TORINO -
Almeno 20 mila litri di olio
combustibile si sono riversati
ieri, da una caldaia malfunzioante,
nel Po.
Un vero e proprio disastro
ecologico, che rischia di
assestare un nuovo colpo letale
alla salute, già precaria, di uno
dei fiumi più importanti del
Paese.
Sul corso d'acqua, un'enorme
chiazza si sposta alla velocità
di un chilometro l'ora. Alcuni
canali di irrigazione, per
sicurezza, sono già stati chiusi.
Ma il problema resta, e il fiume,
che attraversa mezza Italia prima
di andare a gettarsi
nell'Adriatico, rischia di portare
con sé i propri veleni per
chilometri.
Per individuare i responsabili
dell'inquinamento i tecnici hanno
dovuto risalire uno ad uno i
diversi canali di scolo che si
gettano nel fiume.
Alla fine, hanno scoperto un
locale caldaia che serve otto
enormi palazzi (10 piani ciascuno)
nel quartiere di Santa Rita, a
Torino. Il locale era
completamente invaso dall'olio
combustibile, che si è riversato
nel fiume attraverso un canale di
scolo abusivo.
Individuata la fonte, il problema
è stato risolto in fretta. Nel
frattempo però, almeno 20 mila
litri di materia oleosa si erano
riversati nel fiume.
Eliminarli, ora, non sarà facile.
I tecnici sono al al lavoro per
studiare le diverse possibilità.
Nel frattempo, la chiazza naviga,
senza freni, verso il mare.
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