancora qualcuno, quando arriveranno gli ungheresi, verra pescato con le reti, quindi MUORE.
Domanda, ma la Comunità Europea ha così tanti soldi da buttare in opere così palesemente inutili.....un buon agricoltore sa che prima di seminare bisogna preparare il terreno, renderlo fertile ed accogliente per la nascita e la crescita della vita....il fiume Po è molto malato...non sì può insistere a seminare senza aver risolto i veri problemi, e magari proprio iniziando dallo scritto qui sotto, dove si spiega quale è l'unico vero responsabile della scomparsa dello storione dal fiume Po:
ATTI DEL COMITATO ISTITUZIONALE
Seduta del 27.01.1994 Deliberazione n. 7/1994
OGGETTO: CONCESSIONI DI DERIVAZIONE D'ACQUA. PROBLEMI LEGATI ALLA MANCANZA DI STRUTTURE IDONEE ALLA RISALITA DEL PESCE PREVISTE DALL' ART.10 DEL REGIO DECRETO N°1604/31
IL COMITATO ISTITUZIONALE
PREMESSO
che il Regio Decreto n° 1604/31 " Approvazione del testo unico delle leggi sulla pesca. " all' art. 10 stabilisce che " Nelle concessioni di derivazione d' acqua debbono prescriversi le opere necessarie nell' interesse dell' industria della pesca (scale di monta, piani inclinati , graticci all' imbocco dei canali di presa, ecc.), in base agli elementi tecnici che saranno richiesti al Ministero dell' agricoltura e delle foreste. Con le stesse modalità possono anche essere ordinate modificazioni di opere preesistenti, e, qualora la costruzione di opere speciali per la pesca non sia possibile, potranno prescriversi al concessionario immissioni annuali di avannotti a sue spese.";
CONSIDERATO
che nel bacino del fiume Po, le disposizioni del predetto decreto risultano largamente disattese, con grave pregiudizio per i popolamenti ittici, così come emblematicamente illustrato dalla relazione allegata al presente atto, che riguarda il caso della centrale idroelettrica di Isola Serafini, sul Po in provincia di Piacenza;
CONSIDERATO INOLTRE
quanto previsto dalla legge 183/89 in riferimento alle finalità e ai contenuti del piano di bacino ed in particolare le lettere f e q dell'art.17 comma 3 della medesima legge;
DELIBERA:
di invitare le Amministrazioni competenti a riesaminare le numerose situazioni nelle quali le richiamate disposizioni risultino disattese e ad adottare le misure di pieno rispetto delle norme vigenti ed in linea con le finalità del piano di bacino.
Roma, 27.01.1994
IL SEGRETARIO GENERALE IL PRESIDENTE
(Prof. Roberto Passino) (Sen. Francesco Merloni)
CENTRALE IDROELETTRICA DI ISOLA SERAFINI (PC)
PROBLEMI LEGATI ALLA MANCANZA DI STRUTTURE
IDONEE ALLA RISALITA DEL PESCE
RELAZIONE
Allegato alla deliberazione n. 7/94
1) Premessa
La centrale idroelettrica di Isola Serafini, fu costruita sul fiume Po in provincia di Piacenza nell'omonima località agli inizi degli anni 60 dalla Società Idroelettrica Medio Adige (S.I.M.A.) (concessione e decreto interministeriale nø5224 del 16/9/61) e venne successivamente acquisita dall'ENEL che attualmente la gestisce. Essa produce energia sfruttando il salto creato con un doppio sbarramento che intercetta i due rami in cui il fiume Po si divide a valle dell' abitato di S. Nazzaro. Per le sue caratteristiche (altezza di circa 10 metri ), la centrale costituisce indiscutibilmente un impedimento totale alla risalita del pesce, ciononostante fu realizzata senza gli accorgimenti previsti dal Testo Unico delle leggi sulla pesca approvato con
Regio Decreto n° 1604/,1 che all'art.10 stabilisce: "Nelle concessioni di derivazione d'acqua debbono prescriversi le opere necessarie nell'interesse dell'industria della pesca (scale di monta, piani inclinati, graticci all'imbocco dei canali di presa, ecc.), in base agli elementi tecnici che saranno richiesti al Ministero dell'agricoltura e delle foreste.".
2) Effetti della centrale sulla fauna ittica del Po
Pur in assenza di studi specifici sugli effetti della centrale in oggetto e di valutazioni approfondite sulla dinamica delle popolazioni ittiche del tratto interessato,
le più recenti ricerche svolte anche in occasione della elaborazione delle carte ittiche regionali concordano nell'indicare lo sbarramento di Isola Serafini come una delle cause delle profonde modificazioni negative registrate negli ultimi decenni nei popolamenti ittici del tratto medio alto del fiume Po e dei suoi principali affluenti; estremamente significative in tal senso sono alcune conclusioni degli studi effettuati da Alessio e Gandolfi per la elaborazione del "Censimento e distribuzione attuale delle specie ittiche nel bacino del fiume Po (Quaderni I.R.S.A., 1983).
Viene ritenuto particolarmente rilevante l'effetto della centrale sulle specie ittiche migratrici quali lo storione presente con tre specie nel bacino del Po (storione comune, storione cobice, storione ladano).Tali pesci, migratori anadromi, risalgono dal mare per raggiungere i luoghi di riproduzione posti nel tratto medio superiore del Po e nei tratti inferiori dei maggiori
affluenti. Per le grandi dimensioni raggiungibili e per l'elevato valore delle loro carni, ma in particolare delle uova, la pesca degli storioni costituiva un tempo un fattore di grande rilevanza economica per le popolazioni rivierasche che sfruttavano
l' abbondanza di questi pesci con specifiche forme di pesca. Oggi gli storioni risultano praticamente assenti a monte della centrale di Isola Serafini, dove pure assente risulta la Cheppia ( Alosa fallax nilotica ), altro migratore anadromo che dal mare risale il fiume Po per raggiungere i luoghi di riproduzione posti nei tratti inferiori degli affluenti.
Un'altra specie migratrice, per la quale vengono segnalati effetti negativi, è l'anguilla che negli stadi giovanili risale il fiume Po fino a colonizzare anche i tratti superiori di quasi tutti gli affluenti e i grandi laghi alpini.
Meno immediato, ma certamente non meno importante, viene ritenuto l'effetto della centrale sulle altre specie ittiche presenti nel tratto mediano del fiume Po. Pur non compiendo vere migrazioni. tali specie nel corso dell'anno svolgono spostamenti di diversa portata per motivi riproduttivi o trofici. Anche per l'ammontare della biomassa interessata, tali spostamenti costituiscono fenomeni di grande rilevanza. Di estrema importanza nel bilancio degli ecosistemi acquatici risulta inoltre il fatto che annualmente diverse specie ittiche ricolonizzano, partendo dal fiume Po, tutti i tratti inferiori e mediani degli affluenti.
Infine si sottolinea come l'isolamento riproduttivo creato dalla centrale fra le popolazioni poste a monte da quelle a valle porterà, inevitabilmente, a lungo termine a pesanti conseguenze di tipo genetico.
3) Necessità degli interventi
Anche se oggi l'interesse economico della pesca professionale nel fiume Po è fortemente diminuito, non è detto che non possa rinascere con un futuro incremento delle popolazioni ittiche. Sono invece fortemente cresciuti gli interessi per la pesca dilettantistica o quelli più genericamente definiti naturalistici, che rendono ormai indispensabili gli interventi di tutela della fauna ittica.
In questo senso si muovono tutti i più recenti interventi legislativi regionali in materia di pesca che indicano la rimozione delle cause di deterioramento ambientale. ed in particolare la eliminazione degli ostacoli per la libera circolazione della fauna ittica, come strumenti fondamentali per una efficace tutela dei corsi d'acqua.
La Regione Lombardia e la Regione Emilia Romagna hanno in corso importanti progetti di recupero delle popolazioni di storione nel fiume Po, mediante allevamento di riproduttori ed immissione di novellame prodotto in cattività, il cui risultato è strettamente collegato alla rimozione dell'ostacolo costituito dalla centrale di Isola Serafini.
Dopo la costruzione della centrale, dal momento in cui cominciarono ad evidenziarsi gli effetti sulla fauna ittica precedentemente ricordati, si sono ripetute, in particolare da parte di associazioni di pesca sportiva e di Enti locali rivieraschi, le richieste di sistemazione dell'impianto purtroppo senza risultato alcuno.
corrente anno, il prof. Nosenzo, docente di fisica all'Università di Pavia, a nome di un folto gruppo di pescatori sportivi delle province di Alessandria e di Asti ha prima sollecitato gli Enti pubblici padani a farsi portavoce del problema presso i Ministeri interessati, successivamente ha presentato un esposto alle Procure della Repubblica di Alessandria, Cremona, Milano, Pavia e Piacenza e ai Ministeri dei Lavori Pubblici e dell'Ambiente per chiedere l'applicazione delle procedure per il riconoscimento del danno ambientale e per una rapida sistemazione della centrale a norma dell'art. 10 del R. D. n° 1604/31 .
Le Regioni Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna, nonché numerose Province rivierasche, hanno sollecitato l'Autorità di bacino del Po a farsi carico del problema, sottolineando il grande interesse delle popolazioni padane per la soluzione della questione.
La Direzione Generale della difesa del suolo del Ministero dei Lavori Pubblici nel mese di aprile c.a., nel precisare che già nel corso del 1991 aveva invitato 1' ENEL a presentare un progetto per la costruzione della scala di risalita, chiedeva al Provveditorato alle Opere pubbliche di Piacenza, competente per territorio, di fornire notizie in merito. Il predetto Provveditorato faceva presente che, a seguito di uno specifico sopralluogo e da un esame tecnico di massima, valutava possibile senza grandi problemi la costruzione dell'opera.
Nel mese di giugno c.a. l' ENEL trasmetteva al Ministero dei Lavori Pubblici copia di una lettera inviata in data 2/8/91 al Provveditorato Opere Pubbliche di Piacenza nella quale dichiarava che la gestione della centrale di Isola Serafini avveniva nel rispetto del Decreto di concessione e del relativo disciplinare che non contemplano prescrizioni riguardo a strutture di rimonta del pesce o altri obblighi ittiogenici. Vi si prospettava inoltre una serie di problemi di tipo tecnico ed economico, legati essenzialmente ad aspetti di tipo idraulico e di sicurezza, vista la posizione dell'impianto e la sua imponenza.
4) Conclusioni
Per quanto detto risulta evidente come sia indispensabile procedere alla soluzione del problema. Pur con le inevitabili difficoltà tecniche legate al fatto di dover inserire strutture nuove su un impianto che non le prevedeva, la soluzione si ritiene possibile, come dimostrano le numerose opere analoghe realizzate in Francia nell'ambito del progetto di recupero del salmone atlantico che hanno consentito di eliminare tutti gli ostacoli alla risalita lungo i corsi d'acqua interessati un tempo dalle migrazioni riproduttive di tale pesce.
A titolo di esempio, possono essere citati gli interventi realizzati dall'EDF (Electricitè de France) sulla Garonna sulle due vecchie centrali idroelettriche di Ramier e di Bazacle, entrambe poste nel centro della città di Tolosa e le cui caratteristiche non sono molto diverse da quelle di Isola Serafini. Sugli sbarramenti di dette centrali sono stati allestiti passaggi, cosiddetti a bacini successivi (quello di Bazacle, per finalità didattiche e di ricerca è stato dotato di finestre in vetro, che consentono l'osservazione dei pesci in migrazione), in aggiunta a quelli preesistenti, poco efficaci.
Si propone pertanto di portare il problema all'attenzione del Comitato Istituzionale per le necessarie determinazioni.