Adda (Lombardia)
1 - 8 Maggio 2001
Lo stato ecologico del fiume Adda non è ancora compromesso. Il grande fiume infatti, conserva ancora la sua personalità e nonostante tutto, riesce faticosamente a resistere, grazie alla sua capacità autodepurativa, all’inquinamento indotto da una depurazione non ancora efficiente. La diagnosi non troppo negativa sulla qualità delle acque dell’Adda non è infatti frutto di una attenta gestione della risorsa idrica ma più che altro la si deve alla grossa portata del fiume che gli consente di sopportare maggiormente il carico inquinante. Una situazione ambientale che fa comunque ben sperare in rapporto agli obiettivi di qualità previsti dal D.Lgs. 152/99 che ha introdotto importati innovazioni nella gestione dell’intero ciclo delle acque. Secondo le recenti normative infatti entro l’anno 2008, tutti i corsi d’acqua dovranno raggiungere almeno la III classe di qualità. Un obiettivo già raggiunto per il fiume Adda e punto di partenza per un ulteriore risanamento. Ciò non deve però far sottovalutare tutti i problemi che insidiano lo stato ecologico del fiume lombardo.
Il quadro appare ancora critico se analizzato dal punto di vista dell’efficienza del sistema di depurazione, ancora fortemente inadeguato e insufficiente. Inoltre, la rete di monitoraggio esistente non è ancora adeguata per rendere possibile un’analisi puntuale dello stato di qualità dei corpi idrici. Un grave ritardo dovuto all’inerzia politica della Regione Lombardia in materia ambientale che ha difatti immobilizzato l’attività dell’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale alla quale è affidato il lavoro di analisi e controllo della qualità delle acque. Infine, l’insidia più rilevante per l’ecosistema fluviale è rappresentata da un mai sopito interventismo idraulico. Nonostante, infatti, i recenti eventi alluvionali che hanno mostrato drammaticamente tutta la gravità delle conseguenze del rischio idraulico e del dissesto idrogeologico, si continua a perseguire ancora insensate politiche di sviluppo urbanistico, volte a rubare territorio al fiume, edificando nelle aree golenali e in zone a rischio esondazione: capannoni e industrie nel milanese e bergamasco, zone residenziali a Lodi. Riteniamo che il fiume rappresenti invece un elemento significativo del paesaggio da valorizzare e rendere fruibile per riavvicinare i cittadini al fiume, parte integrante della nostra cultura e della storia delle grandi civiltà.
Dal quadro emerso dalle analisi effettuate in conformità al Dlgs 152/99 relativamente al fiume Adda si evincono condizioni qualitative comprese tra ambienti con moderati sintomi di inquinamento (II Classe) ed ecosistemi alterati (III Classe). Il programma tecnico scientifico nell’ambito della campagna "Fiuminforma", ha previsto una serie di undici stazioni di monitoraggio. I parametri chimico-fisici, microbiologici, e quelli di Indice Biotico Esteso sono stati elaborati ed integrati al fine di permettere una puntuale classificazione dello stato ecologico dei diversi tratti fluviali in esame. Le analisi microbiologiche effettuate al fine di poter determinare la concentrazione batterica di Escherichia Coli, indice di inquinamento organico, hanno dato un riscontro non particolarmente negativo dovuto alla grande capacità autodepurativa (in relazione alla portata ed alla presenza di sistemi naturali di fitodepurazione) delle acque fluviali. Queste condizioni permettono al fiume di ammortizzare il carico inquinante dei reflui urbani non depurati. Gli studi condotti sulle comunità biologiche per il calcolo dell’ IBE (Indice Biotico Esteso) denotano una buona diversificazione delle specie di macroinvertebrati. La naturalità dei siti campionati e l’elevato numero di habitat fluviali riscontrati, riflettono la ricchezza di nicchie ecologiche colonizzate da diverse specie animali. A riguardo dei parametri chimico-fisici, i valori riscontrati indicano una buona ossigenazione delle acque dovuta sia alle grandi dimensioni dell’alveo che permettono un efficiente scambio gassoso, che alle caratteristiche geomorfologiche del bacino dell’Adda. Destano invece preoccupazione i valori relativi alla presenza di sostanze azotate, immesse dalle numerose industrie zootecniche, conseguentemente alle procedure di concimazione organica.
"L’Adda si è rivelato un fiume forte - ha dichiarato Andrea Poggio, Presidente di Legambiente Lombardia - se Comuni rivieraschi e Regione si impegnassero a fondo, in qualche anno potrebbe tornare ad essere un gran bel fiume, come il Ticino. Perchè questo succeda, oltre alla lotta agli inquinatori (comuni con depuratori insufficienti e allevamenti sparsi lungo le rogge e i canali che confluiscono nel fiume), si deve fermare il cemento e si deve garantire l’accessibilità e la fruibilità delle sue rive. Problema questo particolarmente acuto nell’ultimo tratto lodigiano e cremonese del fiume. I due Parchi (Adda Nord e Adda Sud) dovrebbero essere finanziati dalla Regione affinchè siano capaci di promuovere lo sviluppo compatibile dei territori a loro affidati".
"La legge 152/99 rappresenta un significativo passo in avanti per quanto riguarda la tutela delle acque - ha dichiarato Fabio Manenti, portavoce nazionale di Legambiente per la campagna Fiuminforma - Con questa legge non vengono più presi in considerazione solo i singoli inquinanti, di origine chimica o microbiologica, ma finalmente si guarda allo stato complessivo dell’ecosistema fluviale. Inoltre la stessa legge pone degli obiettivi di qualità alle Regioni che, dopo aver identificato le classi di qualità di appartenenza dei corsi d’acqua, devono stabilire ed adottare le misure necessarie per raggiungere gli standard qualitativi previsti".
"Ci auguriamo - ha dichiarato Dario Tansini, Presidente del Circolo Legambiente di Lodi - che le attività di monitoraggio e di informazione sullo stato ecologico del fiume, svolte in questa campagna da Legambiente, rappresentino uno stimolo per le istituzioni competenti ad avviare un serio programma di monitoraggio e ripristino ambientale. Sarebbe inoltre assolutamente impensabile incoraggiare interventi di ulteriore antropizzazione. Il fiume Adda deve rappresentare un importante elemento di valorizzazione dell’intero territorio".
I risultati delle analisi
Stazione di prelievo | Stato ecologico |
Brivio | Classe II |
Bottanugo | Classe II |
Vaprio | Classe II |
Cassano d'Adda | Classe III |
Rivolta d'Adda | Classe III |
Spino d'Adda | Classe III |
Lodi - Canottieri d'Adda | Classe III |
Lodi - Località Casellario | Classe II |
Turano | Classe II |
Castiglione d'Adda | Classe III |
Pizzighettone | Classe III |
Legenda
Classe I | Ambiente non inquinato o comunque non alterato in modo sensibile |
Classe II | Ambiente con moderati sintomi di inquinamento o alterazione |
Classe III | Ambiente inquinato o comunque alterato |
Classe IV | Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato |
Classe V | Ambiente fortemente inquinato e fortemente alterato |
Riferimento normativo: Dlgs 11 Maggio 1999 n. 152