2°Comunicato stampa LAV
16/05/2006
La LAV rivolge un appello affinché la "caccia" al pesce siluro,
prevista per il 20 maggio sul lago di Endine, in provincia di Bergamo, sia
annullata, perché estremamente crudele, praticata con metodi al limite della
legalità e scientificamente inutile.
La LAV era già intervenuta lo scorso 28 marzo per denunciare la crudeltà della
caccia al pesce siluro, animale alloctono ritenuto "nocivo" per gli
habitat d’acqua dolce nazionali, oggetto quindi dello sterminio legalizzato
che si era svolto domenica 26 marzo, sul fiume Mincio, a Pozzolo (Mantova).
La caccia, una vera e propria mattanza, era stata documentata dalla LAV con un
reportage fotografico che testimoniava la crudeltà della cattura dei pesci
siluro, praticata da sub armati di fucile subacqueo che trascinavano gli animali
fuori dall’acqua legati ad arpioni e uncini metallici, in alcuni casi ancora
vivi, e li lasciavano agonizzare per ore ammassati sul rimorchio di una jeep.
"La presunta "nocività" di questo pesce predatore vorrebbe
giustificare l’uso di metodi al limite della legalità. Se l’obiettivo di
tali iniziative è quello di tutelare le specie autoctone, la soluzione è
scientificamente ed eticamente inaccettabile – dichiara Maria Teresa D’Agostino,
responsabile nazionale LAV Settore Pesca e Itticoltura – Si tratta, infatti,
di una caccia inutile e gratuita che non produce altro che un’inaccettabile
sofferenza per gli animali uccisi, senza rimediare in alcun modo al danno
ambientale innescato dall’uomo con l’introduzione indiscriminata di pesci
alloctoni nei nostri ecosistemi, mettendo a repentaglio la fauna delle nostre
acque interne, già provata da inquinamento e degrado ambientale".
16/05/2006
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