PROBLEMA CORMORANI: DA TEMPO LEGAMBIENTE DELLA VALTELLINA CERCA DI IMPEDIRE INTERVENTI DI ABBATTIMENTO, PERCHE' BIOLOGICAMENTE IN CONCORRENZA CON LA PESCA
Fonte LEGAMBIENTE VALTELLINA
Lettera aperta ai pescatori
A ranghi ridotti e un po' affamati i primi gruppi di Cormorani sono partiti per terre danesi e polacche. Vedremo solo nel prossimo autunno, quando questi pennuti si riaffacceranno sulle acque del Mediterraneo, quali saranno le loro mete invernali e quali altri "strumenti di dissuasione" vi troveranno.
È certo che le fucilate non li avranno dissuasi dal mangiare pesce. È altrettanto certo che la loro vicenda non ha portato benefici né ai pescatori né agli ambientalisti.
Il dopo-cormorano permetterà di raccogliere dati e valutare lo stato delle popolazioni ittiche che nel frattempo, dopo essersi misurate con un paio di centinaia di pescatori pennuti, si ritroveranno alle prese con otto migliaia di lenze!
Superato l'inverno e la fase acuta del problema, accantonate anche le elezioni primaverili, si potrà forse ragionare più serenamente sulla complessità e sull'evoluzione delle reti alimentari nei fiumi.
Seguiranno il loro corso sia le richieste di indennizzo di UPS (mentre si è persa ogni traccia di quella prospettata da ENEL per le perdite subite con i rilasci del Deflusso Minimo Vitale) sia il ricorso al TAR della Lega per l'Abolizione della Caccia.
Nessun Tribunale potrà però modificare le esigenze alimentari o riproduttive di pesci e uccelli, che meriterebbero almeno una piccola parte delle attenzioni riservate agli interessi economici che gravitano attorno ai corsi d'acqua.
Per riprendere in mano i protocolli ambientali, per occuparsi dell'avanzare delle artificializzazioni e dei rilasci idroelettrici non è necessario tralasciare le quotazioni delle società idroelettriche o i preparativi per l'avvio della gestione dell'Ambito Territoriale Ottimale!
Nella vicenda dei cormorani si sono registrati da parte dei pescatori un vittimismo e toni bellicosi che sono sembrati eccessivi rispetto alla legittima difesa degli interessi di chi pratica la pesca sportiva. Legambiente è convinta che la biodiversità sia un bene tanto nel fiume quanto nella società e ritiene che la pesca possa convivere con altre fruizioni dei corsi d'acqua. Senza voler mettere in discussione né distruggere la pesca sportiva, gli ambientalisti, che rappresentano un interesse più diffuso di quanto appaia a prima vista, hanno chiesto che si agisse sulla base di dati e conoscenze scientifiche più che sulla scorta di emozioni.
C'è da sperare che la questione abbia fornito uno stimolo alla maturazione della capacità di affrontare le controversie.
Legambiente si augura anche che i cormorani abbiano rafforzato in tutti l'idea che è più utile provare a realizzare qualche passo verso la qualità dell'ambiente fluviale che impegnare energie nella discussione delle priorità e dei diritti sui pesci e sulle acque. Un fiume ricco ha spazio sia per i pescatori che per i martin pescatori. Per questo c'è da attivarsi concretamente per invertire l'opera di artificializzazione e per realizzare tutte le opere di rinaturalizzazione che possono dare vitalità alle popolazioni acquatiche.
I veri problemi delle nostre acque sono per intero sul tavolo. Il Canton Ticino, additato ad esempio per l'abbattimento dei cormorani, può essere il modello anche per l'impegno comune tra ambientalisti e pescatori nella costruzione di iniziative per la qualità dei corsi d'acqua.
Il fenomeno si sta allargando e nelle ultime settimane i pescatori del Ticino hanno fatto la voce grossa a loro volta (nel parco del Ticino i cormorani censiti sono circa 1500), al punto che in una classifica fatta dai pescatori è figurato che 'i nemici' dei 30.000 pescatori del parco sono, al primo posto, i cormorani, al secondo posto il pesce siluro, al terzo posto il parco stesso. Ovviamente l'inquinamento e le opere di artificializzazione degli alvei non figurano tra i 'top 3', eppure un cormorano, nei 3-4 mesi invernali in cui si trova in Italia, per campare mangia al massimo 2-300 grammi di pesce al giorno (un pescatore, che è specie stanziale e quindi pesca tutto l'anno, ne sottrae al fiume qualche chilo per ogni giornata di pesca).
Ovviamente coi pescatori ricerchiamo collaborazione e non conflitto, perché sappiamo che le questioni che pongono quanti praticano questa attività in modo responsabile sono anche nostre preoccupazioni: è il caso dell'Unione nazionale Pescatori a Mosca, che ci scrive per segnalarci la realizzazione di opere nel letto dell'Adda a Rivolta d'Adda che hanno sconvolto l'habitat fluviale, ed in particolare distrutto i letti di frega di trota marmorata (una specie a rischio di estinzione ed endemica del nostro paese), nonostante la salvaguardia di questa specie ittica facesse parte di un programma di recupero predisposto dall'Amministrazione provinciale di Cremona. Oltre a girare il loro esposto al Parco Regionale dell'Adda Sud e all'Autorità di bacino del fiume Po, affinché vengano assunte le determinazioni del caso, a loro manifestiamo la nostra massima disponibilità a collaborare: è forse vero che gli ambientalisti si sono fino ad oggi occupati troppo poco della salvaguardia della fauna ittica, per questo abbiamo bisogno di chi coltiva questa passione per meglio tutelare l'ambiente fluviale, e soprattutto insieme.
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