Mercoledì 23 Aprile 2003

RONCO. Il sindaco emana due ordinanze per salvaguardare gli insetti impollinatori e i volatili
Protette rondini e piante ma niente pietà per i siluri
Due amici ne pescano nel Po uno di quasi due metri e mezzo
Ronco. In difesa delle piante da frutto, degli insetti pronubi ed impollinatori, delle rondini. Ma non dei pesci siluri che infestano i fiumi della zona. L’inizio della bella stagione a Ronco è nel segno della protezione degli animali: ma non di tutti. Così, mentre il sindaco con due ordinanze ha vietato di effettuare trattamenti antiparassitari e pesticidi - i cui principi attivi risultino tossici per gli insetti impollinatori - a colture legnose, e per la tutela dei nidi di rondine, balestruccio e rondone, Nicola Boninsegna e Paolo Casarotti - due amici di Tombazosana appassionati di pesca da almeno 15 anni - si sono portati a casa un siluro di quasi due metri e mezzo di lunghezza e di settanta chili di peso. Le ordinanze del sindaco hanno valore temporaneo. Quella relativa alle colture erbacee e foraggere resterà in vigore «dalla schiusura dei petali alla completa caduta degli stessi». Ai trasgressori sarà applicata una multa da 258 a 620 euro. Quella, invece, relativa agli uccelli salvaguarderà la nidificazione per tutto il periodo della stessa convenzionalmente fissato dal 15 marzo al 15 settembre. In questo secondo caso potranno essere concesse deroghe, ma soltanto dietro richiesta presentate al settore edilizia pubblica dell'ufficio ecologia del Comune, comunicando la data prevista di inizio lavori ed un recapito telefonico del richiedente. La mancata risposta, anche via fax, da parte del Comune entro 15 giorni dalla data di inoltro della richiesta, costituirà tacito assenso al rilascio della deroga stessa. La violazione dell'ordinanza sarà punita con una multa da 50 a 300 euro, elevata da 100 a 600 euro se l'abbattimento dei nidi avviene durante il periodo di nidificazione tra la metà di marzo e la metà di settembre.
Per quanto riguarda il siluro, è stato pescato lungo il Po, in provincia di Rovigo. Al primo lancio, intorno alle 6.30 del mattino, questo straordinario esemplare ha abboccato subito all'esca (un'anguilla). Boninsegna allora ha tenuto ferma la lenza, mentre Casarotti ha arpionato la preda e l'ha tirata a riva. «Abbiamo pescato in passato altri esemplari di siluro di una certa dimensione, sempre da riva e mai dalla barca - spiegano i due -. Al massimo erano esemplari che raggiungevano i 50 chili, ma non ci era mai capitato di catturare un pesce di queste dimensioni. Un vero e proprio squalo d'acqua dolce».

La Gazetta di Mantova 5L'Eco di Bergamo 2