III-Impatto sulla biocenosi coinvolta

L’impatto del Silurus glanis nelle acque dove è più o meno presente da poco tempo, è un argomento che ha suscitato vive reazioni da parte della comunità di pescatori (professionisti e amatori che siano). Anche nella comunità scientifica e nelle varie autorità competenti, si sono create categorie pro-siluro e anti-siluro. Andiamo a vedere allora questo problema, che si manifesta relativamente difficile da risolvere e che comporta numerosi aspetti.

III-1-Le difficoltà della valutazione dell’impatto

Innanzitutto, la difficoltà viene dal problema della valutazione precisa delle popolazioni di siluri. Infatti, il campionamento sembra dar luogo a delle difficoltà con i mezzi tradizionali (pesca elettrica), anzi, alcune campagne di pesca del Consiglio Superiore della Pesca francese hanno mostrato che la pesca con la rete è molto più efficace (CEMAGREF-CSP 1987), ma questa manifesta problemi nella messa in opera; tutto ciò spiega il numero ristretto di dati in nostro possesso. Numerosi altri fattori sono ugualmente responsabili della modifica dell’ecosistema acquatico: ad esempio, la pesca professionale ed amatoriale può influenzare significativamente le popolazioni dei pesci. Ci sono anche tutti i fattori fisico-chimici che possono essere modificati ad opera dell’uomo: inquinamento da rifiuti di materiale organico, enterofizzazione delle acque, inquinamento con concime utilizzato nelle zone agricole, variazione artificiale del livello delle acque, ecc. L’uomo può anche agire allo stesso modo sull’esplosione demografica di alcune popolazioni d’altre specie (gambero americano), mentre al contrario può creare la regressione di altre popolazioni, come quella del luccio. Infatti i gamberi di fiume comunemente chiamati"americani" (Orconectes limosus, Pacifastacus leniusculus e Procambarus clarkii) che colonizzano le acque europee, hanno avuto uno sviluppo importante, fino ad ottenere la flessione di altre popolazioni più deboli, ma autoctone. Il luccio è al contrario in netta regressione, esso è addirittura classificato tra le specie minacciate dall’estinzione in Francia.

III-2-I differenti impatti potenziali del siluro

Adesso tratteremo ogni aspetto in maniera teorica, poi confronteremo queste ipotesi alle osservazioni per trovare delle conclusioni sull’influenza vera del siluro nelle nostre acque: dimostrazione in ogni modo nulla o non verificabile.

III-2-1-La competizione con gli altri predatori ittiofagi

La competizione secondo la teoria della nicchia ecologica, corrisponde all’utilizzo della stessa risorsa da parte di una specie differente. Secondo Hutchison (1967), la nicchia ecologica può essere definita come un iper-volume a N dimensioni, dove ogni dimensione rappresenta una delle caratteristiche della nicchia globale (nicchia trofica, spaziale, temporale…). Nel caso del siluro andiamo a guardare le differenti componenti della nicchia che egli occupa, e li confrontiamo con quelli degli altri predatori; il luccio (Esox lucius) e la sandra (Stizostedion lucioperca).

Tipo di pesce

Taglia e tipo di prede usuali

Ricerca del nutrimento

Zone del fiume

Periodo

Giovani siluri < 80 cm

Piccoli ciprinidi

Fondo

Notturno

Siluri adulti > 80 cm

   Grossi ciprinidi   (anche Brème)

Superficie

Notturno

Lucci

Ciprinidi di taglia piccola o media

Superficie

Diurno

Sandre

Ciprinidi di piccola taglia

Fondo

Diurno

Tabella III: ricapitolante le principali componenti della nicchia ecologica del Silurus glanis (giovani e adulti), del luccio e della sandra (elaborati dal PINTER nel 1976…).

Come mostrano i dati della tabella III, i siluri adulti consumano delle prede differenti dagli altri predatori, la nicchia alimentare del siluro adulto non ricopre quella degli altri pesci ittiofagi. La nicchia alimentare del siluro è perciò quella rimasta vacante, questo è uno degli elementi che permette di spiegare il grande sviluppo del siluro nel nostro paese. Le cose non sono così chiare per i siluri giovani, infatti, sembra che essi utilizzino sensibilmente le stesse risorse alimentari della sandra e del luccio. In più, soprattutto per la sandra, i luoghi e i periodi di ricerca del nutrimento sono pressoché simili. E’ dunque possibile pensare che i siluri giovani e le sandre siano suscettibili ad entrare in competizione, ma perché accada questo è necessario che le risorse alimentari siano limitate, cosa improbabile nei nostri corsi d’acqua sempre più ricchi di pesce dalla buona fertilità, grazie anche al sensibile, ma costante, miglioramento della qualità dell’acqua che si registra ogni anno. E soprattutto a livello del disturbo creato nella ricerca delle prede, che è più probabile nasca una competizione alimentare. E’evidente che questo genere di competizione è difficile da stabilire, e necessita di esperimenti particolari che non sono mai stati realizzati al momento. In più è interessante segnalare che la competizione è un argomento spesso utilizzato per discriminare il siluro, ma mai dimostrato. I rilievi pescicoli realizzati sulla Seilla (Tabella IV), mostrano delle popolazioni di pesci equilibrate, con delle proporzioni di sandre e di lucci che non sembrano in diminuzione. Il caso della Seilla, non può però essere generalizzato all’insieme degli altri bacini fluviali. Questi dati non permettono di arrivare con precisione ad una conclusione, benché sembri poco probabile che il siluro adulto sia in competizione diretta con gli altri carnivori, di certo per i siluri giovani il problema resta aperto. La relazione tra i siluri adulti e gli altri predatori ittiofagi possono essere anche di altro tipo, specialmente di tipo predatore/preda; infatti, i siluri hanno la possibilità di consumare anche altri carnivori e viceversa, come mostrano le analisi dei contenuti dello stomaco (PINTER 1976), soprattutto delle sandre che occupano le stesse zone del fiume.

 

Specie

Maggio 1986

Novembre 1986

Aprile 1987

Giugno 1997

1986-1987

Effettivo

Biomassa

Effettivo

Biomassa

Effettivo

Biomassa

Effettivo

Biomassa

Effettivo

Biomassa

Gardon

174

4275

274

7480

655

18070

619

10915

1722

40740

Alborella

123

650

308

2200

3345

8235

784

3955

4560

15040

Rodeo Amaro

91

185

26

50

46

45

3

0

166

280

Brème Bordeliére

89

4875

124

2775

738

10257

234

6900

1185

24807

Pesce gatto

78

2935

9

400

27

780

62

2515

176

6630

Persico sole

68

1260

43

623

22

290

74

810

207

2983

Cavedano

41

8180

36

14135

34

7460

51

8190

162

37965

Perca

31

2215

202

2095

174

2045

255

2860

662

9215

Brème comune

36

28350

82

19630

7

3495

13

6630

138

28105

Scardola

12

440

41

1450

46

1310

29

840

128

4040

Gujon

11

40

1

7

1

0

2

5

15

52

Luccio

7

1420

41

15340

29

5735

14

3175

91

25670

Carpa comune

5

10460

5

41560

3

16570

1

5640

14

74230

Siluro

4

4300

41

15340

29

5735

14

3175

91

25670

Black Bass

2

130

6

101

5

620

1

20

14

871

Acerina

2

90

           

2

90

Tinca

2

40

1

20

6

495

   

10

555

Sandra

1

870

9

10295

16

7500

13

3300

39

21965

Savetta

1

30

           

1

30

Trota fario

       

1

40

   

1

40

Trota arcobaleno

       

1

245

   

1

245

Anguilla

           

1

110

1

110

Totale

778

70745

1224

81741

5157

90952

2160

91465

9319

34903

Tabella IV: risultati riuniti, espressi in effettivo e biomassa delle pesche elettriche e al tramaglio, delle quattro campagne eseguite sulla Seilla 1986-1987.

III-2-2-Influenza sulle popolazioni delle prede

Come fu definito da Menge e Sutherland (1976), tutti i livelli delle reti trofiche (competizione trofica, ossia interazione tra specie che utilizzano la stessa risorsa-cibo, e che porta ad un riarrangiamento dello sfruttamento delle risorse, oppure, all'eliminazione della specie più debole dal punto di vista competitivo), salvo l’ultimo, sono potenzialmente limitati da dei predatori. In più Menge e Sutherland accordano un’importanza particolare alle specie onnivore, come nel caso del siluro. Questo da al siluro una potenzialità di controllo discendente, di tipo "top-down", molto importante, e questo a numerosi livelli nelle reti trofiche acquatiche. Il siluro può dunque agire a tutti i livelli, secondo la sua taglia, dalla microfauna bentonica (del fondale) fino ai grossi ciprinidi. Noi c’interesseremo più particolarmente ai pesci preda, perché come mostra lo studio del regime alimentare, appena il siluro raggiunge una taglia sufficiente (circa 50 cm), diviene essenzialmente ittiofago, pur avendo una vasta gamma di prede a disposizione. E’ dunque sulle specie di pesci preda che la pressione del predatore sarà massima (Gardon, Brème…), rispetto alle altre prede potenziali. Per risolvere questa problematica, è possibile riferirci alle campagne di pesca nelle zone dove il siluro è presente da lungo tempo ("Le Silure glane dans la Seille", 1987 CEMAGREF-CSP, tabella IV). Possiamo anche riferirci ai risultati dei bacini fluviali dove il siluro è autoctono, come per esempio il Danubio. Lo studio delle campagne di pesca ci mostrano delle popolazioni equilibrate, dove i pesci preda sono presenti in quantità importante in rapporto alle popolazioni di carnivori. I dati sulla pesca professionale con attrezzature ci mostrano che il bacino del Rodano, i ciprinidi e i pesci di fondo non sono in deficit:

Nel 1994 avevamo:

Tipi di pesce

Quantità di catture dichiarate (in tonnellate)

Piccoli ciprinidi

20

Grandi ciprinidi

35

Carnivori

11

Pesce di fondo

10

Anguille

10

Statistica generale 1988-1994 ottenuta a partire dalle catture di pesca volontaria e professionale con attrezzi nel basso Rodano-Saona, DIREN Rodano-Alpi

Contrariamente alla teoria di Fretwell (1987) e Oksanen e coll. (1981), che dice che il livello superiore delle reti trofiche è limitato dalle risorse alimentari, sembrerebbe che il siluro non ne sia a conoscenza, anche nelle zone dove è presente da molto tempo. Questo si spiega dal fatto che esso subisce una pressione piscatoria relativamente importante (dove per pressione piscatoria si intende anche il continuo insidiare, allamando e rilasciando il predatore, disturbandolo così nelle fasi della sua attività predatoria), limitando così le popolazioni a dei livelli che non permettono il surclassamento delle risorse alimentari. Questa regola sembra valere per tutte le specie ittiofaghe delle acque francesi e italiane. E’ interessante sottolineare che le popolazioni di siluri, delle zone di colonizzazione più vecchie, sembrano essere in equilibrio ("Point sur le silure en France", CSP 1995). La struttura di popolamento delle popolazioni di siluri francesi (Saone e Seilla) è parecchio assimilabile a quella dei paesi dell’est europeo, di dove il siluro è originario, questa constatazione è in accordo con la teoria secondo la quale il siluro si è adattato ad alcune parti del nostro sistema idrografico. Un altro fattore di regolazione è dunque, è la pressione di pesca esercitata su questo pesce, e questo fattore si muove nel senso di un mantenimento dell’equilibrio. La conclusione sugli eventuali disequilibri provocati dal siluro sulle popolazioni di prede, è che esso non sembra agire in maniera rilevante su queste popolazioni, questo può essere dovuto alla pressione di pesca esercitata verso questo pesce. La catastrofe ecologica annunciata da alcuni, può essere ragionevolmente scartata, fintanto che la pressione di pesca su questo pesce persiste in questa misura.

III-2-3- Mantenimento della varietà delle prede

Questo è un argomento interessante che non è mai stato discusso; è basato sull’osservazione di Pain (1966) eseguita in un ambiente marino del litorale in assenza di predatori (stella di mare: Pisaster sp.), egli ha notato che in questo caso la fauna delle rocce litoranee è dominata da una sola specie (Mytilus); la presenza del predatore permette, invece, la coesistenza di un più grande numero di specie.

 

Senza predatori

Con predatori

 

Tipo e numero di specie coesistenti

Molluschi (Mitylus) 1

Chitons 2

Patelle 2

Bernacle 1

Molluschi (Mytilus) 4

Tabella V: ricapitolante le specie di Pain 1966.

Questo argomento è importante anche perché le acque francesi sono per la più parte enterofizzate, per cui provocano spesso una grande crescita della popolazione di ciprinidi, con la dominanza di un piccolo numero di specie (gardon, brème), probabilmente a scapito di specie di ciprinidi meno importanti che sono spesso più sensibili all' inquinamento. La predazione di queste specie potrà dunque essere un fattore influente nella strutturazione della comunità di prede. Non ci sono conclusioni possibili per quest’argomento, perché degli studi precisi non sono ancora stati fatti tenendo conto questo fattore.

III-2-4-Importazione di nuovi parassiti

Questo problema si era già manifestato al tempo della colonizzazione da parte delle sandre, che è un ospite del ciclo della "Bucefalosi". La Bucefalosi è dovuta all'invasione dell'intestino, soprattutto dei pesci predatori (luccio, pesce persico, persico trota, trota e Salmonidi in genere). I parassiti misurano 0,6-1,7 mm e sono ospiti intermedi alcuni mitili d'acqua dolce (Anodonta ed Unio). Come tutti i pesci, il siluro è suscettibile di subire l’attacco di agenti patogeni (virus, batteri, funghi, parassiti), si può evidenziare particolarmente il protozoo della "Ictioftiriasi" che ha decimato una gran parte dei siluri delle piscicolture delle regioni centrali francesi nel 1994 (Aquarevue n°58 del settembre 1995). La malattia si acutizza in estate, ma tutte le stagioni sono favorevoli alla comparsa. I pesci manifestano difficoltà respiratorie e ricercano i punti più ossigenati delle vasche; presentano in seguito difficoltà di movimento ed estrema magrezza. Si possono osservare, se presenti, piccole macchioline biancastre o grigiastre, di 1,2 mm di diametro, sparse sulle branchie anemiche, sulla pelle, sul capo e sul dorso, con aumento dello strato di muco. Si possono inoltre notare distacchi della pelle a lembi, distruzione delle pinne  e delle lamelle respiratorie. Questo parassita che si attacca alla maggior parte dei pesci d’acqua dolce, ed è senza dubbio il più frequente degli ectoparassiti di questi pesci, ha attraversato il mondo intero. Questo parassita che è un protozoo cigliato, non conosce nemici naturali (Ventura e Paperna 1984), solo la prevenzione può essere efficace, con la quarantena dei pesci importati e disinfezione dei bacini dopo prosciugamento. Non si conoscono parassiti suscettibili d’essere veicolati specificatamente dal siluro.


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