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«Angeli
custodi» del pesce siluro in guerra contro
l'inquinamento |
CREMONA — Ecopescatori e angeli del Po e di
tutti i corsi d'acqua dove vanno a pesca. Sono
gli iscritti alla Associazione Gruppo Siluro
Italia, oltre duecento soci, concentrati
principalmente tra Lombardia ed Emilia Romagna.
Una sorta di sfida quella intrapresa
dall'associazione, che fin dal suo nascere aveva
al primo posto la tutela degli ambienti
fluviali. Una sfida contro tutti quelli che
ritengono il solo pesce siluro come responsabile
del degrado ambientale. Fotografie, video girati
sia di giorno che di notte a testimoniare di
quanto male ancora si va facendo lungo i fiumi,
il Po prima di tutti.
«Si vuole andare a colpire una specie di pesce,
che certo non è autoctona, ma che tuttavia è
presente da oltre cinquant'anni», spiega
Alberto Magagnato uno dei consiglieri nazionali
dell'associazione. «Il vero responsabile del
degrado del fiume è l'inquinamento, che di
fatto favorisce le specie che meglio riescono ad
adattarsi» prosegue Magagnato.
Da sottolineare che gli iscritti alla
associazione si definiscono obiettori di
coscienza. La legge sulla pesca infatti prevede
che ogni qualvolta venga pescato un pesce
alloctono - non originario della zona - questo
sia abbattuto. Loro pescano i siluri li pesano e
poi li lasciano liberi. Il materiale raccolto
finora è finito nell'archivio dell'Associazione
e sarà valutato ai fini di presentare anche
degli esposti alle procure competenti. Ma non
sono solo gli abusi ambientali che vengono
rilevati dai pescatori del Gruppo Siluri.
Nel mirino anche i pescatori di frodo e gli
escavatori abusivi. Ad esempio stando ad alcune
segnalazioni raccolte nella zona del delta del
Po il pesce verrebbe pescato per poi essere
caricato su grossi camion e portato all'estero
per uso alimentare. |
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