Sono
stati oltre centocinquanta i
quintali di pesce recuperati dal
Servizio naturalistico provinciale,
attraverso la convenzione
sottoscritta con l'Arci pesca, nei
quattromila chilometri di corsi
d'acqua che insistono sul territorio
ferrarese.
Durante l'anno appena concluso, i
soci dell'associazione Estense,
coordinati dai funzionari della
Provincia o anche su segnalazione
degli stessi cittadini, immersi
nell'acqua ed «armati» di guadini
e reti hanno provveduto al recupero
di carassi, carpe, pescegatti, ma
anche del famelico siluro che tanta
causa ha nel depauperamento della
fauna ittica autoctona. Parte delle
carpe recuperate sono state
immediatamente liberate nelle zone
di ripopolamento e frega (tratti di
corsi d'acqua in cui la pesca è
vietata, ndr) sui canali «Pero» e
«Circondariale» mentre una decina
sono i quintali di carpe, recuperati
in valle Pega ed immessi nel «Canal
Bianco» a Massenzatica, proprio
allo scopo di ridurre al massimo i
rischi dei pesci catturati.
Un po' tutta la provincia è stata
interessata da questa azione di
«recupero» e reimmissione,
cercando, ovviamente di privilegiare
i corsi d'acqua più profondi ed
adatti ad ospitare la fauna ittica.
Una parte del pesce è stato
stoccato nei bacini, della
Provincia, presso le Vallette di
Ostellato dove potrà crescere per
poi venire liberato nella prossima
primavera.
L'unica eccezione è per il siluro,
una specie molto diffusa e
distruttiva, non originaria dei
nostri fiumi, che viene stoccato
nelle vasche della Provincia per
essere, successivamente,
commercializzato ed allo stesso
tempo per ridurne, in maniera
vantaggiosa per gli altri pesci e le
lenze Estensi, la presenza nei corsi
d'acqua ferraresi.
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