PESCA E AMBIENTE Il siluro preso a mosca
I pesci di grandi dimensioni creano evidentemente un impatto di emozione anche in chi ne legge.
Così, pochi giorni dopo la pubblicazione del nostro racconto sul salpaggio di un siluro di novanta chilogrammi, avvenuto a spinning in Taro, tre diversi lettori ci hanno segnalato che questa misura sfiora il record mondiale di cattura con tale tecnica.
Pare infatti che, nel dedalo infinito di informazioni proposte da Internet, si possa apprendere anche che il siluro più grosso catturato sinora a spinning appartenga ad un noto pescatore inglese, con un record di 91 chilogrammi.
Gloria quindi all'impresa dell'amico Andrea, che grande pescatore lo è sicuramente al di là dei nostri riconoscimenti, e che oltretutto ha operato l'aggancio del siluro in questione con una attrezzatura di «libbraggio» decisamente inferiore all'inglese.
Ma posta in archivio la bella avventura con il bestione dello spinning, Andrea ha preso ad insistere, sera dopo sera, in prove per catturare il siluro pure a mosca, utilizzando grossi streamer.
In realtà per noi non si sarebbe trattato di una novità assoluta, perché nei due anni passati già ne avevamo catturati tre: due piccoletti ed uno di diciotto chili.
Non ne avevamo sinora parlato per non attribuire a una tecnica risultati, che potessero poi rivelarsi solo legati al caso.
Vi è inoltre da dire che quest'anno il Taro, continuamente intorbidito dai lavori in alveo, non si presentava certo ottimale per una pesca come quella a streamer, che si avvantaggia notevolmente della buona visibilità in acqua.
Comunque l'altra domenica Andrea ha approfittato di una sosta nei lavori, per mettere a segno un nuovo colpo memorabile.
Siluro di quarantadue chili, felicemente portato a riva con streamer e attrezzatura da mosca.
Di questa diamo i dati tecnici, nel caso che qualcuno volesse provare a confrontarsi con emozioni forti: canna da dieci piedi, montata con le serpentine, ma tratta da un grezzo piuttosto parabolico da spinning. Infatti non ci siamo fidati della tenuta di canne specifiche da mosca, pur tarate per code pesanti. Una alternativa ottima sarebbe stata una canna da tarpon. Abbiamo montato il grezzo con un riporto in sughero sopra il manico, per fornire una presa alla mano sinistra in combattimento.
È chiaro che canne siffatte non partono da un'ottica di lancio e di equilibrio con la lenza impiegata, ma sono essenzialmente mirate a reggere con sicurezza prede, che potrebbero facilmente tranciare uno strumento inadeguato. Per lanciare ci si arrangia, supplendo con la trazione di sinistra alla scarsa capacità di caricamento della canna stessa sul peso. Coda del 9 al quarto grado di affondamento. Raccordo coda-finale in dacron robusto, ben legato e saldato con cianoacrilico.
Finale essenziale e spartano: spezzone di 130 centimetri di monofilo dello 0,70.
Con questo non abbiamo avuto problemi di usura sui i denti del pesce. Temendo però una tale eventualità si può anche optare per 40 centimetri terminali in kevlar da 80 libbre.
Streamers su robustissimi ami da mare da 2/0 a 4/0: colori dominanti bianco e giallo-verdastro fluorescente con filamenti sintetici iridescenti.
Recupero intervallato non troppo veloce, che imprima all'esca brevi guizzi di risalita e discesa. L'attacco è in genere deciso e alla ferrata, se il pesce sarà di mole, seguiranno minuti di adrenalina. Ma affrettatevi, perché la frega del siluro sta finendo e con essa l'epoca propizia per il suo attacco con esche artificiali.