I Bianchi della Camargue

Testo e foto di Yuri Grisendi

Qualche anno fa avevo invitato alcuni ragazzi francesi, conosciuti tramite internet, a pescare qui in Italia, per un reciproco scambio di tecniche ed informazioni di vario genere inerenti la pesca al siluro; da allora siamo diventati grandi amici, tanto che li dovetti sotto loro insistenza iscrivere alla nostra associazione Gruppo Siluro Italia, e tuttora mensilmente ci scambiamo le foto delle catture fatte nei rispettivi fiumi: Po e Saona.

Tra le varie foto che mi sono arrivate alla fine dell'anno scorso, i miei occhi si sono spalancati, ed il mio cuore ha cominciato a palpitare, quando mi è apparsa davanti una foto di un siluro bianco lungo 2 metri e 6 centimetri.

 

Xavier con Jeremie

Io e Xavier Vella

Xavier, Andrea ed Alberto

 

Avevo gia in precedenza, visto foto di bellissimi siluri albini, bianchi, gialli, bicolori o addirittura tricolori, ma mai così grandi ed imponenti.

Da qui la mia curiosità è salita alle stelle, e subito dopo dovetti fare il terzo grado a Xavier per sapere dove, come e quando avesse catturato un simile esemplare: "J'ai attrappée cet silure en Camargue, mon cher Yuri, est ce que tu veux venir à peçher avec nous cette printemps"?

 

Saona in centro a Lione

Saona in centro a Lione

Xavier Vella

 

Non me lo feci ripetere due volte, ed i primi di maggio di quest'anno tutto era pronto per questa sessione di pesca in acque francesi; accompagnato dall'amico Alberto Magagnato avevamo caricato la mia Multipla di tutto il necessario per rimanere una settimana fuori dal mondo: 5 kg di anguille come esca, lettini, sacchi a pelo, tenda, canne e mulinelli, boe, plinti, picchetti, segnalatori, materassino di ricezione, clonk, galleggianti, tavolo, sedie e accessori da campeggio, minuteria e viveri di conforto.......insomma non era più un auto, ma un asino da soma!!

Xavier Vella (webmaster del sito http://xvella.free.fr) ci aveva avvertito, che prima di raggiungere il posto degli albini, ci avrebbe fatto pescare nel centro città di Lyone, vicino alla sua abitazione, nel tentativo di farci provare l'emozione di allamare un siluro in pieno tratto cittadino, sotto lo sguardo curioso dei turisti che affollano le rive

della Saona lionnese.

 

Un cattura in centro a Lione Alberto Magagnato e la sua cattura in centro a Lione

Posizonamento delle boe tra curiosi cigni

 

E così fu: Alberto si ingasò come non mai nel duellare in mezzo ai palazzi e alle case, a bordo dell'imbarcazione messa a disposizione dal nostro membro francese, e mentre di giorno ci divertivamo con il clonk, di notte, in zone ben più selvagge, insidiavamo i grossi predatori con l'uso della tecnica della boa a galla, tecnica che in questi ultimi anni ci ha regalato le più belle catture di tutta la nostra carriera di pescatori.

Lyone non è però famosa per i grossi esemplari, ma piuttosto per l'enormità di piccoli esemplari che a fatica superano i 180 cm, infatti, in tre notti passate a boa, non riuscimmo a superare i 170 cm, allamando però decine di siluri per notte, immersi in una natura da favola, che sembra ancora immacolata.

La Saona è un'immensa autostrada fluviale, dove piccole e grosse imbarcazioni da diporto o commerciali, possono agevolmente raggiungere il Mediterraneo, ed il traffico è tale che incrociare due barche al minuto per ogni senso di marcia non è per niente casuale.

 

Un persico catturato a spinning Un siluro a clonk sul Rodano per Lopez

Un piccolo albino catturato da un giovane pescatore

 

Malgrado questo e la quantità di opere antropiche che ne controllano il flusso, la Saona rimane viva, con innumerevoli quantità di verde, di specie di pesci, di uccelli, di anfibi e di piccoli mammiferi che nel Po sono scomparsi gia da decenni: l'acqua è balneabile ed ogni sbarramento è provvisto di conche che permettono il passaggio delle barche, e di scale di monta che permettono la risalita dal mare dei pesci anadromi.

Il quarto giorno eccoci finalmente pronti per la spedizione nel sud della Francia; la nostra meta era Arles, in piena Camargue, dove il Rodano inizia il suo delta dividendosi in due differenti rami: il Piccolo ed il Grande Rodano.

E' proprio in quest'ultimo che le nostre imbarcazioni presero l'acqua, cariche di tutto il materiale per la costruzione di un campo base lontano da ogni forma di civiltà.

Ai primi colpi di clonk, tutto ci fu subito chiaro: eravamo in un paradiso!!!

 

Il campo in Saona Pesca con la boa in Saona

Pesca con la boa in Saona

 

Ad ogni flop flop del nostro strano pezzo di legno, che ancora oggi sembra avere qualcosa di magico, decine e decine di siluri si posizionavano sulla verticale delle nostre esche, seguendoci per parecchie centinai di metri, finché il sussulto di una delle canne, seguito da una rapida ferrata, non dava il via ad un entusiasmante duello tra l'uomo ed il pesce.

Il Grande Rodano poco dopo Arles, si allarga rallentando al sua corsa verso il mare, dando vita ad uno specchio d’acqua di almeno due volte il Po, con fondali che vanno da i quattro ai quindici metri; anche qui sono molteplici le imbarcazioni commerciali, turistiche e da diporto che dal mar risalgono per raggiungere i vari porti presenti, e viceversa.

Le rive sono selvagge e poche sono le strade che le raggiungono, infatti, a parte qualche carpista ben equipaggiato, non abbiamo incontrato anima viva per molti giorni.

 

Pesca con la boa in Saona Una bella cattura in Saona per Alberto

Pesca con la boa in Rodano

 

Un incontro degno di nota è stato quello con l’imbarcazione di Jean Claude Tanzilli, che insieme a dei clienti si apprestava ad iniziare uno stage di una settimana di pesca al siluro insidiando sia il Piccolo, sia il Grande Rodano.

Avevo gai conosciuto Tanzilli, presso il campo di Pesca di Vitaliano, ma il vederlo all’opera è stato per me ed Alberto, davvero una forte emozione: penso che ben poche persone al mondo sappiano usare il clonk, e manovrare l’esca in quella maniera.

Secondo i francesi in questa zona un pesce su cinque è albino, perciò alla fine di ogni duello io ed Alberto avevamo il fiato sospeso fino a quando il pesce allamato non mostrava la sua livrea ai nostri occhi affamati di vederne dal vivo uno bianco.

 

Il campo sul Rodano in Camargue Il campo sul Rodano in Camargue

Un siluro a clonk per Jeremie sul Rodano

 

Questa assenza congenita della pigmentazione della pelle, comunemente conosciuta come albinismo, determinata spesso da fattori ereditari, è detta anche acromia congenita, leucodermia, leucopatia e leucotiopia, e può essere completa, parziale o imperfetta.

Negli esseri umani è più frequente nelle donne che negli uomini, di preferenza fra le popolazioni equatoriali, di colore scuro; gli albini sono di norma eliòfobi (cioè sopportano male la luce), il colore dell'occhio è rosso e sono di costituzione debole.

L'albinismo è frequente anche nei mammiferi e negli uccelli, si verifica pure nei petali, nelle foglie e nei frutti di piante e fiori, è altrettanto frequente nei rettili, negli anfibi e appunto nei pesci,  tra cui è abbastanza consueto nella specie Silurus glanis (vedi Albinismo nei siluri). 

 

  Foto di Gruppo con il record del mondo Albino

 

 

Avevo appena ultimato le non facili operazione di misurazione, pesatura, fotografia e rilascio di un grosso esemplare over due metri, quando appena rientrati in deriva la canna di Xavier subì un altro attacco, subito seguita da una sua ferrata eseguita con il filo alla mano, nella maniera più classica francese.

Una volta recuperata la canna, e ben posizionato il calcio, Xavier ci guardò e ci assicurò che dall'altro capo c'era veramente qualcosa di grosso e di molto arrabbiato per il brutto scherzetto.

 

Xavier Vella ed il suo record

Xavier Vella ed il suo record

Xavier Vella ed il suo record

 

Il tira e molla durò per un ventina di minuti, fino a quando il siluro non fu pronto per la prima boccata d'aria: di norma questo è sempre il momento più emozionante, perché è il momento in cui ti accorgi con cosa stavi duellando, ma nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere un over due metri emergere con i suoi occhietti rossi e la sua fantastica livrea completamente bianca.

A quel punto l'euforia in barca era alle stelle, ma palpabile era anche la paura di perderlo, proprio ora che stava li sotto i nostri occhi; per fortuna Xavier è un abile pescatore, e con poche e sicure pompate, riportò il pesce in superficie, dove le nostre mani guantate lo aspettavano, per la presa finale, che dava la meritata vittoria all'equipaggio Italo-Francese.

Un pesce stupendo, che alla misurazione segnò i 214 cm e alla pesa i 75 kg, rappresentando il record del mondo in fatto di catture di siluri albini, e noi eravamo lì partecipi ad immortalare e a testimoniare questo evento.

La rianimazione del siluro non fu cosa facile, e la paura di vederlo morire tra le nostre braccia ci preoccupò per parecchie ore, ma per fortuna questo esemplare è ancora la che aspetta di regalare nuove entusiasmanti emozioni ad altri bravi e fortunati pescatori, che vorranno cimentarsi in questa indimenticabile avventura.


La riproduzione del Silurus glanisIl Mar d'Aragona