23 agosto 2003

I pescatori sportivi: «C'è una situazione tale in questi giorni da permettere ai pesci che arrivano dal Po di posare le loro uova»
Il Lambro malato si risveglia dal coma
Con il depuratore di Nosedo migliorano le condizioni del fiume

Orio Litta  Un malato che sembra risvegliarsi lentamente da uno stato di coma. Anno dopo anno il fiume Lambro, il più sporco d'Italia, ricettacolo degli scarichi non depurati della metropoli milanese, mostra inaspettati segni di ripresa ad agosto, un periodo di "tregua" per l'inquinamento.
«Tanto da arrivare a costituire addirittura una zona adatta alla "frega" - spiega Cesare Lorandi, coordinatore provinciale dello Spinning club Italia -. Le sponde del Lambro, in questi giorni, riescono a offrire ai pesci condizioni tali da permettere la deposizione delle uova».
Con le fabbriche milanesi chiuse e i meneghini a godersi le ferie altrove, il carico inquinante diminuisce e, dalla foce con il Po, i pesci tendono a risalire il corso del fiume. Se l'anno scorso questa presenza si limitava ai siluri, i pesci predatori provenienti dall'est, quest'anno i soci della sezione lodigiana dello Spinning club, che come ogni anno effettuano alcune "battute" nel Lambro per monitorare la situazione, hanno, con una certa sorpresa, trovato anche numerosi avannotti ed esemplari di aspio e lucioperca.
Queste due specie alloctone (ovvero non appartenenti a quelle tipiche della pianura padana) «erano evidentemente attratte da prede più piccole - spiega Cesare Lorandi, coordinatore provinciale dello Spinning club -. Ne abbiamo rilevato la presenza di grandi branchi a caccia degli avannotti».
Quelli visti nelle acque del Lambro, tornate a mostrare un colore decente per qualche giorno , sono avannotti che raggiungono i 2, 3 centimetri di lunghezza e che sono un simbolo di speranza per il fiume. «Sono nati da qualche giorno in zona» assicura Lorandi. I pescatori dello Spinning club (lo spinning è una tecnica che prevede l'uso di esche artificiali e il rilascio dei pesci in acqua una volta catturati e fotografati) hanno effettuato una decina di "battute" di pesca ad agosto nel Lambro, lungo il tratto di riva in territorio di Orio Litta, a circa un chilometro e mezzo dalla foce.
Armati di guanti e forniti di mascherina, si erano recati in zona anche a luglio ma, in quell'occasione, non riuscirono nemmeno ad arrivare alle sponde. È andata meglio nei giorni scorsi: «Non so se questo miglioramento possa essere messo in relazione con l'avvio del depuratore milanese di Nosedo - commenta Lorandi -. È certo però che anche con un piccolo miglioramento si vedono quasi subito grandi risultati. Il Lambro sembra avere grandi capacità di recupero, probabilmente anche per la presenza di risorgive sotterranee. Questo fiume ha potenzialità che vanno valorizzate ed aiutate».


La Gazzetta di Parma 7La Provincia Pavese 5