In Spagna con il GSI
Cronaca di una vacanza con il Gruppo Siluro Italia a
Eccoci qua, siamo tornati, cosa credevate?
Che solo perché abbiamo trascorso una settimana nel paradiso della pesca al siluro, ci fossimo dimenticati di tutti voi?
No di certo, infatti, ecco il report della nostra avventura.
Ci siamo ritrovati in cinque Venerdì 19 Luglio a Vercelli a casa di Andrea Pomati: Luca Foroni titolare del negozio "La Mincio", Alberto Magagnato di Cremona, Alessandro Sala di Milano ed io.
Abbiamo caricato le auto di tutto il materiale necessario, modello Albanesi, con il baule ed il portapacchi pieni di lettini, tende, canne, borse e zaini, tavolino da capeggio, cucina, lanterne, anguille, e siamo partiti alla volta della nostra meta alle 18:30.
Imboccata la Torino-Genova e poi la Genova-Ventimiglia, abbiamo valicato il confine francese di Menton in tarda serata la velocità media non era molto alta, sia per il carico a bordo, sia perché Alberto pur avendo un "Bravo" da 250 CV ed essendo stato un corridore di rally, ha paura della velocità quando sta dalla parte del navigatore.
Dopo un sostanzioso salasso di benzina e di caselli autostradali, all’alba raggiungiamo il sospirato confine spagnolo della Jonquera, ma Barcellona è ancora lontana e Lerida ancor di più.
Alle 8:30 però ecco Mequinenza, e alla vista del lago, velocemente la stanchezza per i 1.400 km percorsi si affievolì, facendoci affiorare una gran voglia di pescare, infatti, appena fatta colazione al bar Royal…..via verso la casa di Claude Valette per prendere boe e picchetti, e trasferirci in riva al lago superiore.
L’Embalse de Mequinenza è un lago enorme dall’acqua cristallina, lungo più di 100 km e con fondali fino a 50 mt, e le popolazione di siluri, sandre, carpe e bass sono le più vaste d’Europa.
Affittiamo dal Bavarian Guide Service di Jurgen, due nuovissime California SKIFF JV 16,50 motorizzate con dei 15 CV quattro tempi, silenziosissimi e dal consumo irrisorio, e dopo circa 30 minuti di barca costruiamo il campo base sulla riva sinistra del lago creato dal corso dell’Ebro, spalle alla cittadina di Fraga.
Isolati dal resto del mondo per due giorni (nemmeno la rete GSM ci raggiungeva), ma approvvigionati di tutto, passammo le notti a pescare a boa e il giorno a pescare con il clonk: che emozione vedere i "baffi" di siluro salire da 40 mt di profondità per attaccare le esche poste a 6-10 mt.
Alla notte dormire era difficile, perché ogni 30 minuti, una canna subiva una partenza, ma la taglia media non era altissima, essa si aggirava tra 150 e i 170 cm; forse uno poteva essere enorme, ma purtroppo la canna in questione non ha tenuto colpo alla dura ferrata di Andrea e si è spezzata in due tronconi: il difficile duello che n’è conseguì ci portò alla perdita della cattura.
Un altro bel passatempo diurno era la pesca alla carpa, che si svolge come in carpodromo, ossia qualche chicco di mais per pastura ed uno sull’amo, e via alle continue mangiate di medie e grosse regine e specchi.
Alla fine dei due giorni avevamo messo a segno una ventina d’allamature, con due bei pesci da 180 cm presi di giorno a clonk, ma non eravamo soddisfatti della taglia, perché conoscevamo bene le potenzialità di queste acque, perciò decidemmo di trasferirci sotto la diga dove i fangosi Cinca e Segre si congiungono.
Qui il campo base era più confortevole, infatti, la macchina era comodamente raggiungibile, perché parcheggiata sulla sponda opposta dell’isoletta dove avevamo le canne in tensione, e sempre bene in vista.
In questo modo a mezzogiorno era per noi possibile recarci al più vicino ristorante, dove con 6-9 € è possibile mangiare e bere abbondantemente le deliziose specialità locali: tenete conto che la birra S.Miguel costa solo 4 € al litro, e capirete quanta ne possiamo aver bevuta nei caldissimi giorni passati in riva al Segre.
Queste valli sono normalmente ventilate, soprattutto di notte quando avviene l’inversione termica, ma di giorno quando il vento è assente, la temperatura all’ombra raggiunge i 40° C e siccome il sole tramonta in questo periodo alle 22:30, passavamo le giornate a boccheggiare il più riparati possibili e a fare continui bagni nelle acque del fiume.
Qui la pesca con il clonk ha gia perso d’efficacia come in Italia, ed è inutile insistere sotto il sol leone, nella speranza di un possibile attacco: l’unica è aspettare la sera ed affidarsi alla pesca in superficie con la boa.
Le partenze di notte non erano più di 4 o 5, ma la media si alzava di giorno in giorno, e finalmente dopo una quindicina di siluri tra i 160e i180 cm ecco arrivare tre bei pezzi: 190, 210 e 220 cm.
Anche qui Andrea, ormai definito lo "Svangatore", in una ferrata da porco riesce a rompere una treccia di dineema da 0,40 mm, anche se tuttora non capiamo come gli sia stato possibile, supponiamo che il pesce era davvero bello.
Con pesci di media stazza il duello avviene sempre ed esclusivamente da riva, ma con i due grossi la barca fu necessaria, se non si voleva correre il rischio di finire il dineema nel mulinello, per le continue sfrizionate che sei obbligano a fare per contrastare il loro portentoso nuotare.
Al calar della tenebra, gli unici rumori che echeggiavano nella vallata erano il normale ronfare di Alex e il mostruoso ed animalesco ronfare di Alby, i quali quando ci si mettevano insieme, riuscivano a coprire il suono delle campanelle durante gli attacchi dei siluri.
Per il resto la vacanza è stata del tutto positiva e ricca di piacevoli momenti, passati in amicizia ed allegria, nella più assoluta spensieratezza, immersi in una natura stupenda ed incontaminata, applicando il più bello sport del mondo: LA PESCA!
Yuri Grisendi
GUARDA ALTRE BELLE FOTO DI QUESTA SESSIONE IN SPAGNA