Caccia ai siluri, terrore ittico nel Ticino
SESTO CALENDE — Caccia grossa al famelico pesce siluro nelle acque del Ticino.
Un pesce esotico invasivo di recente quanto misteriosa immissione nelle acque del fiume Azzurro, dalla taglia enorme raggiungendo un peso di decine di chilogrammi. Un pesce dominante in termini di densità e biomassa, che purtroppo rappresenta una minaccia per tutte le specie ittiche autoctone, in particolare pighi, ormai scarsissimi e della trota marmorata che pare del tutto scomparsa dalle acque del Ticino. Un dato che fa ritenere il terribile siluro oltre che uno dei responsabili del decremento di queste popolazioni, un ostacolo reale e diretto alla loro eventuale ripresa, per l'azione di predazione ma anche per la competizione per il cibo e il rifugio che esso ha nei confronti dei pesci locali.
Tra l'altro la presenza di sbarramenti fluviali invalicabili, sprovvisti cioè di passaggi artificiali per pesci, come la diga di Porto della Torre e quella di Pamperduto a Somma Lombardo, determinano l'interruzione della continuità del Ticino e la preclusione dell'accesso a zone di riproduzione. Se venisse finalmente ripristinata la continuità fluviale presso queste due dighe, il Ticino sarebbe di nuovo in connessione con un grande lago profondo come il Verbano e con il bacino a monte, restituendo ai pesci una vastissima area colonizzabile. In questo caso il Parco del Ticino ha in progetto degli studi di fattibilità per la realizzazione di un paio di passaggi artificiali per la risalita dei pesci.
Per contrastare la minaccia rappresentata dal siluro quest'anno saranno attivate specifiche campagne di contenimento. Infine verrà avviato un progetto triennale per la conservazione di pighi e trote marmorate.

Il Giorno 1La Provincia pavese