15 Maggio 2003                                                               


Lago di Endine, vanno per tinche ma pescano 25 siluri
Le operazioni di recupero di tinche, nel lago di Endine, a scopo di riproduzione artificiale, ha riservato una poco gradita sorpresa agli appassionati della lenza e agli ittiologi che si occupano della salute di questo lago.
Giovedì scorso, durante gli interventi messi in atto dal Servizio faunistico-ambientale della Provincia di Bergamo, alcuni tecnici hanno potuto catturare con un potente elettrostorditore, ben 25 siluri di tutte le classi di età, di cui uno dalle dimensioni eccezionali: misurava cm 150 per 27 kg di peso.
L'età del grosso siluro stimata dagli ittiologi intorno agli otto anni, a giudizio degli esperti è la prova che questo voracissimo, quanto infestante pesce, si è ormai stabilmente insediato anche nelle acque del Lago della Val Cavallina.
«Dopo questi eccezionali, ma prevedibili risultati ottenuti con l'elettropesca», afferma Alberto Testa, tecnico del Servizio faunistico-ambientale, «verranno effettuati interventi mensili nel periodo estivo e autunnale per proseguire le ricerche sull'alimentazione del siluro. I primi dati acquisiti attraverso l'analisi dei contenuti stomacali, ci indicano che i soggetti di un anno di età si nutrono prevalentemente di invertebrati e larve di libellula, quelli di 2-3 anni in prevalenza di gamberi americani, mentre i soggetti di taglia maggiore hanno un'alimentazione quasi esclusivamente ittiofaga. La presenza di una popolazione così consolidata di siluri», continua Testa, «vanifica ogni intervento di ripopolamento ittico;  in ogni caso è prudente evitare qualsiasi immissione di pesce a eccezione delle anguille e di lucci e tinche provenienti dagli incubatoi, ciò al fine di evitare l'introduzione di nuovi soggetti di questa specie indesiderata». 
Le cause della comparsa del siluro nei laghi bergamaschi non è chiara, ma non sono pochi i pescatori che fanno risalire la causa alle semine del cosiddetto «misto Po», ossia una miscela variegata di pesci appartenenti a numerose specie, pescati con apposite reti nel più grande fiume italiano e commercializzate con questa denominazione sino all'inizio degli anni Novanta.
Nel «misto Po» finito nella acque del lago di Endine con ogni probabilità , insieme ad alborelle, vaironi, triotti e savette erano presenti anche piccoli esemplari di siluro che si sono rapidamente ambientati nel bacino lacustre bergamasco e che ora minacciano, data la loro dimensione e voracità, di eliminare le specie ittiche locali preesistenti.
A novembre si svolgerà un incontro per illustrare i risultati raggiunti con l'iniziativa «Caccia al siluro». 

L'Arena 4La Gazzetta di Modena 11