Il Conte Dracula del fiume Po

Testo e foto di Yuri Grisendi

 

Viene dall’est, ha denti da vampiro, occhi luminescenti, vagabondo notturno, assetato di prede, è lui lo Stizostedion lucioperca, il nuovo e discusso ospite del Po!

E’ impressionante come i suoi occhi appaiono, fuori dell’acqua, brillare di luce propria, lo strato di sostanza fluorescente che li ricopre, riflette come uno specchio la debole luce invernale, e soprattutto del flash della macchina fotografica, che ne immortala la perfezione.Un bel lucioperca da 4.200 kg.

Questa particolare conformazione dell’occhio, permette al Lucioperca di vedere correttamente al buio, riuscendo a moltiplicare anche la più piccola fonte luminosa che gli arriva dall’ambiente esterno, trasformandolo in una micidiale macchina da guerra notturna, capace di scovare nelle tenebre, ignari e tranquilli pesciolini.

Per questo il Lucioperca si è adattato e sviluppato velocemente lungo l’areale del Po, le sue profonde acque, spesso limacciose, permettono agguati anche in pieno giorno, senza dar luogo a lunghi inseguimenti, molto odiati dal nostro amico, infatti, è sì un gran nuotatore, capace di percorrere parecchi chilometri lontano dalla tana per cacciare, ma preferisce aspettare che siano le prede a passargli vicino alla bocca, in modo che con uno scatto fulmineo ed un breve inseguimento, per esse non ci sia via di scampo; i suoi denti acuminati, e le mandibole lunghe fino all’incavo delle orbite, gli permettono poi di afferrarle con presa sicura, piombando su di esse alle spalle come un’ombra nella notte.Vitaliano con un perca ga 3,5 kg

Arrivato in Italia dai fiumi che si gettano nel mar Baltico e nel mar d’Azov e dal lago Balaton, passando per il lago di Lugano, che ha rigogliosamente popolato, ha raggiunto l’Italia colonizzando da prima il lago Maggiore e altri laghi nei dintorni di Varese, ha espanso successivamente la sua presenza al lago di Corbara e al Tevere, ora si può trovare quasi ovunque: Arno, Po e laghi di Mantova, nonché in tutte le bonifiche o piccoli canali che si alimentano grazie a questi grossi bacini.

La pesca al Lucioperca non mi ha mai eccitato più di tanto, perché sono abituato di norma a confrontarmi con pesci dalle dimensioni sicuramente maggiori; da qualche anno però, anche il Lucioperca del Po, ha raggiunto pesi e misure degne di nota, anche se non ancora paragonabili a quelle dei paesi d’origine, ma ugualmente di tutto rispetto.

Guadinatura di un percaCatture da 8-10 kg sono ancora eccezionali, mentre esemplari di 2-4 kg sono, non dico all’ordine del giorno, ma sicuramente possibili se si utilizzano le appropriate tecniche in determinati e specifici settori del Grande Fiume.

E’ grazie all’amico Scaglietti Giovanni, appassionato pescatore locale della bassa mantovana, e l’esperta guida di pesca Vitaliano Daolio, titolare del noto Pescaturismo di Borgoforte, che ho potuto provare l’emozione di insidiare questo pesce per la prima volta nelle acque del Po, e di ottenere ottimi risultati.

 

Attrezzatura mort manié

Canne ZebcoLa canna ad anelli dovrà essere rigida pur mantenendo un'azione di punta, questo per ottenere un’ottima ferrata e muovere meglio l’inganno; la sua lunghezza sarà di 2,40-2,90 mt con una potenza di circa 20-90 gr. Il mulinello sarà a bobina fissa o rotante, l’importante che abbia un buon antiritorno ed una frizione degna di questo nome, con una sensibilità perfetta, caricato con nylon fluorescente, per seguirne meglio la posizione, dal diametro compreso tra 0,25-0,35 mm, non troppo elastico perché dovrà trasmettere perfettamente il nostro movimento all'esca: se usiamo del dineema è sufficiente un diametro minore.

 

L’esca migliore si è rivelata il vivo, anche se un pesce morto manovrato nella giusta maniera, è riuscito ad attivare l’istinto predatorio di un sospettoso e grosso esemplare, infatti, varie partenze sono state segnalate dalle canne a ledgering con montatura a "paternoster", ma la miglior cattura è stata messa a segno dall’impareggiabile montatura Drachkovitch.

Personalmente non avevo mai pescato a mort manié, ma seguendo i consigli e le istruzioni di Vitaliano sono riuscito a salpare il Lucioperca più grosso della giornata, e per questo voglio spiegare anche a voi qualche utile trucco che ho imparato.

 

Montatura Drachkovitch

Il "corpo"della montatura è costituito di un filo d’acciaio a forma di "spilla", in cui è inserita una perlina che fa da stop contro la bocca del pesce, e di un piombo a pallettone intercambiabile secondo la corrente e la profondità in cui si pesca. Unite al filo principale tramite un occhiello sono agganciate due ancorette, anch’esse sorrette da un filoMontatura Drachkovitch d’acciaio, ma di misura più ridotta, e un filo di rame molto malleabile di circa 20 cm. L’ancoretta con il filo più lungo è l’ancoretta di testa, mentre quella con il filo più corto, è l’ancoretta di coda. In alcuni tipi di montature, queste sono regolabili, per adattarle alla grandezza dell'esca scelta. Usiamo delle esche vive, che stordiremo poco primaUn bel perca caduto sulla Drachkovitch d’utilizzarle, perché la squama rimane più brillante di quella di un pesce morto da tempo; inseriamo la spilla all’interno della bocca fino all’occhietto e alla perlina che fa da stop. Infilare la tripla di testa su un lato vicino alla schiena e la tripla di coda dall'altro lato sul fianco a metà altezza. Infilare poi il filo di rame sotto la bocca del pesce e passarlo all’interno dell’occhiello della spilla, entrare nella bocca e portarlo fuori per il naso: col resto chiudere la bocca del pesce e badate che essa sia ben chiusa, perché se dell'acqua entra nel pesce, il nuoto non sarà realistico.

 

Il cuore di questa tecnica e la montatura ideata da Albert Drachkovitch, il suo "segreto" è la piombatura in testa all’esca, che permette una maggiore sollecitazione, e di trasmettere un nuoto molto realista al pesce morto.

Recupero di un percaCon la barca ancorata, lanciamo la montatura, e prima che il pesce tocchi l'acqua, freniamo lo svolgimento del filo che esce dal mulinello, per evitare l'aggrovigliamento degli ami sul corpo di lenza.

Quando la montatura è entrata in acqua, chiudiamo l’archetto del mulinello, e controlliamo la sua discesa a filo teso, fino al fondo del fiume; se invece siamo in deriva, dopo il lancio (ovviamente a monte) dobbiamo lasciare l’archetto aperto, e facendo una leggera pressione con il dito sulla bobina, facciamo uscire la lenza spira per spira.

Questo perché il pesce deve sempre scendere verticalmente, con un effetto di foglia morta, pur osservando delle piccole pause che devono rallentare la sua caduta, infatti, può accadere che il tocco si produca durante questa discesa, e se il filo non è teso, il Lucioperca prende in bocca l’esca senza che si possa sentire il suo attacco.Occhi luminescenti

L'animazione dell’esca inizia appena la montatura raggiunge il fondo, bisogna animarla con piccoli scatti, provando a dargli un movimento di pesce malato o ferito, che nuota a zig-zag su un'ampiezza di trenta centimetri ad un metro per ogni figura, come se fosse vittima di un morso fatale da parte di un altro predatore…come se fossero i nervi che lo fanno muovere ancora in un nuoto disordinato!

Per riuscire nell’inganno, la prima cosa da imparare a fare staccare correttamente e nettamente la montatura dal fondo, per far questo la canna deve passare dalla posizione orizzontale ad un angolo di 45°: non superate mai questa posizione, se no la ferrata sarà inefficace.

Realizziamo dei recuperi irregolari di debole ampiezza più o meno veloci, bloccando dolcemente la ridiscesa dell’esca, e compiamo il percorso a zig-zag abbassando e alzando la punta della canna, ogni tanto immobilizziamo il tutto per alcuni secondi e creiamo delle vibrazioni (tipo la tremarella per la trota): lo scopo è sempre quello di imitare un pesce agonizzante.I denti del Perca

Ad ogni minimo dubbio, arreso, trazione o tocco, ferrate in modo ampio!

E’ proprio nel campo dell’animazione del pesce morto che nasce la differenza tra prendere e "cappottare", più la nostra animazione sarà ricca di movimenti precisi ed invitanti, migliori saranno le probabilità di successo.

Il ruolo del mulinello durante le manovre si limita a quello di riserva di filo, tutto il lavoro si effettua con la punta della canna, ed il mulinello interviene solo per recuperare l’eccesso di filo tra ogni animazione.

Ricordiamo che dobbiamo scatenare l'attacco del predatore e non aspettarlo, se abbiamo diverse specie di vivo proviamoli tutti, e modifichiamo anche la taglia: il Lucioperca a differenza del Siluro si nutre prevalentemente di prede molto piccole.

Una volta costruite le montature, abbiamo deciso di raggiungere con la barca uno dei settori più fondi che caratterizzano il tratto di Po di Borgoforte; questo vasto fondale che tocca anche in questo periodo i 12 mt, si trova a valle dell’abitato, in prossimità di una piccola frazione che si chiama Boccadiganda.Un altro bel perca

Visto che il luogo prescelto era sotto di noi, decidemmo di raggiungerlo in deriva, sfruttando la lenta azione della corrente caratteristica di questa stagione, in modo tale che Vitaliano mi potesse spiegare con cura l’uso corretto della montatura Drachkovitch: in deriva le manovre sono molto più semplici poiché l'angolo del filo è più vicino alla verticale, piuttosto che con la barca ancorata.

Arrivammo sul posto, ed io avevo in testa un gran casino e ovviamente di Luciperca neanche l’ombra: del resto non potevo pretendere di fare bingo alla mia prima esperienza!

Giovanni con il mostruoso luccioSiccome Giovanni aveva con se canne di 3,40 mt, molto scomode da utilizzare in barca, in comune accordo lo scaricammo sulla spiaggetta antistante la grande fossa, dove con un non difficile lancio poteva comunque raggiungerla; noi invece ancorammo la barca sul filo di corrente creato in questo punto da un’enorme isola posta in mezzo al fiume, e cominciammo l’azione di pesca.

Come vi ho gia detto le mangiate a fondo furono diverse, ma spesso erano piccoli esemplari, che a volte non riuscivamo nemmeno ad allamare, spariti questi, ecco finalmente l’abboccata decisiva sulla canna di Vitaliano, che in pochi minuti guadina un Lucioperca di 76 cm.

Io intestardito sull’imparare a pescare correttamente a mort manié insisto, pur sotto cappotto, a far saltellare il mio pesciolino sul fondo, e della serie, dove non arriva l’abilità arriva a volte la fortuna: ecco che ti aggancio uno Zander di 87 cm, che ci obbliga a disancorare la barca per afferrarlo!Giovanni con il mostruoso luccio

Lo sfottò generale durò parecchi minuti con le solite frasi di rito tipo "che botta di c..o", finché una delle canne di Giovanni poste a riva non segnalò una brusca partenza; ci rendemmo subito conto che non poteva essere un Lucioperca, troppo vigoroso era il suo tirare, e le nostre menti corsero al pensiero che fosse un Siluro.

Restammo senza fiato quando con piroette da acrobata un enorme luccio, di oltre un metro, ci presentò tutto il suo splendore, e rimanemmo li impietriti immersi nel freddo grigiore dell’inverno fluviale, con gli occhi fissi sull’ago della bilancia che indicava 8,200 kg: ecco questo sì che io la definisco una botta di C..O!


Attrezzature boaRio Ebro da paura