Il Ponte della Becca a Pavia

 

Domenica 16 maggio 2004

Arriva il 15 maggio,data in cui è stata fissata la prima uscita didattica del PonteBecca, lo scopo é di far conoscere a chi non ha mai avuto la possibilità, come si effettua la pesca con la boa.

Le condizioni del fiume non sono ottimali ma pian piano sta rientrando nel suo letto abitudinario,siamo comunque costretti a cambiare la destinazione della boata, in quanto Cascinotto, luogo in cui era stata fissata la nottata di pesca è inagibile fino a quando il fiume non tornerà a livelli normali.

Si sperava di riuscire a coinvolgere più gente ma all’appello oltre al Sottoscritto, Ale, Miky e due nuove presenze non si fa vivo nessun altro.

Io e Ale ci incontriamo alle 12 per pranzare insieme all’idrometro e per valutare dove posizionarci.

Finito l’ottimo pranzo scendiamo e in attesa che arrivino gli altri partecipanti cominciamo a preparare le barche,  alle 15 arriva Enrico un nuovo ragazzo incuriosito da questa pesca ma che non ha mai avuto la possibilità di praticare, stesso discorso per Graziano che arriva subito dopo.

Manca sempre lui…il Miky, che per lui la puntualità è un optional!

Il Ponte della Becca a Pavia

Risaliamo al bar a bere una birretta in attesa che arrivi e dopo una mezz’ora e’ anche lui dei nostri, carica la sua attrezzatura sulla barca e finalmente si parte!

Non abbiamo molta strada da fare in quanto abbiamo scelto di posizionarci in un’ansetta a 400 metri a valle del ponte della Becca, dove la "piena" gioca a nostro favore in quanto si è formato un bel rigiro d’acqua con una buca che si aggira sui 7 metri di profondità.

Arriviamo sulla spiaggia scarichiamo in fretta le barche e io e Ale usciamo a posizionare le boe.

Ne piazziamo in tutto 7, sei a chiudere la buca e una mia soprannominata poi la "maledetta" a 200 metri dal campo in una zona morta dove l’acqua arriva a fatica ad un metro.

Tutte e sette le boe sono innescate con la solita anguilla a profondità variabili in modo da insidiare i pesci ad altezze diverse.

Attacchiamo le break alle 18.30 e ci sdraiamo sui lettini a rilassarci guardando il nostro splendido fiume, dove abbiamo modo di ammirare uno splendido tramonto.

Siamo in pesca e il tramontare del sole fa crescere in noi una trepidante attesa.

Sono quasi le 20 e anche se a malincuore Enrico non si può fermare per trascorrere la nottata con noi, io e Ale lo riportiamo al pontile dove cogliamo la palla al balzo per salire al ristorante a farci preparare due pizze e fare rifornimento di birra fresca.

Torniamo al campo dove erano rimasti Graziano e Miky che vedendoci arrivare a motore spiegato con due pizze ancora fumanti e birre fresche ci accolgono a "braccia", o meglio bocche aperte.

Divoriamo le pizze in pochissimi minuti e osserviamo ancora il cielo che ha di nuovo cambiato colore e accende degli insoliti riflessi rosa sull’acqua.

C’e’ ancora chiaro e parte la canna del Miky, colpi violenti fanno piegare la canna sulla piantana ma non si spacca la break, rimaniamo increduli quando notiamo chiaramente che il siluro anzi che spaccare la break sta portando a spasso senza alcuna difficoltà la boa e un plinto di 10 kg , senza più attendere la rottura, Miky prende la canna e ferra, il pesce è allamato comincia il combattimento, purtroppo quando è a circa 20 metri da riva riesce a liberarsi dalla presa dell’amo.

Il Miky è un po’ abbattuto per l’inaspettata perdita del pesce, usciamo a ripristinare la break e siamo di nuovo in pesca con tutte e sette le canne.

Siamo di nuovo sui lettini in attesa che qualche siluro si decida ad attaccare le nostre anguille, quando notiamo che da lontano arrivano delle strane luci che galleggiano sull’acqua, diventano sempre di più e di tutti i colori, la corrente in pochi minuti li trasporta vicino a noi, io e Ale usciamo in barca incuriositi a controllare che cosa sono, constatiamo che sono delle vere e proprie candele appoggiate su delle tavolette di sughero, sono veramente tantissime e creano un effetto molto suggestivo.

La forte corrente li trascina presto verso valle, torniamo a riva ed è arrivata l’ora di entrare in tenda, dato che sta scendendo parecchia umidità.

Appena entro in tenda suona il mio avvisatore, mi precipito alla canna ma è un falso allarme, non spacca la break, torno in tenda e mi metto a dormire.

Durante la notte sentiamo suonare i segnalatori più volte ma non si spacca nemmeno una break, forse erano solo toccate di piccoli siluri.

Verso l’alba notiamo moltissime cacciate di Perca nel sotto riva ma purtroppo di Siluri neanche l’ombra.

Arrivano le nove e decidiamo di smontare il campo, recuperiamo le lenze e qui notiamo una cosa strana, le anguille che durante la notte avevano subito attacchi non hanno i soliti graffi lungo il corpo ma bensì dei veri e propri buchi nella pelle, ipotizziamo che possano essere stati i Lucci Perca dato che erano in caccia a pochi metri dalle nostre boe.

Smontato il campo purtroppo questa volta non possiamo scattare le solite foto di rito, ma in fondo può capitare un "cappotto" ogni tanto, fa riflettere se abbiamo pescato correttamente o c’è stato qualche altro fattore ad influire, e a volte tornare a casa a mani nude può far salire ancora di più la voglia di tornare al più presto in riva al nostro fiume a insidiare il nostro amato Siluro.

 by Cristian


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