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MODENA |
venerdì
08 maggio 2002 |
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Il
personaggio. Parla Walter Gilli che da 2 anni,
autorizzato dal Comune, tenta di catturare il
pesce-mostro nel laghetto
«La
mia caccia al siluro da un quintale»
«Se
lo prendo cerca di rovesciare la barca. Ci sono
tartarughe carnivore»
«Nel 2001 ho pescato un esemplare lungo ben 210
centimetri»
Il pesce siluro continua a scorazzare nei laghetti del
parco Amendola. Si parla di lui perché domenica scorsa
ha inghiottito una paperetta con alcuni piccoli. Ma il
terrore dell'acqua dolce è un padrone incontrastato da
venti anni. Lo racconta uno dei due cacciatori
autorizzati.
E' una lotta senza quartiere tra lui e il pesce gigante.
Ma ora ha smesso perché le tartarughe carnivore gli
divorano la pastura. La sfida tra lui e quel siluro da
un quintale dura da due anni.
Se per due volte lui e il suo amico di pesca lo hanno
catturato, per due volte alla fine il mostro è sfuggito
un attimo prima di essere arpionato.
E adesso, proprio per colpa di quelle maledette
tartarughe, il pesce-mostro ha avuto partita vinta:
hanno deciso di sospendere le battute e la loro barca è
chiusa nel bar.
Sì, perché per arrivare al centro dei laghetti del
parco Amendola ci vuole uno scafo e ben attrezzato. «Se
il siluro vuole, ci dà dei colpi da sotto fino a
rovesciarci», racconta Walter Gilli, cacciatore di
siluri cittadini.
Non è una faccenda ridicola, il siluro che mangia le
anatre. Sulle prime si pensa ad una leggenda
metropolitana. Domenica però tanti hanno visto sparire
sgomenti quella papera, inghiottita dalle acque coi suoi
piccoli. L'Enpa ne ha salvati una ventina appena in
tempo: era il dessert del nemico pubblico numero uno del
parco Amendola.
Walter Gilli, pensionato, fissa impassibile le acque e
posa la canna. «Lo conosco bene - dice interrompendo la
pesca nel laghetto più piccolo - quello pesa più di un
quintale e supera i due metri di lunghezza. Di un bel
po'».
Non è certo un fanfarone. I 30 frequentatori
giornalieri dei laghetti lo conoscono bene e lo indicano
con rispetto come il maggior conoscitore dei fondali di
quei due specchi d'acqua melmosa.
«Pesco da quando sono nato, perché la mia casa era a
Camposanto sull'argine del Panaro», precisa con una
punta di orgoglio.
Lui e il suo amico di pesca hanno ottenuto due anni fa
la licenza di uccidere il siluro dal Comune di Modena.
Da allora hanno fatto autentiche battute di caccia
grossa al pesce predatore più pericoloso d'Europa, un
voracissimo infestante del Danubio.
L'anno scorso nel laghetto più piccolo Walter e l'amico
hanno catturato una ventina di siluri dai dieci ai
trenta chili. «Ne abbiamo preso anche uno da ottanta
chili, lungo 210 centimetri».
Ma nell'altro laghetto (vicino al bar) c'è l'esemplare
che ormai è una leggenda quasi come Nessie, il Mostro
di Loch Ness.
Tanti giurano di averlo visto ma nessuno lo ha mai
preso. Neppure Walter.
«L'abbiamo avvistato sopra l'acqua non so quante volte.
Se ha mangiato un'anatra non deve stupire. L'anno
scorso, verso settembre, ha mangiato un cagnolino.
Davvero, un cagnolino. Allora abbiamo deciso di
prenderlo una volta per tutte».
I due sono usciti in ricognizione con una barchetta. E
per due volte lo hanno quasi catturato.
La prima volta è passato sotto la barca e infuriato ha
iniziato a spingere, a spingere...
«Abbiamo rischiato grosso: stavamo per rovesciarci. La
seconda volta, qualche settimana dopo, l'ho preso.
Mentre lo tiravo su, si è dimenato ed è scappato
lasciando attaccato all'amo tutto il palato».
In realtà, nei due laghetti principali del parco, non
solo il siluro è di taglia abbondante: ci sono carpe da
venti chili, gobbi da dieci chili. Darwin avrebbe potuto
teorizzare tranquillamente dal parco Amendola la lotta
per la sopravvivenza, senza fare il giro del mondo.
E ora nel laghetto vicino al bar - quello del fattaccio
di domenica e sempre quello del cagnolino - si è
aggiunto da due anni circa un altro ospite sgradito e
vorace.
Si tratta di una specie di tartaruga col collo rosso,
forse californiana.
E' un carnivoro predatore. I primi esemplari sono
apparsi sempre due anni fa. Forse erano in un acquario e
qualche cretino li ha abbandonati. Da allora quelle
testuggini si sono riprodotte in modo inarrestabile.
«Mangiano tutto - spiega Walter indicandone alcune che
affiorano per respirare aria - anche le papere. Lottano
coi siluri ma di solito fanno una brutta fine. In questo
lago l'anno scorso ho pescato un siluro da trenta chili
che nello stomaco aveva ancora una tartaruga intera.
L'ha ingoiata. Si era ingozzato».
Le tartarughe sono cinquanta, forse sessanta.
Walter stima che il loro peso complessivo raggiunga una
tonnellata.
Mangiano voracemente anche l'esca per il siluro, fatta
di pezzi grossi di fegato, di polmone o di pesci vivi.
Per questo i due cacciatori hanno smesso la caccia al
pesce-mostro in attesa di trovare una soluzione.
Il siluro mostro agisce all'improvviso. Dal fondale
dell'acqua balza in alto e afferra la preda
trascinandola sul fondo. Proprio come un coccodrillo.
Vive verso il centro, dove si trova l'unico capanno di
legno superstite (gli altri quattro sono affondati nel
corso del tempo).
Sempre lì intorno si rifugiano nelle ore più calde le
tartarughe carnivore. Nella melma si trova di tutto:
motorini, bici, oggetti di ogni tipo gettati nella
notte. Intorno ai laghetti, pochi topi (il Comune
derattizza continuamente con esche) e tante rane.
L'acqua torbida dei laghetti nasconde un problema
ambientale difficile da risolvere.
«La bonifica - dice Walter - dovrebbe prevedere lo
svuotamento totale e la pulitura dei laghi e anche del
metro e mezzo di melma del fondale».
Il Comune si era interessato. Il costo era di 150
milioni circa. Forse era troppo e non se ne è fatto
niente.
Il fatto è che ogni siluro femmina cova decine e decine
di uova che tiene in bocca finché non si stanno per
schiudere. E queste uova diventano piccoli siluri. Ecco
perché non c'è solo il problema del mostro ma anche di
quelle decine se non centinaia di baby-siluri che stanno
crescendo.
Dove c'è la fontana centrale, non ci va nessuno. E' lì
che si concentra il pericolo e tutti gli animali -
soprattutto le anatre e i piccioni - stanno
accuratamente alla larga.
Ora Walter e il suo amico dovranno trovare un modo per
aggirare le tartarughe. Altrimenti la caccia non potrà
più andare avanti e i siluri continueranno a nutrirsi
degli animali che arrivano a tiro. |
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