Boa che passione!

Testo e foto di Yuri Grisendi 

 

Ad un anno dal primo articolo che trattava di pesca con la boa in acque italiane, posso tranquillamente affermare che è scoppiata tra i siluristi una vera e propria passione, verso questa tecnica che permette di insidiare con grande successo i più grossi e astuti esemplari di pesce siluro.

Cartina delle punte di PolesellaLo dimostrano le decine di E-mail che ricevo quotidianamente all’indirizzo info@grupposiluro.it  , o sul Forum del sito, da parte di accaniti pescatori, che vogliono sapere dove è possibile reperire il85 kg x 215 cm materiale necessario ad applicare correttamente questa strana ma efficacissima tecnica, ossia boe, picchetti, zavorre, attrezzature, ecc.

Purtroppo l’Italia è nuova a questo tipo di sistema di pesca, e le case costruttrici non hanno ancora immesso sul mercato articoli specifici per questo sistema, usato prima esclusivamente in Spagna, che crea un mix tra la pesca da riva e quella con la barca.

Per fortuna, come qualcuno di voi avrà gia letto sulla rivista TuttoCarpa e siluro, che dal prossimo numero troverete anche in edicola, è possibile con un po’ di "Fai da Te", prepararsi il materiale a casa propria, e trovare il resto tra quello nato per i carpisti.

Per aiutarvi il più possibile a prepararvi accuratamente alla vostra prima esperienza di pesca con la boa, aggiungerò ad ogni articolo che apparirà da adesso in avanti, uno specchietto, dove in modo dettagliato vi descriverò quale sia l’attrezzatura idonea, dove procurarla o come costruirla.

 

Canne e mulinelli

Per applicare correttamente questa tecnica, avremo bisogno di canne non troppo lunghe a due innesti, anche se peschiamo da riva; la lunghezza più idonea è quella compresa tra i 270 e 300 cm, questa misura ci consente di staccare in maniera perfetta la montatura dall’acqua anche a notevole distanza, avendo a disposizione un attrezzo sufficientemente rigido, per ferrare a segno.

Le canne parabolico progressive sono da preferire a quelle dall’azione spiccatamente di punta, la loro potenza non deve superare i 200-300 gr, questo per attutire la partenza del pesce, e frustare correttamente indietro, dopo lo strappo della breck-line, praticando una vera e propria pre-ferrata sul pesce che ha ingoiato l’esca.

Big BaitRunner Long CastI mulinelli dovranno essere di una dimensione tale da contenere almeno 200 mt di dineema da 0,40 mm, questo per far fronte ad ogni situazione di pesca, ossia di praticare la tecnica della boa anche in spots molto lontani da riva, e di norma i migliori.

Il mulinello giusto dovrà avere anche 4-5 cuscinetti e 1-2 rulli, con un notevole rapporto di recupero questa caratteristica preclude quindi l’uso dei mulinelli rotanti, potentissimi ma lenti nell’avvolgere la lenza.

Due sono quelli che penso siano i migliori in questo momento: e sono gli intramontabili Shimano "Big BaitRunner size L e il Big BaitRunner Long Cast ".

 

In più in questi mesi, insieme a molti ragazzi appartenenti all’Associazione Gruppo Siluro Italia, stiamo viaggiando 85 kg x 215 cmlungo tutto il corso del Po e dei suoi affluenti, per coinvolgere svariati pescatori nelle nostre sessioni notturne, in modo da insegnare loro quest’innovativo sistema di pesca.

Abbiamo gia fatto numerose pescate sia sul Sesia, che sul Tanaro in Piemonte; sul Po a Rocarolo, Isola Searfini, Casalmaggiore, Gusatalla, Borgofote e Ferrara; nonché in canali del rovigotto, come Canal Bianco e Po di Brondolo.

Tutte le sessioni sono state di gran successo, donandoci ogni notte una media di 7-8 partenze, con circa il 50% di siluri allamati, tra i quali molti dalle dimensioni davvero ragguardevoli.

Chiunque fosse interessato ad apprendere ed approfondire in maniera diretta questo sistema, può contattarci tramite E-mail, in modo da organizzare anche nelle vostre zone di pesca una bella pescata insieme agli amici del GSI.85 kg x 215 cm

Sì lo so mi sto dilungando troppo su questioni tecniche, e voi siete ansiosi di sapere qualcosa in riguardo a quell’enorme "cosa" che tento invano di sollevare dall’acqua…ebbene cosa volete che vi dica?….E’ l’ennesima prova che la tecnica funziona….oh se funziona!

Qualcuno di voi avrà gia sicuramente riconosciuto il posto, infatti, ci troviamo a Polesella, sopra una delle ormai leggendarie punte di sassi che precedono questo piccolo paesino della Bassa Ferrarese.

Il posto è conosciuto dagli appassionati di pesca al siluro, perché permette di pescare correttamente sia a ledgering, sia con il galleggiante, su un fondo di 15 mt, molto spesso ricco di siluri appisolati nelle ore diurne.

L’unico inconveniente è che dato il particolare rigiro della corrente, è sconsigliabile pescare con più di una canna, pena il rischio di un enorme groviglio di lenze.

Per far fronte a questo possibile inconveniente, ho pensato di zavorrare alcune boe in mezzo a questo continuo roteare d’acqua, in modo che le insidie mantenessero sempre tra loro la stessa distanza, senza rischi d’intreccio.

85 kg x 215 cmLa profondità dell’acqua non è ideale per la pesca notturna a galla, ma lo diventa quando le piene del fiume rendono l’acqua fangosa e sporca, trasformando anche di giorno questi spots profondi in posti ideali per insidiare i predatori in caccia ad un palmo dalla superficie, infatti, è nella zona d’acqua maggiormente filtrata e respirabile che si concentra l’attività dei piccoli pesci e quindi del siluro, che grazie ai suoi sensibilissimi baffi può cacciare in completa assenza di visibilità.

Finalmente ho avuto anche la possibilità di scattare qualche fotografia durante il difficile e duro duello con questiIl duello enormi pesci d’acqua dolce, che mettono a dura prova sia l’attrezzatura sia il pescatore, lasciandolo soddisfatto per la cattura, ma con i reni le braccia a pezzi per una settimana.

Le violente piogge di qualche giorno prima, avevano innalzato e velato il Grande Fiume, ma senza trasportare a valle rami ed erba, che avrebbero ostacolato il corretto funzionamento della tecnica.

L’attività dei siluri, nonostante la nitida e soleggiata giornata, era altissima, testimoniata da numerosi e violenti attacchi che si manifestavano sulle anguille, attività culminata con la mangiata di quest’esemplare che per fortuna riuscii a far restare per tutta la fase del lungo tiro ala fune, all’interno dell’ansa a valle del pennello, potendo così contrastare il suo furioso tentativo di liberarsi senza l’ausilio della barca, che sarebbe stata rimorchiata per parecchi chilometri prima di poter vedere la vittoria sul pinnuto.

Vi do quindi appuntamento al prossimo articolo di pesca al siluro, e nel frattempo vi aspetto numerosi sul sito internet del GSI, in modo da scambiare quattro chiacchiere on-line, su tecniche, montature ed itinerari!


I siluri della SaonaModena come Lock-Ness