La pesca con il clonk

Ecco finalmente la tecnica da me preferita, in quanto é quella sicuramente più divertente, che da molteplici variazioni al modo di pescare e che per essere veramente efficace necessita di una collaborazione totale tra i membri dell'equipaggio della barca. Infatti é una pesca che si può praticare solo dalla barca in deriva, ossia non ancorata, sospinta dalla corrente, per cui praticabile solo da chi ne possiede una o da chi deciderà di acquistarla. A tale proposito daremo ampio spazio in questo sito anche alle barche, ai motori e agli accessori necessari a rendere infallibile questo tipo di tecnica, in modo tale che se qualcuno dopo aver letto i miei consigli decidesse di cimentarsi in questa pesca, abbia gli strumenti necessari per poter valutare gli acquisti necessari da fare di volta in volta. Una volta armato le nostre canne con le montature da noi scelte e innescato le esche , possiamo partire con la nostra esplorazione delle sponde alla ricerca di siluri. Ci si avvicina alla sponda in cui abbiamo deciso di iniziare la nostra battuta di pesca, spegniamo il motore e mantenendo con il solo uso del remo la barca sempre ad una distanza di 10-20 Mt. dalla riva  iniziamo la deriva sospinti dalla corrente. Caliamo le lenze a metà della profondità indicata dall'ecoscandaglio, tariamo la frizione dei mulinelli in modo che in caso di abboccata il filo fuoriesca liberamente e disponiamo le canne il più vicino possibile a dove il clonk emette il suono (fig.1). Questa è la disposizione più ovvia, ma tutto è aperto all'esperienza e alle condizioni del fiume in quel tratto, non è detto che una canna lasciata sulla prua con poca acqua, o addirittura un galleggiante lasciato derivare in ritardo, quattro o cinque metri a monte della barca, non porti gradevoli sorprese. 

Fig.1

Un buon metodo per sapere sempre quanta acqua abbiamo dato alla lenza, è quello di marcare con un pennarello indelebile il filo ogni metro, in modo da evitare spiacevoli incagli sul fondo. Ovviamente é più facile marcare il trecciato che il nylon, ma facendo asciugare per bene quest'ultimo, si può ottenere comunque un risultato soddisfacente (Fig.2). In tal modo possiamo regolare l'acqua sulla lenza in maniera più precisa, andando praticamente a mettere le nostre esche in bocca ai siluri.

Fig.2

L'esca durante tutta l'azione di pesca deve sempre rimanere sotto la verticale dello scafo, se questo non accade, ossia se rimane troppo indietro o troppo avanti, dovremo cambiare la grammatura della montatura togliendo o aggiungendo piombo in proporzione alla situazione. Da questo momento il clonkista dalla destra della poppa (a sinistra se è mancino), inizierà ad usare il clonk a ritmo cadenzato (Fig.3), in modo da staccare i siluri dal fondo (i siluri durante le ore diurne amano stare nelle buche più profonde del fiume, riparati dalla forza della corrente) e renderli visibili sul monitor dell'ecoscandaglio. 

Fig.3

Se tutte queste condizioni sono perfette, la fig.4 vi anticipa quello che vedrete sul vostro ecoscandaglio e quello che accadrà sotto la vostra barca: Il combaciare sul monitor dell'eco di un siluro con le esche, non può che portare ad un sobbalzo di una delle canne! Uno dei problemi principali di questa tecnica é la presenza di vento, poiché esso sposterà inevitabilmente la barca lateralmente o la rallenterà, rispetto alla direzione e alla velocità della corrente, per cui le nostre esche non rimarranno sicuramente sotto la verticale della barca: un motore elettrico per contrastare tutto ciò diventa necessario. Bisogna ricordare , però, che non é possibile attivare il siluro con questa tecnica, quando la temperatura dell'acqua scende sotto ai 13°C. 

Fig.4

Questa tecnica sembra essere efficace solo in acqua corrente, per poter riuscire a staccare i siluri, che si trovano perfettamente sotto la barca, dal fondale. Il clonk sembra non aver effetto su quelli appoggiati lateralmente allo scafo ad una distanza superiore ai dieci metri. E' sorprendente come molte abboccate avvengano però in modo esitante, anche i siluri spesso giocano con l'esca toccandola con le labbra e i baffi senza prenderla seriamente in bocca. Questo perché ad attrarlo non é la fame, ma sicuramente una specie di "curiosità" verso il suono, che gli provoca sicuramente uno stimolo, infatti così si spiega la ragione di tante ferrate a vuoto e di lamature al limite del labbro superiore, o addirittura sulla coda (Fig.5). E' ormai noto, che tutti i pesci sono sensibili alle vibrazione che l'acqua gli trasmette, di norma se la vibrazione è captata dalla linea laterale, la reazione del pesce sarà quella di allontanarsi dalla fonte sonora: reazione di timore; mentre se la vibrazione è captata frontalmente dai baffi sensitivi, la reazione sarà quella di avvicinamento alla fonte sonora: reazione di difesa.

Fig.5

Siluro allamato per la coda Siluro allamato per la coda Siluro allamato per la coda

Pesca con il galleggiantePesca a spinning