Pesca con il galleggiante
La pesca con il galleggiante é molto divertente, perché vedere scomparire di colpo sott'acqua un galleggiante di 200 o 300 gr. é un'emozione tale da fare venire i brividi. Certo é una pesca che non si può praticare in ogni luogo, bisogna trovare un tratto di fiume dove l'acqua sia più lenta possibile e che magari rigiri su se stessa creando quella che si chiama una "morta"(fig.1). Questa situazione la si può trovare o all'uscita di affluenti e canali o da un pennello. In questi luoghi il nostro galleggiante una volta lanciato permetterà all'esca di perlustrare, grazie al girotondo della corrente, un vasto tratto di fiume e noi non dovremo fare altro che trovare l'acqua giusta da dare alla montatura in modo da portare l'esca nella zona d'acqua dove si trovano i siluri. Di solito, più l'acqua é fangosa, più i siluri sono attivi a galla alla ricerca di una maggiore ossigenazione, non fate come noi che le prime volte che arrivavamo a Po e trovavamo la piena tornavamo a casa, ignari di quello che ci perdevamo. Oggi, quando vediamo la piena ci si illuminano gli occhi, mettiamo da parte i piombi da fondo, montiamo il nostro bel galleggiantone e via verso una sicura abboccata. Durante l'azione di pesca bisogna tenere sempre l'esca in movimento, facendo compiere sempre alla boa il suo tragitto, seguendo il giro di corrente. L'uso di canne lunghe impedisce sia che la lenza venga presa dalla corrente nel sottoriva , lasciando sempre la boa libera di girare, sia che il siluro vada ad rintanarsi tra rami e ostacoli sommersi nel sottoriva.
Come per la pesca a fondo, in caso di abboccata, é bene aspettare un attimo prima della ferrata, magari aprendo l'archetto e dando filo per qualche metro, facilitando così una buona lamatura del pesce, dieci secondi di immersione del galleggiante sono di solito sufficienti. Qui grazie alla poca forza della corrente, il recupero del siluro é sicuramente più facile, basta avere a portata di mano un bel paio di guanti da giardiniere, per poterlo afferrare correttamente sulla mandibola inferiore. Pescando dalla barca é possibile praticare una variante della pesca classica a fondo. Invece di lasciare girare liberamente il galleggiante sospinto dai rigiri di corrente provocati da affluenti o pennelli, ci ancoriamo davanti ad una buca individuata grazie all'ecoscandaglio o tramite i cartelli di segnalazione fluviale, diamo al galleggiante l'acqua necessaria a sfiorare il fondale, lo piombiamo al limite come se dovessimo pescare a fondo e lanciamo in piena corrente verso valle, tenendo trattenuto il galleggiante stesso al disopra della buca . In questo modo, le esche andranno praticamente a sventolare a destra ed a sinistra, ad un palmo dal naso dei siluri annidati sul fondale. Questa tecnica é molto valida nei mesi invernali, quando l'apaticità dei siluri é tale che, anche con le esche appoggiate sul fondo davanti al naso, non viene stuzzicato a sufficienza. Invece questo continuo movimento delle esche, dovuto alla corrente, poco sopra la sua testa, é spesso sufficiente a farlo reagire violentemente, facendo affondare velocemente il nostro galleggiante (fig.4).