SILURI A GALLEGGIANTE

Testo e Foto di Andrea Pomati

 

E’ nitido il ricordo della prima abboccata di un siluro al mio galleggiante, è una scena che mi rimasta indelebilmente impressa, legata ad emozioni forti, alla vista di una boa da 300 grammi inabissarsi fino a scomparire nelle buie acque del Po.

 

I pensieri nell’attesa della fatidica abboccata, sono tanti, ed i dubbi sulla buona riuscita della pescata affiorano….

-Chissà se ho dato il fondo giusto al galleggiante?

-Forse ho sbagliato posto…

-L’esca non è quella giusta.

Cercheremo in questo articolo di dare risposte a tutti questi dubbi, cercando di essere il più concreti possibile, per ottimizzare ogni situazione.

Pesca da riva

Come attrezzatura per la pesca da riva adotteremo canne con una buona lunghezza intorno ai 4/5 metri, con una potenza di lancio di almeno 300 grammi, che ci per permettono di raggiungere discrete distanze anche con un’esca di generose dimensioni. Una treccia di qualità con un carico di rottura di circa 50 kg, ci permette di avere un contatto diretto con il siluro ed avere una pronta ferrata anche ad una certa distanza. Un bel metro di Kevlar da 100 Kg separa una robusta girella con moschettone da 300 libbre da un amo 10/0, ottimi i Maruto Eagle Wave serie 8320, di incredibile robustezza, ed un filo sottile che ci permette di non ferire troppo l’esca e mantenerla viva per diverse ore.

 

La trazione del siluro

 

Bel siluro a galleggiante

 

Importante per la pesca da riva è il posto, infatti non è possibile praticare correttamente la pesca con il galleggiante in ogni luogo del fiume, a meno che non si decida di fare la passata, che però a lungo andare risulta macchinosa, specialmente lanciando pesi considerevoli.

Se però la corrente è lieve è possibile pescare con una variante del galleggiante scorrevole ( Fig. B) che ci permette di staccare a piacimento l’esca dal fondo, rimanendo sempre nei punti migliori o nelle buche del fiume.

Variando lo spezzone di nylon dello 0.30 potremo cambiare l’altezza della nostra esca, anche se i migliori risultati li ho ottenuti staccandola soltanto 1 metro massimo 2 dal fondo.

Posti ottimali per questa tecnica sono i pennelli , le rientranze delle lanche, l’uscita di affluenti o canali, dietro i piloni dei ponti, in prossimità di manufatti, insomma, tutte quelle zone dove la corrente del fiume viene spezzata, creando rigiri e zone di acqua morta. Sarà proprio in questi punti che lanceremo le nostre insidie, fruttando il girotondo della corrente, il nostro galleggiante andrà a perlustrare una zona molto ampia, con l’esca in continuo movimento, presentata in maniera naturale ai siluri annidati sul fondo.

Come esca è senza dubbio meglio i pesce vivo, che può essere una anguilla,un carassio, una scardola, sicuramente più attiranti di un’esca statica come il verme o il calamaro, che comunque rimangono buone esche, ma più efficaci sul fondo.

L’abboccata del siluro, può presentarsi in diversi modi, ma per avere una lamatura sicura bisogna aspettare almeno 5 secondi di affondata del galleggiante, infatti, è facile sbagliare se anticipiamo troppo, il siluro non ha ancora ingoiato l’esca, mentre se attendiamo oltremodo, c’è il pericolo che si accorga dell’inganno e sputi l’amo.

Molte volte mi è capitato di andare a liscio con la ferrata, convinto di una lamatura sicura, ma raggiunta una certa esperienza ho capito che le ferrate mancate sono legate, alla maggior parte ai piccoli esemplari che non riescono ad ingoiare l’esca. Potete stare tranquilli, il siluro grosso non da scampo al nostro vivo, ed è difficile sbagliare la ferrata!

Dalla riva si presenta poi un’altra difficoltà… se il siluro è grosso si dirigerà subito verso il centro del fiume, cercando di sfruttare a suo favore la corrente, in questi momenti il mio consiglio è quello di rischiare al massimo il recupero di filo, mettendo alla frusta l’intera attrezzatura, portando il gigante in una zona più sicura per le fasi finali del combattimento! Se lasciamo troppa libertà e filo, il combattimento sarà alquanto incerto, il pesce in preda al panico cercherà un rifugio vicino a qualche ostacolo sommerso, un incaglio in questo caso ci sarà fatale, per la rottura della lenza e la conseguente perdita del pesce.

 

Un bel siluro da 70 kg

 

Una bella cattura in Sesia

 

 

Stagioni e tarature

 

Per il siluro la temperatura dell’acqua è fondamentale per l’alimentazione, infatti il siluro con una temperatura dell’acqua molto bassa avrà una digestione delle prede molto lenta, mentre con l’acqua più calda la digestione sarà più veloce, con la conseguenza di attività predatoria più continua.

Dovremo dunque sottostare a questa condizione cercando di ottimizzare le nostre ore di pesca con le esche più attiranti e una taratura dei galleggianti dedicata alla stagione.

Inverno: la pazienza in questa stagione farà da padrona, per vedere un’affondata dovremo regalarci molte ore di pesca, ma anche in queste condizioni la possibilità di catturare siluri esiste, specialmente nelle ore più calde della giornata, tareremo il galleggiante in modo da sfiorare il fondo, usuralo la trota come esca che a queste temperature si dimostra molto attiva e attirante, sicuramente la migliore esca per svegliare dal torpore invernale i grossi siluri.

Primavera: le abboccate aumenteranno parallelamente all’innalzarsi della temperatura, cominciano ad essere ottime anche le serate, dove è possibile catturare i siluri a mezz’acqua, mentre di giorno è meglio tarare il galleggiante in prossimità del fondo. Per le esche rimane ottima la trota ma fino ad una temperatura dell’acqua che non superi i 18 gradi, mentre con temperature più alte preferiremo il carassio e l’anguilla .

Estate: Senza dubbio dopo la fregola, è la stagione migliore, dove l’attività dei siluri è maggiore, sono da evitare le giornate troppo calde, che "stampano" i siluri sul fondo, preferendo la sera e la notte dove li troveremo a caccia a galla, quindi esche in superficie o a mezz’acqua. Ottime le anguille, che offrono una resistenza eccezionale.

Autunno: è una stagione ambigua, molto dipende dalle condizioni meteo, ma rimane a mio parere, la stagione migliore per la cattura dei grossi esemplari, che sentono il bisogno frenetico di accumulare grasso per affrontare il rigido inverno. Di giorno li troveremo in prossimità del fondo, mentre a galla di notte.

In questa stagione arriva la piena ….

La piena del fiume

E’ senza dubbio uno dei momenti migliori per la pesca dei grossi siluri, infatti quando il fiume si ingrossa colorandosi di marrone e trasportando quintali di detriti, tutti i pesci sono disorientati ma non il siluro, infatti grazie al suo potente apparato sensoriale è in caccia di prede che trovano rifugio vicino a riva nelle zone fuori dall’impeto della corrente.

Proprio in queste zone lanceremo il nostro galleggiante, che opportunamente tareremo con al massimo 2 metri di fondo.

Dovremo prestare la massima attenzione per individuare qualche siluro a caccia in superficie, e cercare di posizionare l’esca il più vicino possibile…se ci riusciamo l’abboccata è assicurata.

La pesca dalla barca

Chi è felice possessore di una barca avrà molti vantaggi, tra cui il più importante la possibilità di accedere a quei punti del fiume non raggiungibili dalla riva, ma comodi per gettare la nostra ancora. Si è anche molto più facilitati a posizionare le esche , che dalla barca si distenderanno a nostro piacimento, anche in presenza di corrente forte.

Con l’ecoscandaglio potremo avere la profondità esatta della zona di pesca, e con un po’ di esperienza anche vedere i siluri appoggiati sul fondo nelle buche sotto la barca.

Oltre a questi vantaggi vi è anche l’opportunità di cambiare diversi spot, rendendo la giornata meno pesante.

Ovviamente le regole e le montature sono le stesse per la pesca da riva, ad eccezione delle canne, che saranno più corte al massimo 3 metri, mantenendo la potenza intorno ai 300 grammi.

Immancabili sulla barca , come da riva, dovranno essere un bel paio di guanti da giardiniere o da lavoro, che ci permetteranno di salpare il pesce afferrandolo sulla mandibola inferiore, in modo da non recargli nessun tipo di danno.

Sulla barca raccomando sempre attenzione e tutti i movimenti, indossando il giubbotto salvagente, sconsiglio caldamente uscite solitarie… meglio 2 o 3 amici, ci si diverte anche di più, passandoci la canna con bel siluro, per assaporare tutti la tremenda trazione!

Sulla barca ci si divide i compiti, e ci si guarda le spalle a vicenda, tutti contenti per le catture, perché i siluri catturati sulla barca sono di tutti i componenti dell’equipaggio allo stesso modo… nella pesca al siluro è bandito l’individualismo!

Comunque siano le condizioni, dalla barca o dalla riva, vale la pena "perdere" una giornata sul fiume, immersi nella natura, prima o poi vedrete scomparire il galleggiante…e vi troverete a contatto con il gigante del fiume, che vi regalerà uno di quei combattimenti al limite fisico e dell’attrezzatura…

I momenti successivi a queste intense emozioni, oltre all’appagamento per la cattura, vi porteranno a raggiungere la consapevolezza che un pesce del genere merita rispetto; il gesto sarà quello di ridargli la libertà, che qualche minuto prima cercava di conquistarsi con la forza, quella stessa forza e vigore che ci faceva provare sulla canna sensazioni indescrivibili…

Dopo tanti giorni a pesca di siluri, tra soddisfazioni e le delusioni dei cappotti, imparerete che il siluro non è mostro che la gente ci vuole far credere, ma un avversario da rispettare!

Allora, sarete dei veri pescatori di siluri, come me, come tutti i ragazzi del Gruppo Siluro Italia.


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