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«Cercheremo di catturare attraverso
apposite esche il pesce siluro (che domenica al
parco Amendola ha divorato un'anatra); ma non
svuoteremo, come qualcuno aveva chiesto, il lago,
per non distruggere ogni forma di fauna
acquatica». Questo ha risposto la responsabile
dell'ufficio comunale «Diritti degli Animali»,
Angela Spampanato, di fronte all'apprensione e
alle richieste di intervento di coloro che portano
abitualmente i loro figli a giocare presso il
lago. «Il siluro non aggredisce l'uomo. Si
ciba di pesce ed uccelli acquatici. Riconosco che,
se quello di domenica è stato uno spettacolo
cruento e non adatto per i piccoli visitatori
del parco, però le famiglie non debbono
assolutamente temere per l'incolumità dei
figli».
«Come amministrazione comunale — prosegue
Angela Spampanato — siamo a coscienza del
problema da un paio di anni e stiamo operando per
recuperare un equilibrio dell'ecosistema nei
laghetti. La presenza dei siluri non è una
novità. L'anno scorso impiegammo mesi per
catturarne uno di 35 chili, che riusciva a
liberarsi delle esche, attorcigliandole attorno al
supporto del rifugio delle anatre. Lo trovammo
morto, perché aveva divorato una tartaruga
esotica. Anche la presenza di questa specie sta
distruggendo sempre più l'ecosistema dei
laghetti. Si tratta di esemplari americani, che
vengono acquistati quando sono di piccole
dimensioni. Al momento in cui si ingigantiscono i
proprietari se ne liberano, lanciandoli nei
laghetti. In merito all'episodio di domenica, devo
pensare che l'anatra uccisa fosse molto giovane e
inesperta. Quelle più vecchie conoscono la
presenza del pericoloso siluro e volano nel lago
attiguo. Gli anatroccoli orfani saranno cresciuti
presso i nostri rifugi e poi collocati altrove. Il
piccolo che è rimasto solo nel lago Amedola, sta
bene e si è già aggregato ad un altro gruppo». Mentre
Angela Spampanato ribadisce l'impegno
dell'amministrazione di intensificare gli
appostamenti al siluro, ricorrendo all'impiego di
pescatori specializzati, dall'altro invita chi
intende liberarsi di animali esotici scomodi
(perché troppo cresciuti e voraci) a prendere
contatti con gli uffici comunali, per trovare
assieme a lei una giusta collocazione della fauna,
in modo da non danneggiare l'ecosistema di laghi,
o corsi d'acqua. La dottoressa Spampanato sta
pure coordinando in questo periodo un recupero
delle voraci tartarughe esotiche presenti nei
laghetti Amendola, per le quali si stanno cercando
idonei luoghi di collocazione. Nella foto: il
lago nel parco |
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