LA PESCA DINAMICA
Testo di Andrea Pomati, foto di Yuri Grisendi e Andrea Pomati
E’ arrivata finalmente la bella stagione, quella sicuramente più godibile all’aria aperta, in riva ad un canale o un lago, o meglio ancora in barca sul grande fiume manovrando uno strano artificiale, che si è rivelato micidiale per la pesca del siluro, l’evoluzione della tecnica della deriva con il clonk.
E’ una tecnica innovativa, che sfrutta l’aggressività del predatore, infatti la tecnica della deriva con il clonk tradizionale cioè quella con il pesce vivo come esca, sembra non rendere più come gli anni passati, le cause possono essere molteplici come la sempre più alta pressione di pesca, il calo degli esemplari ormai riscontrato in tutto il bacino del fiume Po, oppure semplicemente al fatto che il siluro ha imparato a riconoscere l’inganno mostrandosi riluttante ad ingoiare le nostre esche, infatti troppe volte, il siluro, soltanto incuriosito dalle vibrazioni del clonk , individuata l’esca se ne ritorna sul fondo.
A volte capita, per gli stessi motivi, di avvertire una timida trazione dell’esca senza avere la sensazione di una vera mangiata, come se il siluro giocasse , questa inappetenza giustificherebbe le frequenti ferrate a vuoto, i pesci agganciati e subito slamati ed alcune lamature sul corpo.
Quando l’amico Xavier Vella associato francese del Gruppo Siluro Italia, mi fece vedere questo strano artificiale pensai subito che non potesse essere più attirante di un esca viva e che sarebbe stato una buona esca solo per i piccoli esemplari, convinto che i grossi siluri abbiano bisogno solo di grosse prede, ma sbagliavo………….
Mi disse che si potevano catturare indistintamente siluri piccoli e grossi, semplicemente stimolando l’aggressività del pesce, e che l’anno passato aveva issato sulla barca più di 200 pesci, con diversi siluri over 2 metri. E il tutto innescando sull’ancoretta dell’artificiale vermi e calamari !
Risultati davvero eclatanti, testimoniati da una raccolta di fotografie davvero notevole, infatti Xavier come tutti i pescatori moderni e sportivi pratica il catch & release, donando la libertà al pesce, come un arrivederci…. magari tra qualche chilo in più.
Adesso che ho potuto sperimentare questa tecnica in diverse acque italiane, posso affermare che è parecchio più efficace della tradizionale … il segreto!? Se così possiamo chiamarlo, è nel presentare l’artificiale al siluro come una cosa viva, animata, in continuo movimento sfruttando lo sfrigolio delle perline come richiamo, ed i vermi o calamari come attirante gustativo: un mix di vibrazioni e sapore, davvero irresistibile!
Anche in particolari condizioni, quando il pesce sembra apatico questa tecnica si è dimostrata catturante proprio per il fatto che il siluro per essere catturato non deve essere affamato, ma soltanto innervosito attaccherà l’artificiale come gesto di stizza.
Questo artificiale costruito artigianalmente, viene manovrato perpendicolarmente sotto la barca, con il filo in mano oppure più semplicemente con i movimenti della canna, in modo da riuscire ad essere individuato dal cono del nostro trasduttore, in modo da avere sullo schermo dell’ecoscandaglio una traccia continua. (vedi foto) Ora picchiando il clonk con molta parsimonia per non ottenere effetti negativi, presteremo attenzione allo schermo dell’eco per vedere eventuali siluri in movimento dal fondo.
A questo punto cercheremo di dare vita al nostro artificiale adeguandolo alla profondità del pesce, cercando stimolarlo all’attacco con frenetici su e giù, un movimento vivace, che in acqua sarà sicuramente intercettato dalla grande capacità sensoria del pesce .
La ferrata deve essere immediata e decisa al primo strattone del pesce, infatti il siluro attacca per reazione, innervosito dal movimento dell’artificiale e non per fame, non dobbiamo assolutamente tergiversare, il siluro si accorge subito dell’inganno, in realtà sta cercando di mangiare un piombo plastificato, come biasimarlo… e di sicuro non ci darà un’altra possibilità.
Con questa tecnica ho potuto catturare molti siluri, anche molto grossi, ritrovando gli stimoli a passare ore in barca in deriva a stretto contatto con il fiume e la natura.
Ho pensato di chiamare questa tecnica di pesca DINAMICA, perché in pratica non si sta mai fermi: con la barca sempre alla ricerca di derive proficue, in pesca manovrando continuamente l’artificiale in attesa dello strike!
TECNICA
Una tecnica pesca al siluro che si applica esclusivamente dalla barca in deriva, solitamente nella sponda del fiume con la profondità maggiore. E’ indispensabile un ecoscandaglio non solo per rilevare il fondo sotto la barca, ma anche per individuare i siluri in movimento vicino ai nostri artificiali che caleremo verticalmente sotto la barca in modo da essere individuati dalla sonda dell’eco.
La montatura è semplicissima, basta una girella con il moschettone di ottima qualità, a cui agganceremo il nostro piombo artificiale.
ARTIFICIALI
Possono essere di diverso peso a seconda della corrente e della profondità in cui peschiamo, il peso ideale è di circa 150 grammi, che possono diventare anche 300 in caso di forte vento.
La costruzione di questi artificiali da barca, che ricordo ancora non devono essere lanciati, ma accompagnati in profondità verticalmente, è basata sul movimento delle perle in vetro, che in acqua sapientemente manovrati, appaiono al siluro una cosa viva ed irresistibile, infatti provvederemo a farcire la nostra ancoretta del 3/0 con vermi e calamari, per rendere ancora più stimolante la nostra insidia.
Queste perline oltre ad avere una funzione di movimento, hanno anche il compito di attirare il siluro con le vibrazioni emesse dal loro contatto, per accentuare ancora queste vibrazioni è possibile inserire direttamente sul filo un rattler (come quelli dei normali artificiali da spinning).
Per l’auto-costruzione dell’ artificiale è necessario avere un piombo passante di forma sferica, che plastificheremo con un colore sgargiante, le perline preferibilmente in vetro devono essere infilate su elastici che hanno la funzione di perno, l’ottimale sono gli elastici per la roubasienne della misura del 1.6 mm.
Poi faremo passare una treccia molto resistente, con un carico di rottura intorno ai 100 kg, a cui applicheremo ad una distanza di circa 6/7 cm una ancoretta del 3/0 per i vermi o i calamari e 5/0 per piccoli pesci.
IL CLONK
Il tipico oggetto di legno del pescatore di siluri, che picchiato in acqua crea emette fortissime vibrazioni che si espandono fin sul fondo ed attirano il predatore direttamente verso la fonte sonora. Le forme del clonk possono essere assai diverse (come vediamo dalla foto) con suoni differenti, simili un po’ a quando si stappa una bottiglia di spumante.
I motivi che spingono il siluro a staccarsi del fondo verso la fonte sonora, proprio non si conoscono, di sicuro è un pesce molto sensibile alle vibrazioni o semplicemente è un pesce molto curioso.
ATTREZZATURA
La canna deve essere rigorosamente corta al massimo 3 m con una buona elasticità e sensibilità, infatti avvertiremo proprio dalla cima l’abboccata del pesce.
Il mulinello ovviamente dotato di un’ottima resistenza , sarà inbobinato con una treccia con un carico di rottura di circa 50 kg , un’attrezzatura troppo robusta limiterebbe le sensazioni del combattimento, il siluro è un valoroso avversario, ma non è un tonno!!!