Amiconi del siluro

da una lettera di Nazario Massarenti

 

Ciao mi chiamo Nazario e voglio raccontarvi una delle avventure che per fortuna o per capacità ci succedono.

Una di queste è successa il 21/05/03 sera, alle ore 20 circa io, Andrea, Davide e Paolo ci siamo ritrovati per la consueta battuta di pesca al Siluro.

Il fiume scelto per questa sessione di pesca è stato il Secchia nei pressi di S. Possidonio (MO), un fiume MITICO perché essendo un fiume naturale crea non poche buche e piante in acqua creando delle morte fantastiche.

Nonostante le condizioni atmosferiche non fossero delle migliori siamo scesi lungo l’argine del fiume e abbiamo impostato la posta, cioè Andrea preparava le canne  e noi stavamo a guardare.

Dopo un discussione divertente tra Andrea e Davide sul numero di canne da utilizzare siamo riusciti a metterci comodi tranne Davide che usava il seggiolino trovato nell’uovo di Pasqua(detto così per le dimensioni minute).  Uno dei motivi che ci porta a fare tutto ciò a parte l’avventura, la compagnia, il dire cazzate varie è quello di mangiare qualcosa assieme, il che mancando Marco che di solito si occupa lui del mangime ci siamo dovuti accontentarci di un riso freddo dell’anno scorso che per camuffarlo Davide a pensato bene di darci anche dei crostini piccantissimi per anestetizzare il palato e la lingua.

Tra una cazzata e l’altra sono arrivate le ore dieci circa quando un sussulto del galleggiante ci fa salire l’adrenalina nel gargarozzo, siamo scattati in piedi quando Andrea ha afferrato la canna e con colpo sicuro aggancia la preda.

Il bello della lotta è che è al massimo delle forze da entrambi, noi abbiamo assistito all’incontro aspettando che il siluro affiorasse vicino alla riva.

Una volta stremato il pesce viene tirato in riva e ammirato per la sua grandezza che alla stima era di circa 55 kg e mt1,5 di lunghezza.

Dopo averlo slamato con cura lo abbiamo legato con una corda in maniera che non gli facesse male e l’abbiamo rimesso in acqua per poi riprenderlo per il rito delle foto.

Una Volta riposto la canna nella sacca abbiamo continuato a pescare con le due rimaste dove siamo anzi Andrea è riuscito a catturare due silurini da 5 e 2 kg circa che abbiamo rilasciato immediatamente.

Purtroppo è arrivata l’ora di fare su le canne (e non sto parlando di fumo) quindi Davide raccoglie il pattume, Andrea riponeva le armi da combattimento nella sacca, Paolo ed Io facciamo i lampioni con le torce, una volta raccolto tutto gli altri hanno portato in macchina tutto quello che non serviva più e per portare giù le macchine fotografiche.

Abbiamo impostato la posta come un set cinematografico visto che il nostro pescatore Andrea è molto esigente, ma poi le foto gli danno ragione.

Dopo che abbiamo soddisfatto le nostre ispirazioni fotografiche, tocca ad Andrea ad essere fotografato e lui ci si corica, lo abbraccia ma non riesce mai a trovare la posizione giusta perché vuole le foto che siano d’effetto, poi finalmente ci riesce e con cautela rimettiamo il nostro amico in acqua cercando di ossigenarlo per un po’, so che molti non sarebbero d’accordo al rilascio del predatore ma come si fa ad uccidere un animale così? Andare a letto e dormire con il pensiero di averlo lasciato in riva a morire, noi non ce la sentiamo, infatti, ci chiamiamo scherzosamente Amici del Siluro. Spero che la storia vi sia piaciuta alla prossima avventura. CIAO!

 

by Gli Amici del Siluro


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