LODI
— Il fiore all'occhiello della Provincia è
rappresentato dalla cartina che illustra lo scenario
venatorio del territorio. Stampata in 5mila copie, è
stata spedita a casa dei 3.622 cacciatori del
Lodigiano (1.986 residenti e 1.636 non residenti). La
superficie cacciabile ammonta a quasi 50mila ettari,
le oasi di protezione sono quelle di «Muzza Morta» e
«Basse di S.Marco», per 494 ettari. Due le zone di
protezione (Adda e Po, 535 ettari), 17 le zone di
ripopolamento e cattura (9.876 ettari), 5 i fondi
chiusi (165 ettari), 12 le aziende
faunistico-venatorie (3.823 ettari) e 5 le aziende
agrituristico-venatorie (907 ettari). Per la pesca, il
piano di ripopolamento parla di 127mila tinche, 44mila
carpe, 22mila lucci, 9.500 persici, 8mila trote
marmorate, 7.500 temoli, 3.500 trote iridee, senza
contare il novellame di scardole, triotto e vairone
per un peso complessivo di 3 quintali, una quarantina
di storioni, 500 lucci adulti, un quintale di persici
reali. I «rilasci» sono curati dalla Federpesca e
dall'Associazione Pescatori Dilettanti. Infine,
prosegue il piano di eliminazione del «siluro», il
terribile predatore che infesta le acque del
Lodigiano.
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