LO SPINNING AL SILURO

Cattura a Rapalà

Quando un pescatore, magari anche esperto della tecnica, però rivolta ad altre specie, decide di provare la pesca al siluro a spinning, fa invariabilmente degli errori (io li ho fatti tutti!).

Il primo, che è anche il piu’ grave, è un errore di mentalità.

Magari mentre contemporaneamente si fanno altre pesche, si fanno due lanci, senza convinzione.. Questo perché si pensa che il siluro è un predatore, si, ma lento, apatico, fermo sul fondo tutto il giorno, e solo di notte capace di mettersi, un poco, in moto.

La realtà è molto diversa. In realtà, possono capitare momenti di totale apatia, ma anche accelerazioni dell’attività, anche di giorno, anche in assenza dei fattori “classici” che aumentano la predazione, cioè la piena e le tenebre. La massa d’acqua esplorata a spinning è tanta,  il siluro è capace di staccarsi dal fondo per avere percepito delle vibrazioni (pensiamo alla pesca col clonk), gli artificiali funzionano scatenando l’aggressività sia perché simulano un pesce da predare sia perché “disturbano” il predatore.. in conclusione non stupiamoci se a mezzogiorno, non in piena, la nostra canna si piegherà ad “U” perché un siluro ha deciso di attaccare, e magari a mezz’acqua, la nostra esca!

Un altro errore è pescare il siluro a spinning con attrezzatura inadeguata. Il siluro è,  non solo quando raggiunge taglie impressionanti, un combattente impressionante. Mi ricordo ancora un silurotto di pochi chili preso per “errore” con la mia migliore canna da bass, che gestiva con autorità, anche in taglie “importanti”. Ricordo in particolare la mia mascella pendula durante le prime sfuriate! 

Se lo affrontiamo con attrezzatura sottodimensionata, alla faccia della maggiore sportività, saremo destinati a perdere un sacco di pesci, magari lasciandoli con un esca in bocca, e metri di filo svolazzante.

La canna è forse l’elemento chiave.. quella “ideale” deve essere lunga tra 220 e 300 cm , scegliendo le misure  piu’ corte dalla barca e piu’ lunghe da riva. Deve essere in grado di lanciare almeno un centinaio di grammi.

Gli anelli devono essere di qualità, studiati per il trecciato, meglio se a doppio o triplo ponte.

La presenza di un pomello di base ampio e non durissimo è gradita, perché permette, in caso di grosse catture, una migliore leva sul corpo del pescatore.  Con queste misure e potenze, troveremo canne che possono pesare dai 200 ai 300 grammi , spesso studiate per lo spinning marino.

Le marche con cui io mi sono misurato sono Shimano (buon rapporto prezzo/prestazioni, in particolare nel modello BeastMaster 50/100) e le piu’ costose G-Loomis (serie Pro Blue, Bucara) e Lamiglas (Kenai King spin). Ondulante

La qualità del materiale costruttivo e il tipo di azione porterà ad avere piu’ o meno sensibilità sull’ azione dell’esca, sulla percezione del fondo, e a godersi in modo completamente differente il combattimento, specie con prede di taglia media, per cui una canna “costosa” sarà da mettere in preventivo col crescere della passione..

Il mulinello deve essere dalla taglia 5000 in su, meglio non lesinare sulla qualità anche qui, altrimenti il primo grosso combattimento sarà l’ultimo! Una bobina capace di contenere almeno un 140 metri di 0,40 è a mio parere sufficiente. Un mulinello molto grosso è spesso piu’ robusto, ma a fine giornata sarà affaticante, per cui io andrei su buona qualità e taglie 5000-6000.

La treccia, scelta delle marche piu’ famose e meno abrasive, dovrà tenere a mio parere 60 libbre almeno. Sembrerà sovradimensionata rispetto alle canne, ma uno spessore adeguato porterà a maggiore riserva in corso di combattimento importante, in cui spesso il pesce la striscerà sul fondo, sui sassi.. Per non rompere la canna in realtà basterà una frizione un pelo aperta e un poco di buon senso..

Il finale in kevlar, o in nylon di grosso spessore, di lunghezza di 50- 100 cm fornirà un ulteriore garanzia sui danni da abrasione. Taluni utilizzano finali notevolemente piu’ lunghi in nylon e sembra che il nodo treccia-nylon non ostacoli piu’ di tanto il lancio, ma non ho esperienze dirette.

Ogni componente dovrà essere adeguato, perché l’anello piu’ debole della catena sarà quello che si romperà.. Per cui.. girelle, anellini, ed ancorette dovranno essere scelte di grande qualità e resistenza. Un siluro di taglia aprirà le ancorette di “serie” degli artificiali, anche magari studiati per il mare, con una facilità irrisoria. Mai, mai, sottovalutare questo discorso. Lo stesso artificiale andrebbe scelto di provata robustezza strutturale.

Artificiali. Tutti, me compreso, danno grande importanza a questo aspetto, come se esistesse l’artificiale magico.. Non è così. Ho preso siluri con tutte le esche tirate fuori dalle mie scatole, e ne ho tirati fuori parecchi, perdendo molte esche sul fondo.. Se non li avessi persi, continuerei a prendere con la stessa esca, che nella mia testa diventerebbe la Superesca.. ma la realtà è diversa. Il siluro ci vede poco, e peschiamo in acqua quasi sempre torbida. L’esca deve fare molte vibrazioni, e le fa scodinzolando. Non importa il colore, non importa piu’ di tanto la presenza di palline rumorose all’interno (i famosi rattles).

Conta avere esche capaci di viaggiare a mezz’acqua, per situazioni di grande attività, ed esche capaci di andare piu’ vicine al fondo per momenti piu’ “tranquilli”.

Quindi..

Quindi ondulanti, di taglia dai 20 grammi in su, che hanno il vantaggio di reggere bene la corrente, di essere lanciati lontano, di costare poco, e di potere, a seconda della velocità di recupero, esplorare tutta la colonna d’acqua.

Poi, pesciolini finti, con paletta piu’ o meno pronunciata a seconda della profondità da raggiungere, in taglie dagli 8 ai 15 cm . circa.

Poi, grossi rotanti. E per ultima, ma non in ordine di importanza la gomma, con esche, piombate, dai 6 pollici in su. La gomma, da fare saltellare sul fondo, o da usare in saliscendi può essere un buon jolly, in momenti in cui i siluri si dimostrino poco disposti a collaborare..

Il recupero, il tipo di recupero, poi è talvolta sopravvalutato. Spesso io sono “attento” in pesca, e per esempio faccio pause, faccio scendere l’esca, la faccio ripartire veloce, mi soffermo nei punti che so possano essere i migliori.. E poi, il lancio dopo il lancio non mi viene proprio dove volevo, il recupero è uniforme e… vicino a riva mentre penso magari al lancio dopo.. SBAM… c’ho un siluro che tira come un matto attaccato..

Per la scelta dei colori dell'artificiale ricordate questo schema che rappresenta il diverso assorbimento dei colori a seconda della lunghezza d'onda:

Fenomeno noto come assorbimento selettivo della luce dove i colori, uno alla volta, scompaiono!!

Se consideriamo lo spettro dei colori e la loro lunghezza d’onda potremo adesso osservare come il rosso, che possiede la più grande lunghezza d'onda e la minor frequenza essendo il primo colore dello spettro, sott’acqua scompare per primo a partire da circa un metro di profondità mentre il violetto, che è l'ultimo colore visibile dello spettro, con la più corta lunghezza d'onda e la maggior frequenza è quello che penetra di più negli abissi. Nella zona intermedia, al rosso, che già a cinque metri non si percepisce più, seguono l’arancio e il giallo, che iniziano a scomparire tra gli otto e i dodici metri, e a trenta metri di profondità il verde e il blu saranno già i colori dominanti.

Da queste diverse caratteristiche dipendono i differenti gradi di assorbimento da parte dello spessore d'acqua, che funge praticamente da filtro cromatico.

Queste note si concludono così.. perché una volta che troveremo un posto in cui la presenza di siluri sia consistente, dovremo fare tanto da soli, provare, riprovare, perdere tante esche cercando di sfiorare il fondo e di capirne la conformazione.. faremo qualche cappotto.. E un giorno, quando magari penseremo ormai che il siluro sia meglio pescarlo a boa… una gran botta, a frizione semichiusa che ugualmente striderà forte ci farà passare tutta la fatica dell’apprendistato e ci ricorderà che la pesca del siluro a spinning è possibile… ECCOME!!!  

Per i più pazzi, spinning dal FLOAT-TUBE


Pesca con il clonkLa ferrata nella pesca con il clonk