I-Nozioni generali
I-1-Posizione sistematica
Secondo Berg (1964) la classificazione zoologica del Silurus glanis è:
I-2 Descrizione
(Spillman 1961 e Berg 1964)
Il corpo del siluro è allungato a sezione sferica, ma schiacciato lateralmente a partire dall’orifizio anale fino alla pinna caudale. La pelle è nuda, priva di squame ed è ricoperta di un muco abbondante, che oltre a proteggere la specie dalle malattie, gli permette di scivolare e muoversi con facilità in mezzo alla vegetazione e alle asperità della riva o del fondale, senza rischio di inutili ferite. La testa è robusta e larga, essa è provvista di tre paia di barbigli: un paio molto sviluppati sulla mandibola superiore, e due paia sulla mandibola inferiore. I barbigli mandibolari anteriori sono più corti dei posteriori, questi ultimi nei soggetti più giovani possono arrivare fino all'inserzione delle pinne pettorali o addirittura di quelle ventrali. La bocca è ampia, le mascelle sono molto rudimentali, ma particolarmente robuste e ben sviluppate, la mascella inferiore è prominente rispetto a quella inferiore. I denti, di forma conica, sono presenti sulle intermascellari, la mandibola, il vomere e i faringei. I denti palatini sono assenti. I denti vomeriani sono in linea continua, solamente con una intaccatura postero-mediana. Sul capo si possono notare le aperture delle narici, esse hanno aspetto tubuliforme, con il foro anteriore e quello posteriore, ben distanziati fra loro. Le branchie sono ben protette da placche opercolari ricoperte da un lembo cutaneo sostenuto da sedici raggi branchiostegi, non c’è il pre-opercolo. I siluri presentano branchiospine disposte per in un unica fila nelle prime due arcate branchiali, e per due file nelle rimanenti due. Le prime cinque vertebre sono saldate. La natatoria adiposa è assente. La vescica natatoria è libera e legata all’orecchio interno dagli ossicini di Weber (Serie di piccole ossa, plaustro, scafio, intercalare e tripode, derivate da parti delle prime vertebre, che collegano la parte cefalica della vescica natatoria con il labirinto dell’orecchio interno. L’intera struttura, oltre a presiedere alla regolazione dell’equilibrio e della posizione del pesce, sembra essere in relazione alla ricezione e produzione di suoni), questi permettono al Siluro di captare una larga gamma di vibrazioni. Sui lati si nota la linea laterale che scorre quasi parallela al dorso, dal capo alla coda. La natatoria dorsale, situata davanti al perpendicolo delle pelviche, è molto piccola e senza raggi spinosi. Le natatorie pettorali hanno un primo raggio ossificato, duro e dentellato all'estremità. Le pinne ventrali sono piccole ed arrivano fino all'inserzione di quella anale. La natatoria anale è molto lunga, e si distingue dalla caudale, piccola e arrotondata, grazie ad una leggera rientranza. La colorazione è variabile, il tono va dal verde oliva al grigio nerastro, marmorizzato sui fianchi e bianco sul ventre. La specie è molto longeva e può arrivare fino ad 80 anni d’età. Si può capire all'incirca l'età degli animali catturati esaminando le loro vertebre, in esse è visibile una serie di anelli chiari e scuri e ad ognuno di questi ultimi corrisponde all'incirca un anno di età. Lo stesso può essere osservato nel raggio duro della pinna pettorale dopo che è stata tagliata in due. Il Silurus glanis è una specie d’acqua calda, in quanto la temperatura ottimale di crescita è dai 28 ai 30°C, con un blocco dell’alimentazione verso i 14°C. Questo dato è importante, perché è uno dei fattori, che hanno determinato la sua distribuzione geografica, infatti, come potete vedere in dettaglio alla pagina "Diffusione", il siluro occupa maggiormente la parte sud dell’Europa.
I-3 Principali elementi di biologia
I-3-1 La riproduzione del siluro
Il siluro ha un ciclo di riproduzione annuale. Tutto ha inizio alla fine di marzo inizi d’aprile, quando l’acqua ha una temperatura compresa tra gli 8 e i 10°C, il siluro compie una migrazione di pre-frega, dalle zone profonde che occupa preferibilmente, alle zone d’acqua più bassa e lenta, in prossimità delle rive ricche di ripari naturali (Berg 1964, Schinkhshabekov 1979). Qui si formano coppie composte da individui della stessa mole. All'interno della specie non è semplice distinguere il maschio dalla femmina, solo osservando attentamente la papilla genitale, più grande e a forma di cono nella femmina, più piccola ed allungata nel maschio, è possibile distinguere i due sessi. Nel maschio l'estremità del primo raggio spinoso delle pinne pettorali, è solitamente seghettata molto più che nella femmina. Il periodo della frega varia secondo i luoghi: esso è localizzato normalmente tra la fine d’aprile e la fine di luglio e dura da un mese e mezzo a due mesi e mezzo (Mohr 1957, Berg 1964, Hochman 1967, Abdullayev et coll. 1978, Schinkhshabekov 1979). Nel Po dove la temperatura dell'acqua rimane costante per parecchi mesi, gli ultimi accoppiamenti possono avvenire anche nel mese di settembre. Sembra appunto, che sia la temperatura dell’acqua a condizionare la data dell’inizio della frega, questa temperatura deve essere minimo di 18-20°C (Mohr 1957) e anche 20-22°C secondo Schinkhshabekov. Hochman (1979), precisa che anche una repentina caduta della pressione barometrica può influenzare l’attività riproduttiva. Nei corsi d’acqua la frega ha luogo in prossimità delle rive, laddove le radici degli alberi forniscono dei ripari e dei supporti naturali per le uova (Horvath e coll. 1984); nel delta dei grandi fiumi, la frega ha luogo nelle golene d’inondazione (Berg 1964). Se tutte queste condizioni sono favorevoli, il maschio costruisce un nido incassato tra la vegetazione (Wilcolskyg 1969). Al momento della frega c’è molta competizione per accoppiarsi, i maschi sviluppano così una grand’aggressività, ed alcune ferite possono risultare veramente serie. La frega ha generalmente luogo la notte, ed è accompagnata da una parata nuziale durante la quale il maschio si arrotola intorno alla femmina, e comprimendogli l'addome facilita la deposizione delle uova. Gli ovuli emessi dalla femmina sono immediatamente fertilizzati dal maschio, le corone di uova sono ricoperte da una coltre spessa di gel, che le rendono vischiose e permette loro di aderire con facilità agli ostacoli della sottoriva (radici d’albero, alberi sommersi, ecc.), le uova che cadono sul fondo sono destinate a morire in breve tempo. Subito dopo le femmine abbandonano il nido, mentre i maschi rimangono in prossimità del nido durante tutta l’incubazione delle uova, e le mantengono ventilate con dei movimenti della coda, al fine d'assicurare una buon’ossigenazione (Horvalth e coll. 1984); in questo periodo il maschio è particolarmente aggressivo verso tutto ciò che si avvicina al nido. L’embriogenesi è assai corta, da 60 a 70 gradi/giorno (Horvalth 1977), alla temperatura di 22-24° C la schiusa avviene all'incirca al ventiquattresimo giorno. Grazie ad una particolare ghiandola posta sul capo, che secerne un filamento adesivo, le larve, ancora incapaci di nuotare, restano attaccate alla vegetazione del nido fino a quando non hanno completato lo sviluppo, e riassorbito il sacco vitellino. Se il filamento si rompe anticipatamente, le larve cadono sul fondo dove finiscono per morire. Gli avannotti cominciano a nuotare 3 o 4 giorni dopo la schiusa; i maschi abbandonano allora il nido. Gli avannotti sono poco mobili e hanno la tendenza a restare raggruppati (Berg 1964, Horvalth e coll. 1984); in questo periodo assomigliano ad un gruppo di grossi girini. La fertilità relativa è molto variabile secondo gli autori, essa varia da 7.000 a 42.000 uova per chilogrammo di pesce (Mohr 1957), essa dipende anche dalla provenienza geografica, dalla taglia del pesce, dall’approvvigionamento di sostanze nutritive e dalla temperatura dell’acqua. Nel Danubio è stato calcolato che una femmina di 76 kg, può deporre fino 1.380.000 uova. Il diametro delle uova varia da 1,94 a 3,0 mm (Mohr 1957, Hochman 1967). La taglia del pesce ha una grande importanza per l’età della maturità sessuale, anche un tasso di crescita debole induce un ritardo dell’età della maturità sessuale, in genere i maschi arrivano a questa età dopo 3 o 4 anni di vita (Berg 1964, Hochman 1967), le femmine più tardive sono mature dal quinto o sesto anno di vita. In Italia dove il regime termico è mediamente più alto i siluri possono essere già fertili all'età di 3 anni, ossia ad una dimensione di circa 60-70 cm. Il siluro dunque ha una grande potenzialità di riproduzione, sia per la quantità di uova deposte, sia per le cure parentali offerte nel periodo dell'incubazione, questo spiega in parte il motivo del grosso e veloce sviluppo delle sue popolazioni nelle acque dei principali bacini europei, compreso il Po.
I-3-2 Alimentazione
I-3-2-1 Comportamento alimentare del siluro
La maggior parte degli autori sottolinea che il siluro è un pesce di fondo, avente un’attività essenzialmente notturna. Il siluro è descritto come un pesce predatore, che vive nelle acque tranquille e profonde degli avallamenti del fondale (Mohr 1957, Likolshiy 1955). Il siluro possiede tutto l’equipaggiamento sensoriale per la caccia del nutrimento in notturna, questo è stato dimostrato con gli esperimenti di Todd 1971, Peritsyma 1978, Malyukina e Martem Ganov 1982, infatti, questo pesce (che appartiene agli Ostariofisi) possiede tra la vescica natatoria e l’orecchio interno, una serie di piccole ossa, gli ossicini di Weber, che uniscono questi due organi permettendo di percepire le vibrazioni acustiche, moto utili nella ricerca di nutrimento. Alla stessa maniera i suoi barbigli e la sua linea laterale giocano un ruolo importantissimo nella localizzazione delle prede.
I-3-2-2 Il regime alimentare
Alimentazione degli avannotti e dei giovani siluri
Tabella I ricapitolativi, mostrante la composizione del regime alimentare degli avannotti di siluro: (semplificata dal TAMAS 1970 e dal PINTER 1977)
Avannotti |
Alimenti consumati in percentuale |
|||||
Età (giorni) |
Taglia (cm) |
Cladoceri |
Cyclopides |
Ostracodes |
Chironomi |
Altre larve d’insetti |
12 |
2,5 |
100 |
- |
- |
- |
- |
16 |
2,8 |
38,3 |
25,5 |
6,4 |
25,5 |
4,2 |
19 |
2,9 |
50 |
20 |
3 |
20 |
7 |
22 |
4,3 |
60 |
10 |
- |
25 |
5 |
26 |
4,6 |
5,9 |
8,8 |
5,9 |
67,6 |
11,7 |
28 |
5,0 |
70 |
5 |
- |
10 |
15 |
34 |
5,8 |
19,3 |
33,9 |
12,9 |
19,3 |
14,5 |
38 |
6,2 |
23,4 |
11,6 |
15,6 |
27,3 |
22,1 |
Cladoceri (zooplancton); Cyclopides (piccolo crostaceo); Ostracodes (piccolo crostaceo); Chironomi (larve di insetti).
Grazie alla tabella I, è possibile rilevare come il regime alimentare degli avannotti è composto in gran parte di zooplancton e invertebrati bentonici (larve d'insetti, lombrichi e molluschi). Quest’alimentazione non è specifica del Silurus glanis, ma la si può ritrovare nella maggior parte degli avannotti d’acqua dolce. E’ nel corso della sua crescita che il siluro acquisisce degli elementi specifici nel suo regime alimentare. Anche secondo Tleouov e Gouseva 1997, poi Stolyarov 1985, il regime alimentare degli avannotti e dei piccoli siluri è il seguente:
·
Per gli individui aventi una taglia compresa tra 1,25 e 2,11 cm, l’alimentazione è essenzialmente composta d’organismi bentonici, di detriti vegetali e di larve di pesci.·
A partire dai 3 cm fino agli 8,4 cm l’alimentazione è simile, ma comporta in più del pesce.·
Da 8,4 cm a 13,3 cm, l’85% delle prede sono dei pesci (barbi, gardon, scazzoni).·
A partire da secondo anno di vita, il siluro è pressoché totalmente ittiofago (98% delle prede sono pesci), tra cui risaltano: scazzoni, carpe, alborelle, barbi, carassi e cavedani.
Dunque è il carattere ittiofago che va a predominare!
Alimentazione degli adulti
Il siluro è un predatore essenzialmente ittiofago, il pesce può essere fino al 98% delle prede catturate (Stolyarov 1985), lo spettro alimentare di queste è molto ampio: brème, carpe, sandre, gardons, siluretti, luciperca, lucci, tinche, carassi, cavedani e anguille (Stolyarov 1985, Orlava e Popava 1976).
Tabella II, indicante le specie consumate dal Silurus glanis, stabilite grazie all’esame del contenuto dello stomaco di siluri adulti in Francia (PINTER, 1976)
Nome Latino |
Nome Italiano |
Giugno |
Luglio |
Agosto |
Settembre |
Abramis ballerus |
X |
||||
Abramis brama |
Brème comune |
X |
X |
X |
X |
Abramis sapa |
X |
X |
|||
Acerina schraetzer |
Acerina |
X |
X |
||
Alburnus alburnus |
Alborella |
X |
X |
||
Aspro streber |
X |
X |
|||
Aspro zingel |
X |
||||
Barbus meridionalis |
Barbo canino |
X |
X |
||
Blicca bbjoernkna |
Brème bordelière |
X |
X |
X |
|
Carassius carassius |
Carassio |
X |
X |
||
Cyprinus carpio |
Carpa |
X |
|||
Astacus sp. |
Gambero di fiume |
X |
|||
Rana sp. |
X |
X |
|||
Leuciscus cephalus |
Cavedano |
X |
X |
||
Leuciscus idus |
X |
X |
X |
||
Lota lota |
Bottatrice |
X |
|||
Lymnayos sp. |
X |
||||
Misgurnus fossilis |
X |
||||
|
Molluschi bivalve |
X |
|||
Pelecus cultratus |
X |
||||
Perca fluviatilis |
Pesce Persico |
X |
X |
||
|
Topo di campo |
X |
X |
||
|
Topo muschiato |
X |
|||
Silurus glanis |
Siluro |
X |
X |
Come mostra la tabella II le specie predabili possono non essere solamente pesci, ma appartenere a diverse superclassi: Molluschi, Insetti, Anfibi, Crostacei (gamberi), Mammiferi (ratti) e Uccelli. La vasta gamma di prede predate dal siluro, mostra il carattere opportunista di questo pesce, ad esempio, nei fiumi dove i muggini (Mugil cephalus) sono presenti in gran quantità (Rodano, Loira e Po), essi sono ricercati e cacciati assiduamente, pur non essendo prettamente una specie d'acqua dolce e per cui non ben conosciuta dal siluro (Cloux, Duchesse, Fromentin 1996).
Di recente sono stati esaminati gli stomaci di 97 esemplari catturati nel basso del corso del fiume Po con lunghezza da cinque a 116 cm. Solo 65 dei 97 stomaci sono però risultati pieni. Dagli studi effettuati su quelli con lo stomaco pieno si sono potuti creare due gruppi di siluri, quelli con lunghezza minore a 32 cm e quelli con lunghezza maggiore. Nella dieta dei siluri di lunghezza inferiore ai 32 cm non compaiono pesci, mentre al di sopra di questa misura sono la componente fondamentale dell'alimentazione (proprio come in Francia, il siluro adulto diventa ittiofago al 98%).
Contenuto dello stomaco di siluri di lunghezza inferiore a 32 cm catturati nel fiume Po
|
Non è molto facile capire con sicurezza quanto cibo può essere ingerito ogni giorno da un siluro. Questo dipende dalle dimensioni del soggetto, dalla temperatura dell'acqua e dal periodo dell'anno. Di sicuro le leggende di divoratore insaziabile, sono ormai decadute, perché smentite dalle prove fino ad ora acquisite.
In media i siluri più piccoli hanno un fabbisogno energetico molto elevato e possono arrivare ad ingerire fino al 10% del loro peso, mentre invece, questo valore scende per gli adulti al 2-3%. Questo significa che un siluro da dieci chili può arrivare a divorare fino ad un chilo di pesce, mentre un siluro da 70 kg è già sazio con appena 2 kg. Ricordiamo però che le prede vanno guadagnate, e non sempre le cacciate notturne vanno a buon fine. La fase di digestione è condizionata dalla temperatura dell'acqua, più la temperatura è alta e più velocemente è digerito il cibo.
Tempo impiegato dal siluro per digerire le prede in base alla temperatura dell'acqua
Temperatura dell'acqua in gradi centigradi |
Tempo in ore |
0 - 2 |
216 |
8 - 10 |
72 |
13 - 14 |
48 |
20 - 25 |
24 |
Dalla tabella risulta evidente (a differenza di un essere umano che ne necessita almeno 3) che il siluro in estate ha bisogno di un solo pasto quotidiano, e che lo digerisce nell'arco della giornata. Bisogna poi tenere conto che il pasto dovrà essere guadagnato, e questo non è sempre facile, infatti, il predatore è abituato a lunghi periodi di inattività in attesa del momento opportuno per dare inizio alla caccia. Le scorte di grasso, messe da parte in periodi migliori, gli permettono anche 3 mesi di completa apatia, appoggiato sul fondale, dove le uniche energie consumate saranno quelle per la respirazione branchiale.