I pescatori
sportivi: «C'è una situazione tale in questi giorni da permettere ai pesci che
arrivano dal Po di posare le loro uova»
Il Lambro malato si risveglia dal
coma
Con il depuratore di Nosedo
migliorano le condizioni del fiume
Orio Litta Un malato che sembra
risvegliarsi lentamente da uno stato di coma. Anno dopo anno il fiume Lambro, il
più sporco d'Italia, ricettacolo degli scarichi non depurati della metropoli
milanese, mostra inaspettati segni di ripresa ad agosto, un periodo di
"tregua" per l'inquinamento.
«Tanto da arrivare a costituire addirittura una zona adatta alla
"frega" - spiega Cesare Lorandi, coordinatore provinciale dello
Spinning club Italia -. Le sponde del Lambro, in questi giorni, riescono a
offrire ai pesci condizioni tali da permettere la deposizione delle uova».
Con le fabbriche milanesi chiuse e i meneghini a godersi le ferie altrove, il
carico inquinante diminuisce e, dalla foce con il Po, i pesci tendono a risalire
il corso del fiume. Se l'anno scorso questa presenza si limitava ai siluri, i
pesci predatori provenienti dall'est, quest'anno i soci della sezione lodigiana
dello Spinning club, che come ogni anno effettuano alcune "battute"
nel Lambro per monitorare la situazione, hanno, con una certa sorpresa, trovato
anche numerosi avannotti ed esemplari di aspio e lucioperca.
Queste due specie alloctone (ovvero non appartenenti a quelle tipiche della
pianura padana) «erano evidentemente attratte da prede più piccole - spiega
Cesare Lorandi, coordinatore provinciale dello Spinning club -. Ne abbiamo
rilevato la presenza di grandi branchi a caccia degli avannotti».
Quelli visti nelle acque del Lambro, tornate a mostrare un colore decente per
qualche giorno , sono avannotti che raggiungono i 2, 3 centimetri di lunghezza e
che sono un simbolo di speranza per il fiume. «Sono nati da qualche giorno in
zona» assicura Lorandi. I pescatori dello Spinning club (lo spinning è una
tecnica che prevede l'uso di esche artificiali e il rilascio dei pesci in acqua
una volta catturati e fotografati) hanno effettuato una decina di
"battute" di pesca ad agosto nel Lambro, lungo il tratto di riva in
territorio di Orio Litta, a circa un chilometro e mezzo dalla foce.
Armati di guanti e forniti di mascherina, si erano recati in zona anche a luglio
ma, in quell'occasione, non riuscirono nemmeno ad arrivare alle sponde. È
andata meglio nei giorni scorsi: «Non so se questo miglioramento possa essere
messo in relazione con l'avvio del depuratore milanese di Nosedo - commenta
Lorandi -. È certo però che anche con un piccolo miglioramento si vedono quasi
subito grandi risultati. Il Lambro sembra avere grandi capacità di recupero,
probabilmente anche per la presenza di risorgive sotterranee. Questo fiume ha
potenzialità che vanno valorizzate ed aiutate».