Modena come Loch-Ness

Testo e foto di Yuri Grisendi

 

Come nell’ormai famoso paesino scozzese bagnato dalle acque del lago di Loch Ness, anche a Modena nel centralissimo parco Amendola, sembra che viva Nessy, il "mostro" degli abissi!

Erano gia alcune settimane che leggendo su alcuni quotidiani del modenese, m’imbattevo in articoli a dir poco deliranti, in riguardo ad un presunto grosso siluro che stava terrorizzando tutto ciò che sta sotto e sopra l’acqua di uno dei due piccoli laghetti presenti all’interno di questo attrezzato parco, provvisto di piste ciclabili, pedonali, giochi per bambini, bar birreria, e appunto due specchi d’acqua, di cui uno anche adibito a pesca sportiva per i minorenni ed i pensionati.

 

Io e Wainer Destrelli con il "Mostro" di Modena

La fontana in centro al lago

Lago Amendola: Wainer Destrelli ed io

 

Il fattaccio che ha causato tutto quest’allarme, si è verificato in un pomeriggio di una tranquilla domenica cittadina, quando decine di bambini, accompagnati dai loro genitori, giocavano lungo le rive del lago.

All’improvviso tra mille zampilli d’acqua una delle femmine di Germano Reale, con una covata al seguito, è scomparsa sotto il pelo dell’acqua, trascinata da un enorme ombra nera, mentre i poveri pulcini impauriti chiamavano disperatamente, ma invano, la sfortunata mamma.

 

Il parco Amendola

La barca ed il motore utilizzati

Tartaruga dagli occhi rossi

 

A quel punto il comune di Modena è stato subissato di telefonate di madri impaurite, allarmate dal possibile pericolo che un tale "mostro" poteva rappresentare per i loro figli che giocano abitualmente nel parco, e facendo temere iniziative personali poco ortodosse nel tentativo di bonificare il piccolo lago da questa minaccia con le pinne.

Da allora alcuni pescatori locali, sono stati autorizzati a pescare anche in questo laghetto, di norma tutelato come piccola riserva naturale, dove vivono anatre, carpe, bass, persici sole, carassi, carpe Koi e qualche migliaio di tartarughe acquatiche dagli occhi rossi, per tentare di catturare il siluro, accusato di quest’azione spaventosa, stimato da testimoni oltre i due metri e mezzo per un quintale di peso.

 

La fontana in centro al lago

La fontana in centro al lago

La fontana in centro al lago

 

Malgrado i loro sforzi, però, del grosso pesce nessuna traccia, a parte rari e controversi avvistamenti fatti da alcuni passanti, e qualche cattura di silurotti di modeste dimensioni.

Ecco allora che numerosi privati cittadini, preoccupati per i vani tentativi fatti dal comune per risolvere questo problema, si stavano per mettersi d’accordo per richiedere lo svuotamento del lago e la caccia con arpione a tutto ciò che superava il metro di lunghezza, come se le dimensioni di un pesce potessero essere indice della sua effettiva pericolosità nell’ambiente in cui vive (se così fosse l’Acerina sarebbe un piccolo angioletto, invece che un’insaziabile divoratrice d’uova di pesce).

E’ a questo punto che siamo intervenuti noi del Gruppo Siluro Italia, prendendo contatto con il comune di Modena, e precisamente con l’ufficio "Diritti degli Animali", per offrirci volontari a catturare il siluro, a patto che esso fosse poi trasferito vivo, o in qualche laghetto di pesca sportiva, od oltre frontiera per l’immissione in acque dove è considerato autoctono.

 

Il nostro campo sulle rive del lago

Una boa in pesca vicino alla fatina del lago

Alberto Magagnato sorveglia le canne

 

Con nostra gradita sorpresa, le associazioni animaliste tra cui l’ENPA, avevano gia richiesto al comune la stessa cosa, ossia di catturare il pesce, con modalità il meno possibile invadenti, in modo da salvaguardare gli altri ospiti del laghetto, e soprattutto di rispettare il siluro stesso (animale come gli altri), incolpevole dell’ignoranza di chi lo ha immesso abusivamente in queste acque non consone alla sua mole.

Fu così che ottenemmo l’autorizzazione necessaria, con tanto di permesso d’occupazione temporanea di suolo pubblico, per montare le tende, in vista di una sessione di almeno tre giorni, all’interno del parco cittadino.

Vorrei che aveste potuto vedere le facce sbigottite dei paesani, quando io ed alcuni amici modenesi, appartenenti società Team Catfish Europesca 2001 da poco sezione locale del GSI, ci videro attraversare il parco con tende, lettini, barca e motore elettrico, potentissime canne da pesca, boe picchetti, zavorre e cestelli con il vivo, e collocare un attezzatissimo campo sulla riva del lago Amendola di fianco al bar.

 

Canne in pesca

Una boa in pesca vicino alla casetta per le anatre

Canne in pesca

 

Dal tipo d’attrezzatura, avrete gia capito quale era la mia intenzione, ossia piazzare alcune boe nel centro del lago, posizionando delle vivaci anguille sospese ad una profondità di mezzo metro.

Nel sotto sera tutto era pronto, e dopo una gustosa pizza presa nella vicina pizzeria, mi misi a pescare alcuni carassietti, per poterli usare poi come esca, ma al loro posto agganciavo con una certa facilità grosse carpe regine e a specchi, e stupende carpe Koi dai colori strabilianti, segno di una notevole quantità di pesce.

Com’è mia abitudine ogni ora faccio un chek-up delle esche, in modo da controllarne lo stato di salute e i possibili aggrovigliamenti, che trasformerebbero la mia attesa inutile: "Accidenti tutte le anguille erano state decapitate da morsi precisi e taglienti come tenaglie"!

 

Carpa koi di 8 kg nel Lago Amendola

Germani Reali

Regina di 12 kg nel lago Amendola

 

Tornai a riva disorientato, portando i macabri trofei, ed imparo dai passanti che quelle simpatiche tartarughine dagli occhi rossi, sono carnivore e mangiano tutto ciò gli capiti a tiro di becco.

Riposiziono tutte le esche sperando che in assenza del sole questi rettili dal sangue freddo se ne vadano a dormire, dando l’opportunità di caccia ai predatori con le pinne, e mi rimetto a salpare grosse carpe sotto lo sguardo curioso di decine di spettatori.

Erano da poco passate le ventidue, quando mi stavo per fare immortalare assieme ad una grossa Regina di almeno 10 kg, spalle alle canne in tensione….SORRIDI……..CISSSSSS…..BIIIT….BIIT…BIIT…. mi giro di scatto verso il segnalatore in questione, e vedo la canna quasi riversa in acqua sotto una grossa ed impetuosa trazione…..mollai la carpa e mi lanciai sulla ferrata….STRIKE….un grosso siluro era in canna.

Il lago ha al centro una grossa fontana, e vi sono diverse casette galleggianti ad uso delle anatre e delle tartarughe, con molte corde sotto il pelo dell’acqua, che tengono fermi questi oggetti nella loro posizione; per questo avevo gia chiaro in mente il da farsi una volta agganciato il "mostro", tirare a più non posso senza usare la frizione, o quantomeno dosarla con il contagocce: e così feci!

Il duello durò poche decine di minuti, ma fu di un’intensità tale, che lo stesso Andrea Nozzi, mia spalla destra di quella sera insieme ad Emanuel Borghi, mi disse procurato: "Guarda che rompi la canna, tanto stai trattenendo il pesce"!

Malgrado la mia poca "cognizione" il siluro fini nelle mani guantate del "Nox" che recuperò sulla riva un bel siluro di quaranta chilogrammi, che rappresentava di certo un grosso esemplare per le dimensioni del lago in questione, ma non sufficienti a dimostrare l’attacco ad una grossa papera.

La mattina seguente erano a centinaia i curiosi che accorrevano al lago a vedere il presunto "Nessy", avvertiti dal passaparola del campanello di spettatori che avevano assistito all’entusiasmante recupero della sera prima.

Tutti lo volevano vedere, fotografare e toccare, soprattutto i bambini, e da qui l’idea di farci immortalare con il pesce mentre un bimbo di due anni accarezzava le fauci del "mostro", chiaramente sprovviste degli acuminati e lunghi denti che tutti pensavano.

 

Il pick-Up con la vasca per il trasporto

Stefano Grassi

Riempimento della vasca con acqua del lago stesso

 

Un vero scoop per i giornalisti accorsi, che ci dedicarono la prima pagina della Gazzetta di Modena, con una bella foto (che spero mi mandino prima di entrare in stampa con questo articolo) e la didascalia: "Ecco il mostro che mangia papere e bambini….non ha neppure i denti"!

Un’altra chiara testimonianza di quante leggende metropolitane ruotino attorno a questo simpatico pinnuto, colpevole solo di essere il più grande pesce presente nelle nostre acque, e condannato da madre natura, ad essere anello ultimo della catena alimentare, perciò responsabile della severa applicazione della legge del più forte e della selezione naturale.

Ovviamente ci siamo assicurati nei due giorni successivi, che non ci fosse nel lago un esemplare ancora più grosso, setacciandolo palmo a palmo con numerose tecniche, con il risultato di agganciare continuamente assatanate tartarughe, sia pescando con sarde, calamari, carassi, anguille e fegato…finche l’avvistamento di una di queste dalle dimensioni spaventose, ossia almeno un metro di diametro, non ci fece nascere l’idea che un tal esemplare poteva con tranquillità, visto anche la velocità con cui nuota, attaccare un uccello acquatico, tirarlo sott’acqua e divorarlo pian piano.

 

Il siluro nella vasca pronto per il trasferimento

Il siluro nella vasca pronto per il trasferimento

Il siluro nella vasca pronto per il trasferimento

 

Comunque se così non fosse il Gruppo Siluro Italia è sempre pronto ad intervenire di nuovo, per trasferire altri siluri in luoghi dove sono bene accettati e rispettati come un qualsiasi altro animale, proprio come abbiamo fatto con quest’esemplare, portato (a nostre spese) con cura in una vasca ossigenata posta sopra un furgone pick-up, fino nel mantovano nelle vasche della Pesca Turismo Borgoforte, dove nei giorni scorsi alcuni allevatori ittici Austriaci lo sono venuti a prelevare per il viaggio finale nelle veci di sano riproduttore, verso impianti di inseminazione artificiale di questa specie, ben gradita sulle tavole dei paesi del nord-est della comunità Europea.

Lasciate che ora occupi un po’ di spazio ringraziando calorosamente i membri del GSI, oltre a quelli gia menzionati sopra, che con la loro opera di volontariato, hanno permesso questo risultato, che esprime a pieno il pensiero della nostra associazione, dimostrando ad enti, amministrazioni, pescatori e privati cittadini, che si può applicare uno sport rispettando a pieno la natura e le sue molteplici sfaccettature.

Perciò grazie a Mirko Piccioli, Massimiliano Minelli, lo Chef, Stefano Grassi, Wainer Destrelli, Alberto Magagnato, Michael Graziano e ai cittadini di Modena per la loro gentile accoglienza.

Questo siluro sui 30 kg, ha imparato a sue spese che le tartarughe sono indigeste, infatti, è stato trovato spiaggiato al lago Amendola a Modena l'anno scorso, con una tartaruga carnivora incastrata nella bocca.

Curiosità al lago Amendola

Il siluro morto con a fianco la tartaruga Tartaruga dagli occhi rossi

Il siluro morto con a fianco la tartaruga


Questo pescatore è come Sampej, siccome il mitico mostro attacca le anatre, ecco costruito un artificiale fatto di due paperette di gomma montate a tandem, con ancorette, girella e piombi di bilanciamento: il risultato sembra vero, ma voi che ne pensate?

  Artificiale con paperette di gomma

 

 


Boa che passioneQuegli strani appigli in mezzo al fiume