CLUSANE Gusti e abitudini cambiano, ma non
la tradizione clusanese della tinca al forno
con polenta. A questo specialità, emblema
della cucina di Clusane e ispiratrice dei
cartelloni stradali di benvenuto, i
ristoratori del posto dedicano da anni nel
mese di luglio una nota e frequentata
manifestazione gastronomica. Quella che sta
per iniziare è infatti la ventiduesima
edizione della «Settimana della tinca al
forno». Promotori dell'iniziativa - che si
svolgerà da oggi al 20, con una serie di
eventi culturali collaterali tra i quali la
seconda gara remiera del «Naèt d'or 2003»
(domenica prossima alle 17) e la possibilità
di compiere crociere notturne (giovedì,
venerdì, sabato e domenica alle 21.30 e
alle 22.30) a bordo della motonave «Città
di Bergamo» – sono gli Operatori
turistici clusanesi (Otc), un'associazione
fondata nel 1975 per valorizzare e
promuovere lo sviluppo turistico del borgo
lacustre tra Iseo e Sarnico. Sono una
ventina i ristoranti in cui si potrà
degustare questa ricetta – al prezzo di 17
euro a persona – dessert e bevande
comprese (acqua minerale e mezza bottiglia
di buon vino di Franciacorta).
Se è vero che questo appetitoso manicaretto
è la bandiera della ristorazione locale, è
pur vero che l'offerta di questi anni si è
arricchita di tante altre interessanti
proposte. L'ultima in ordine di tempo
riguarda il pesce siluro di cui si stanno
sperimentando alcune ricette. Gli esperti
dicono che la sua carne particolarmente
compatta e priva di lische si presta a
essere cucinata in diversi modi. Al riguardo
i giudizi dei degustatori sono abbastanza
positivi, con maggiori o minori propensioni
per l'uno o per l'altro piatto. Il che
spinge i ristoratori a proseguire la
sperimentazione di questa specie ittica
originaria dei fiumi del Nord Europa e ora
ben insediata anche nel Sebino.
«Essendo un pesce che vive sui fondali –
spiega Giuseppe Bosio, 68 anni, pescatore di
professione e vicepresidente dell'omonima
cooperativa locale – prima di metterlo in
padella, specialmente gli esemplari di
grosse dimensioni, è opportuno mantenerlo
vivo in vasche per lungo tempo in modo da
favorire la sua depurazione». Giuseppe
Bosio, prima di vendere le sue prede,
provvede a depurarle in una grande vasca
ricavata nel lago. Starà comunque
all'abilità dei cuochi e al tempo stabilire
se anche il pesce siluro avrà la stessa
fortuna della tinca, per ora regina
indiscussa della tradizione culinaria
clusanese.
Clusane si appresta dunque a portare in
tavola anche il pesce siluro, specie ittica
che predilige i bassi fondali come la tinca.
In difesa del «mostro» indesiderato di
fiumi e laghi, sul quale corrono molte
leggende Bosio dice che «non è un pericolo
né per la fauna ittica né per l'uomo. È
il suo aspetto poco attraente a far paura e
soprattutto le sue dimensioni che possono
raggiungere anche cinque metri di lunghezza
e il peso di 80 chili. La preda più grossa
che ho pescato finora nel lago è stato un
esemplare di un metro e 73 di lunghezza, del
peso di 43 chili, catturato nell'ottobre
dell'anno scorso. Ma sono convinto che nelle
Torbiere esistano esemplari di grosse
dimensioni. Durante un giro di
perlustrazione con l'ittiologo per
controllare la popolazione di questa specie
ittica ho infatti visto riemergere
dall'acqua un grosso siluro con la testa
infilata in un bertovello».
Riguardo alla sua cattura, «questo è il
periodo migliore – afferma il pescatore
– perché la temperatura molto calda
dell'acqua favorisce la sua continua
riproduzione che va da maggio a settembre
con un numero di fregole da sei a sette. In
questo periodo è inoltre più facile
pescarlo perché il lago è basso ed è
quindi costretto ad uscire dalle secche
delle lamette del fronte lago. In inverno,
al contrario, resta inattivo sui fondali,
entrando in una specie di letargo. Non ha
comunque bisogno di muoversi troppo perché
è fornito di particolari sensori, come la
piccola pinna che si trova sul dorso, appena
dietro la testa, in grado di intercettare i
pesci di cui è ghiotto, in particolare le
anguille, che tramortisce con un colpo di
coda».