Caccia Pesca e Tiro al volo
Alla seconda edizione del Carpitaly svoltasi a Gonzaga di Mantova il 20 e 21 febbraio hanno partecipato aziende e commercianti specializzati nel settore.
Oltre duemila i visitatori, in maggioranza praticanti il carpfishing, richiamati non solo dagli espositori,ma soprattutto dalla presenza di esperti e dai dibattiti incentrati su due temi particolarmente sentiti: l'obbligo di trattenere il siluro e la pesca notturna con annesso il problema del campeggio con tende.
L'amministrazione provinciale ha partecipato con un suo stand, mettendolo a disposizione dell’Arcipesca/Fisa e FIPSAS; un chiaro segnale, ha detto l'assessore Pavesi, della pari dignità riconosciuta ad entrambe le associazioni e del clima di fattiva collaborazione che si è instaurato. Un pubblico numeroso e particolarmente motivato è intervenuto alle tavole rotonde.
Non sono mancate vivaci contestazioni, da parte di chi non ha ben compreso come i vincoli imposti dalla normativa regionale abbiano condizionato il nuovo regolamento sulla pesca.
Apprezzato comunque l'intervento dei relatori, sia dell'Assessore, che ha ribadito l'impegno a richiedere alla Regione la modifica della normativa di riferimento, sia dei rappresentanti delle Associazioni che hanno rassicurato i presenti sulla ferma intenzione di aprire completamente alla pesca notturna.
A tale proposito consentitemi di esprimere la posizione dell'Arcipesca provinciale: l'invito a partecipare al dibattito è certamente un gradito riconoscimento, per quanto localmente fatto nel promuovere il carpfishing, sia nell'organizzare manifestazioni sia nell'essere stata elemento trainante nell'affrontarne le problematiche.
L'opera congiunta dell’Arcipesca e FIPSAS è ora volta ad ottenere l'apertura completa alla pesca notturna attraverso la modifica della normativa regionale e del collegato provinciale; un accordo col Parco del Mincio e di conseguenza con la vigilanza comunale sull'uso delle tende.
Per quanto concerne il primo punto, il dr. Arlati della Regione Lombardia ha anticipato che le nuove direttive che saranno emanate a breve modificheranno favorevolmente il quadro normativo, con opportunità sfruttabili localmente; per il secondo punto sono già in corso trattative col Parco e ritengo giungeremo a breve ad una regolamentazione soddisfacente.
Forniremo comunque quanto prima informazioni più particolareggiate.
Per quanti contestano l'obbligo di trattenere il siluro, è indubbio, al di là di ogni altra considerazione, che si tratta, nel nostro contesto, di un animale da contrastare e non di una risorsa da sfruttare.
Come tale va quindi fermato e, anche se sarà di fatto impossibile, le disposizioni sono volte ad estirparlo dalle nostre acque.
E’ una posizione che può non essere condivisa, ma a tale proposito il parere degli esperti è prevalente sulla desiderata dei singoli.
Quello che ritengo errato è invece l'avere scaricato il problema sui pescatori.
Lo stoccaggio del siluro in altre regioni si è affrontato cercando di creare centri di raccolta e stoccaggio, favorendo un’eliminazione motivata e meno cruenta e soprattutto a termini di legge.
Non è degno di una società civile obbligare chi non lo desidera a macellare un animale o a buttarlo nei rifiuti.
Cercheremo pertanto di intervenire deregolamentando la cattura del siluro per favorirne l’eliminazione e lasciando alla libera scelta, del singolo se rilasciarlo o meno nell’attesa che vengano trovate soluzioni idonee.
Dante Virgili, Presidente Regionale Lombardia, Sito internet http://space.tin.it/sport/dantevir
Da una mia lettera inviata al Signor Virgili:
Concordo in tutto e per tutto con il Vostro pensiero e con quello dell'ARCIPESCA, in riguardo al fatto che non si può scaricare il problema siluro sui pescatori, e che una società civile non possa obbligare un pescatore ad uccidere un pesce, spingendolo così a non rispettare i suoi sacrosanti principi morali.
Il problema siluro, è un problema della Regione, ossia un problema che la Lombardia crede di avere, e per questo è giusto che sia essa stessa a trovare una soluzione che non coinvolga noi pescatori, che dobbiamo rimanere liberi di scegliere di cosa fare delle nostre catture, quando esse sono pescate nei termini di legge.
Se la Regione ha intenzione di eliminare il Silurus glanis, da tutte le acque pubbliche da questa specie colonizzate, dovrà trovare idee e mezzi validi, perché noi catfishermans non tollereremo l'uso mezzi illegali, ossia che non includano il corretto stoccaggio del pesce eliminato.
E' contro ogni buon senso gettare materia organica di tali dimensioni, all'interno dei cassonetti, ed è altrettanto controproducente ed illegale lasciare le carcasse sulla riva o gettarle in acqua, dove aggraverebbero ancor di più le condizioni dei nostri fiumi.
Non capisco cosa si intenda con le parole "nel nostro contesto si tratta di una specie da eliminare", sembrerebbe quasi che le acque del Po siano talmente diverse da quelle di tutta Europa, che qui il siluro crea dei danni e altrove no; si è vero le acque del Po sono diverse da quelle di tutta la comunità Europea, esse sono le più inquinate, e l'Italia è l'unico paese che non ha ancora applicato almeno una delle convenzioni CEE sulla tutela delle acque (CEE 78/659; CEE 92/43; Convenzione di Berna), nonché le stesse leggi e decreti da essa emanati (D.L.130/92; Legge Merli e per ultima "Il nuovo Testo Unico sulle Acque").
Voglio di nuovo ribadire che sarebbe un'ipocrisia poter affermare, che se non ci fossero stati i siluri le nostre acque sarebbero ancora piene delle quaranta specie di pesci presenti il secolo scorso, di cui ne rimangono a malapena una dozzina.
In una civiltà superiore, come ci ha definiti il Presidente Berlusconi, prima di emanare una sentenza di condanna e in questo caso di morte, verso un essere vivente, bisognerebbe almeno aver accertato attraverso ricerche scientifiche, prelievi e confronti, fatti ovviamente sul campo e non al bar o dietro una scrivania, se sia realmente vero che questa specie abbia avuto un impatto negativo con le nostre acque; oppure che abbia semplicemente sostituito in tutto e per tutto il nostro bene amato Luccio, che viveva fin nei rigagnoli dietro casa.